Il punto

Da dove arriva, e che significato ha, la «nuova» bandiera della Siria

Il vessillo, in queste ore, viene mostrato in segno di giubilo nelle piazze e nelle strade delle città siriane ma anche all'estero
I festeggiamenti a Copenaghen, in Danimarca. © AP/Emil Nicolai Helms
Marcello Pelizzari
08.12.2024 18:30

La caduta del regime di Bashar al-Assad, in Siria come all’estero, è stata salutata con pianti liberatori, abbracci, grida di felicità e, ancora, un diffuso e spontaneo sventolio di bandiere. Già, le bandiere. Le persone scese in piazza o per strada, festanti, hanno sventolato un vessillo «alternativo» rispetto a quello, sin qui, utilizzato per identificare la Siria. Un tricolore (verde, bianco e nero) con tre stelle rosse.

Si tratta della bandiera che, sin dal 2011, rappresenta l’opposizione al regime siriano. E, di riflesso, al potere sanguinario della famiglia Assad. Il vessillo ha una storia lunga. E importante. Venne issato per la prima volta nel 1932 ad Aleppo e adottato, come bandiera ufficiale, nel 1936 in seguito alla semi-indipendenza ottenuta dalla Siria rispetto alla Francia. La bandiera, ancora, venne conservata anni dopo, quando il Paese fu dichiarato completamente indipendente (il 17 aprile del 1946). In termini simbolici, le tre stelle rappresentano i distretti di Aleppo, Damasco e Deir ez-Zor. Ovvero, le tre grandi città siriane dell’epoca.

Nel 1980, il regime baathista guidato dal padre di Bashar al-Assad, Hafiz al-Asad, propose una nuova bandiera. Con due sole stelle, verdi, e una banda orizzontale rossa al posto di quella, originaria, verde. Anche in questo caso, il vessillo non era una novità assoluta: apparve una prima, primissima volta nel 1958 quando la Siria e l’Egitto formarono, per brevissimo tempo, la Repubblica Araba Unita. Di qui le due stelle. I colori, invece, si ispiravano alla bandiera egiziana. Fu proprio il padre di Assad, durante il suo regno, a imporre questo vessillo in via ufficiale. Gli eventi del 2011, tuttavia, fecero ritornare in auge la bandiera con tre stelle rosse. Una scelta di campo, appunto, per manifestare il proprio dissenso nei confronti del potere. A novembre di quell’anno, il Consiglio nazionale siriano, un’autorità politica di transizione basata a Istanbul, in Turchia, e deputata a coordinare tutti gli oppositori al regime baathista di al-Assad, adottò ufficialmente questa bandiera. Lo stesso fece l'Esercito Siriano Libero, uno dei più importanti gruppi di opposizione armata operativo in Siria, attivo durante la guerra civile e composto da ex personale e volontari delle forze armate siriane regolari. Il resto, beh, è storia recente.