Il caso

«Cristoforo Colombo era spagnolo ed ebreo»

Un documentario trasmesso dall'emittente statale RTVE, forte di un'approfondita analisi del DNA, contesta la tesi secondo cui l'esploratore fosse genovese
© Metropolitan Museum of Art
Red. Online
13.10.2024 08:31

Cristoforo Colombo era ebreo e originario della Spagna. A dirlo, forte di un'analisi del DNA, è un documentario televisivo spagnolo dedicato all'esploratore del Quattrocento, Columbus DNA: His True Origin, trasmesso dall'emittente statale RTVE. I ricercatori, guidati dall'esperto forense nonché docente all'Università di Granada Miguel Lorente, hanno analizzato minuscoli campioni di resti sepolti nella Cattedrale di Siviglia, da tempo indicata dalle autorità come l'ultima dimora di Colombo, sebbene tale affermazione sia stata da più parti contestata. Il team, quindi, ha proceduto a confrontare questi campioni con quelli di parenti e discendenti noti. Fra cui il figlio di Colombo.

Da tempo, oramai, si discute sulle origini e sul luogo in cui giace Cristoforo Colombo, figura dirompente che a partire dal 1490 guidò le spedizioni finanziate dalla Spagna alla ricerca di una via occidentale verso le Indie. Una via che, infine, venne trovata sebbene in realtà Colombo scoprì un nuovo continente: l'America. Diversi storici, a proposito delle origini di Colombo, hanno messo in discussione la teoria più affermata. E cioè, che l'esploratore fosse originario di Genova. Secondo altre teorie, Colombo invece era un ebreo spagnolo, oppure un greco, un basco o, ancora, un portoghese. Lorente, nel riferire delle sue ricerche, giovedì, ha innanzitutto confermato le teorie secondo cui i resti a Siviglia appartenevano effettivamente all'esploratore. «È stato possibile verificarlo con le nuove tecnologie» ha detto. «La precedente teoria, parziale, secondo cui i resti di Siviglia appartengono a Cristoforo Colombo può essere definitivamente confermata».

Quanto all'origine di Colombo, Lorente non ha nascosto che il processo per identificare una nazionalità è stato complicato. Ma «il risultato è quasi assolutamente affidabile» ha aggiunto il ricercatore. Colombo morì all'età di 55 anni nella città spagnola nord-occidentale di Valladolid nel 1506, ma volle essere sepolto sull'isola di Hispaniola, la prima colonia europea nel Nuovo Mondo, fondata proprio da Colombo nei suoi viaggi del 1492 e 1493, territorio oggi condiviso dalla Repubblica Dominicana e da Haiti. Le sue spoglie furono portate a Hispaniola nel 1542, quindi vennero trasferite a Cuba nel 1795 e, infine, secondo quanto sostiene la Spagna, a Siviglia nel 1898.

Al documentario ha partecipato anche Fracesc Albardaner, già presidente del Centre d'Estudis Colombins di Barcellona, mentre il regista Regis Francisco ha chiarito come le origini ebraiche e iberiche di Colombo siano più plausibili rispetto a quelle genovesi: «L'origine degli ebrei sefarditi è Sefarad. E Sefarad è il nome in ebraico che designa la penisola iberica nell'attuale Spagna. Al tempo di Colombo, vi vivevano circa 200 mila ebrei. Nella penisola italiana, invece, si stima che vivessero solo tra i dieci e i quindicimila ebrei. Ce n'erano circa 40 mila, è vero, in Sicilia. Ma ricordiamoci che la Sicilia, ai tempi di Colombo, apparteneva alla Corona d'Aragona». «Tutti i più importanti storici d'Italia, tutti, hanno scritto nero su bianco che è impossibile che il nostro Colombo fosse ebreo» gli ha fatto eco Albardaner. «In altre parole, c'è un'incompatibilità totale. Tutta la teoria genovese di Colombo entra in crisi se si accetta che Colombo sia ebreo». Secondo Albardaner, però, non è stato considerato un particolare importante: Genova aveva espulso gli ebrei nel dodicesimo secolo, «non c'erano persone, né comunità, né sinagoghe, niente di niente. Gli ebrei potevano restare a Genova solo tre giorni per fare affari e poi dovevano andarsene».

Di più, Colombo nelle sue lettere si esprimeva costantemente in spagnolo e non faceva mai accenno all'italiano. Nemmeno quando si rivolse al Banco di Genova. Il fatto che si sappia poco, se non pochissimo del suo passato potrebbe, paradossalmente ma nemmeno troppo, confermare la teoria che l'esploratore fosse ebreo. Bersaglio della violenza della folla antisemita, gli ebrei che vivevano nei regni cristiani subirono persecuzioni per tutto il secolo precedente quello di Cristoforo Colombo. A seguito del Decreto dell'Alhambra del 1492, inoltre, i rimanenti ebrei praticanti in Castiglia e Aragona furono costretti a convertirsi al cattolicesimo mentre coloro che continuarono a praticare l'ebraismo furono espulsi, creando comunità di diaspora in Europa, Nord Africa e Asia occidentale.