«Con Ursula von der Leyen nessuna marcia indietro sul Green Deal»

Eccola, la continuità. Necessaria, citiamo l'organizzazione non governativa Transport and Environment (T&E), «per trasformare il Green Deal europeo nel patto sociale e industriale dell'Europa». L'elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Europea per un secondo mandato quinquennale, consumatasi oggi, ha scosso (in positivo) gli attivisti climatici. Fra cui, appunto, i vertici di T&E. L'organizzazione, tramite una nota, ha spiegato di accogliere con favore la conferma di von der Leyen. Una conferma significativa. No, l'Unione Europea non intende «fare marcia indietro sugli obiettivi del Green Deal». Anzi, continuerà a investire per raggiungere i suoi obiettivi climatici. Fra cui la riduzione delle emissioni nette di gas serra del 90% entro il 2040.
Al riguardo, però, T&E è categorico: bisognerà, affinché l'UE viaggi verso un futuro migliore, mantenere la barra dritta. Soprattutto a livello di trasporti, vero e proprio tallone d'Achille dell'Unione Europea. In questo senso, secondo l'organizzazione «il mantenimento dell'obiettivo di emissioni zero per le autovetture nel 2035 è fondamentale». Il che, evidentemente, significa investire «nelle batterie». Senza passi indietro, ma concentrandosi «sul rafforzamento del Clean Industrial Deal proposto con un pacchetto europeo di investimenti verdi, con una potenza di fuoco sufficiente a sostenere le aziende europee di tecnologia verde, insieme a un'agenda commerciale strategica e responsabile».
Julia Poliscanova, dirigente di T&E, ha spiegato: «La leadership responsabile del Green Deal come strategia di crescita dell'Europa rimane al suo posto. La tabella di marcia 2024-29 di Ursula von der Leyen riafferma l'impegno dell'UE a raggiungere gli obiettivi climatici e ad accelerare il proprio vantaggio competitivo a livello globale». Tuttavia, ha proseguito, «aprire la porta ai carburanti sintetici per auto sotto la falsa bandiera della neutralità tecnologica rappresenterebbe una grave minaccia per la certezza degli investimenti, in particolare per i significativi investimenti nelle batterie attualmente a rischio. È fondamentale per l'industria europea e per i posti di lavoro mantenere l'obiettivo di emissioni zero per le autovetture nel 2035. Trascorrere anni a progettare un quadro politico per i carburanti sintetici sarebbe una distrazione dal compito monumentale di garantire catene di approvvigionamento di veicoli elettrici pulite e competitive».