Repubblica Dominicana

Crollo della discoteca di Santo Domingo, concluse le «operazioni di soccorso»

Il bilancio delle vittime della tragedia del Jet Set sale ad almeno 184 morti: secondo le autorità, sono state esaurite le possibilità di trovare altri superstiti
©Ricardo Hernandez
Red. Online
10.04.2025 07:30

È sempre più tragico il bilancio del disastro di Santo Domingo. Secondo gli ultimi aggiornamenti, sono almeno 184 le persone rimaste uccise nel crollo del tetto della discoteca Jet Set, locale famosissimo di Santo Domingo. Una delle più grandi tragedie della Repubblica Dominicana, paragonabile solo all'incendio che divampò a seguito di una rissa in una prigione di Higüey nel 2005, in cui morirono 136 detenuti. 

Come già reso noto ieri, tra le vittime sono stati identificati anche i corpi della governatrice della provincia di Montecristi, Nelsy Cruz, un figlio del ministro dei Lavori Pubblici dominicano, Eduardo Estrella oltre agli ex giocatori di baseball delle Major League Octavio Dotel e Tony Blanco. E non solo. Tra i morti c'è anche Rubby Pérez, star della musica merengue che si stava esibendo nel locale proprio quando il tetto è crollato. 

Nonostante manchino all'appello ancora numerose persone, le ricerche dei sopravvissuti sono state dichiarate sospese. Come si legge in una dichiarazione, «tutte le ragionevoli possibilità di trovare altri superstiti sono state esaurite». L'attenzione, ora, si concentra «sul recupero dei corpi». Per due giorni, oltre 300 soccorritori hanno setacciato cumuli di macerie, insieme ai vigili del fuoco, per trovare qualche sopravvissuto. Secondo gli ultimi aggiornamenti, sono oltre 500 le persone rimaste ferite nella tragedia. 

Nel frattempo, i parenti delle persone scomparse si sono radunati negli ospedali e fuori dalla discoteca crollata, in attesa di notizie dei loro cari. Come si evince dalle immagini aeree del luogo del disastro, sembra che dove un tempo sorgeva la discoteca ci sia stato un terremoto. Nel mezzo di ciò che rimane del locale, ora, è presente un buco enorme. Lì, fino a qualche giorno fa, sorgeva il tetto del club. Club che era un punto fermo nella vita notturna di Santo Domingo da mezzo secolo. 

Per i parenti delle vittime, neanche a dirlo, è impossibile trovare pace. È il caso di Shailyn Peña, figlia di Maximo Peña, un uomo che frequentava la discoteca Jet Set ogni lunedì. La 17.enne, alla BBC ha raccontato che il padre era particolarmente emozionato per il concerto di Rubby Pérez di lunedì sera, tanto da aver portato con sé anche la moglie e la sorella. Ora sono tutti e tre sepoilti sotto le macerie della discoteca crollata. «Non ho più avuto notizie di nessuno di loro», ha detto la giovane, seduta su un muro fuori dal locale ridotto in macerie. «Per loro era solo un lunedì sera come tanti altri».

Le autorità assicurano di star facendo il possibile per tenere informata la popolazione, seppur diffondendo «tragici aggiornamenti» sul numero delle vittime, che continua, inesorabilmente, ad aumentare. A intervalli regolari, una squadra esce dal luogo del disastro trasportando un corpo coperto da un lenzuolo su una barella. «Non possiamo escludere nulla», ha dichiarato il direttore del Centro operativo di Emergenza, Juan Manuel Mendez. «Esamineremo ogni centimetro delle macerie per dare una sorta di conclusione alle famiglie delle persone rimaste coinvolte nel disastro», ha dichiarato. Anche se, come detto, le operazioni per la ricerca dei sopravvissuti sono ormai state dichiarate concluse. 

Intanto, cominciano a circolare le prime teorie su che cosa abbia causato il crollo. Nelle scorse ore, molte persone hanno puntato il dito contro un incendio scoppiato nella discoteca circa due anni fa. Secondo alcuni, il rogo potrebbe aver indebolito la struttura del locale. O, ancora, le riparazioni effettuate all'epoca potrebbero non essere state sufficienti o non a norma.