Il caso

Critiche per Russia Unita: «L'8 marzo ha regalato dei tritacarne alle madri dei soldati morti»

Il dono, arrivato da funzionari del partito al governo nella regione settentrionale di Murmansk, ha portato a una serie di critiche sui social – «Vergognoso e inappropriato»
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Red. Online
09.03.2025 14:30

In russo, il termine utilizzato per definire lo strumento da cucina noto, in italiano, come «tritacarne» è «myasorubka». Esattamente come nella nostra lingua, il vocabolo viene anche utilizzato per indicare battaglie caratterizzate da grandi perdite in termini di vite umane (un esempio famoso è la Rzhevskaya myasorubka, la battaglia di Rzev, nota come «tritacarne di Rzev»). Data questa ambivalenza del termine, stupisce come alcuni funzionari di Russia Unita, il partito di Putin, siano così ingenuamente caduti in una polemica che, nelle ultime ore, sta assumendo dimensioni indifferenti. 

Ieri, 8 marzo – Giornata internazionale dei diritti delle donne –, alcuni politici di Russia Unita attivi nella regione settentrionale di Murmansk hanno pubblicato sui social media foto che li ritraggono, sorridenti, mentre visitano madri in lutto per la perdita dei loro figli al fronte. Il post, spiega un articolo del Guardian, includeva un messaggio di ringraziamento alle «care mamme» per la loro «forza d'animo e l'amore che mettete nell'educazione dei vostri figli», e un regalo «iniziativa dell'ala femminile del partito»: un tritacarne, appunto.

L'idea, non c'è bisogno di dirlo, non è piaciuta molto ad alcuni commentatori online, russi, che al post hanno risposto definendo il gesto «vergognoso» e «inappropriato», considerata la tattica, spesso usata dal Cremlino contro l'Ucraina, di mandare i soldati all'attacco in piccoli gruppi e a ondate, subendo spesso pesanti perdite: un tritacarne. Secondo il sindaco della cittadina di Polyarniye Zori, Maxim Chengayev, che ha preso parte all'evento, il dono del tritacarne non era «inizialmente» previsto, ma alcune madri avrebbero fatto capire che l'attrezzo da cucina occorreva loro. «Non potevamo dire di no».

La sezione locale del partito nella città di Polyarniye Zori si è difesa dalle reazioni online, affermando che i critici stavano dando «interpretazioni insensibili e provocatorie» dei suoi doni. 

Le perdite

Russia e Ucraina, entrambe, hanno subito pesantissime perdite in questi tre anni di guerra, ma è difficile quantificarle in modo esatto.

Il mese scorso, il sito web russo Mediazona ha dichiarato di aver identificato i nomi di 91.000 soldati russi uccisi, ma hanno aggiunto che il bilancio effettivo è probabilmente «notevolmente più alto». Secondo una stima statunitense divulgata dall'allora segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, a fine 2024 le perdite russe ammontavano ad almeno 700 mila soldati morti o feriti. Stime britanniche posizionano la cifra a 790 mila (fino al 7 gennaio 2025), mentre le forze armate ucraine a 800 mila. 

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dal canto suo, ha dichiarato a febbraio che più di 46.000 soldati ucraini sono stati uccisi e circa 380.000 feriti. I media, basati su fonti occidentali, hanno fornito un bilancio delle vittime militari ucraine stimato tra i 50.000 e i 100.000. Le stime statunitensi (ferme a settembre 2024) parlano invece di 80 mila morti e 400 mila feriti.

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