«Così i militari russi usano Starlink»

«Anche l'esercito russo sta utilizzando Starlink». A metà febbraio, le affermazioni di Andriy Yusov, portavoce dell'intelligence militare di Kiev, avevano sollevato un polverone. Starlink, lo ricordiamo, è una costellazione di satelliti prodotta da SpaceX, ed è in grado di fornire accesso a Internet in tutto il mondo, a patto di essere in possesso dei terminali. Questi dispositivi erano stati forniti d’urgenza all’Ucraina dopo l’invasione russa del febbraio 2022 e sono, ancora, strumenti vitali per le comunicazioni delle truppe di Kiev sul campo di battaglia.
Yusov, appunto, aveva affermato che, recentemente, l'utilizzo di terminali Starlink da parte dell'esercito russo stava diventando «sistematico». Elon Musk, proprietario di SpaceX, aveva dal canto suo fatto sapere di non aver venduto alcun dispositivo all’esercito di Putin: «Per quanto ne sappiamo, nessun (terminale) Starlink è stato venduto direttamente o indirettamente alla Russia. Numerose fake news sostengono che SpaceX sta vendendo terminali Starlink alla Russia. Questo è completamente falso».
Sarà. Eppure un'inchiesta pubblicata ore fa dal Wall Street Journal (WSJ) mostra come un proliferante mercato nero dei terminali Starlink abbia permesso alla Russia di portare la tecnologia sul proprio lato del campo di battaglia.
Da dove arrivano
Teoricamente, Starlink è illegale in Russia. Come Pechino, infatti, Mosca ha vietato l'uso di questa tecnologia perché potrebbe minare il controllo statale delle informazioni accessibili alla popolazione. Eppure, è ormai evidente, il Cremlino sembra aver chiuso un occhio per l'utilizzo della rete satellitare in guerra. Ma da dove arrivano, quindi, questi terminali per Starlink? L'inchiesta del giornale americano mostra come, negli ultimi mesi, sia cresciuto – e parecchio – il numero di intermediari pronti ad acquistare da altri Paesi i terminali di SpaceX, per poi spedirli alle forze russe. Asia centrale, Sud-est asiatico, Paesi arabi. Ma, sorprendentemente, anche Stati Uniti. Gli intermediari russi (alcuni si sono lasciati intervistare dal WSJ) riescono a reperire un po' ovunque, a volte anche su eBay, i dispositivi utilizzati per ottenere il segnale dei satelliti. Poi, gruppi di volontari si occupano di portare direttamente in prima linea i terminali.
Oltre il geofencing
Un gioco da ragazzi? Non proprio. Starlink utilizza un filtro definito "geofencing": questo permette all'azienda di rendere il servizio "non disponibile" in Paesi e addirittura regioni specifiche, nonché di disattivare i singoli dispositivi usati in modo illecito. Come ha fatto, allora, la Russia ad aggirare questo metodo di controllo? Secondo fonti informate, riporta il WSJ, Mosca avrebbe lavorato per circa un anno nel tentativo di piegare Starlink al proprio volere. Con successo. Da inizio 2024, dopo aver capito come aggirare la stretta geolocalizzazione di SpaceX, l'esercito russo utilizza Starlink al fronte.
Utilità
Tutto ciò rappresenta una pessima notizia per l'esercito ucraino, che fino a inizio 2024 aveva sfruttato al massimo il vantaggio fornito dall'attrezzatura di SpaceX. Starlink non solo è in grado di fornire una connessione stabile su tutto il campo di battaglia, favorendo la comunicazione tra esercito e quartier generale: è importantissimo anche per il controllo di tecnologie avanzate, come i droni.
L'erosione del vantaggio ha spinto Kiev a muoversi: funzionari ucraini, riporta il quotidiano americano, hanno contattato SpaceX. Azienda e governo starebbero ora collaborando per trovare una soluzione allo sfruttamento illecito da parte delle truppe russe. L'autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni ucraina ha pubblicato a marzo un decreto che impone che solo i terminali Starlink registrati presso le autorità di Kiev possano funzionare nelle aree occupate o intorno alla linea del fronte. Ma non è chiaro, al momento, quando queste nuove regole entreranno in vigore o come verranno applicate. E anche Washington sta cercando una soluzione al problema. L'assistente segretario alla Difesa statunitense per la politica spaziale John Plumb, riporta il Wall Street Journal, ha dichiarato venerdì in un briefing: «Stiamo lavorando con l'Ucraina e con Starlink per cercare di porre fine all'uso dei terminali da parte dei russi sul fronte».