Da resort nazista a rifugio balneare: la storia del Colosso di Prora
Nel nord della Germania c'è un'isola dove il mare è limpido, calmo e poco profondo. Le spiagge sono sconfinate, bianche, fini, setose e puntellate di Strandkörbe, le caratteristiche sedie di vimini del Mar Baltico. Questo è un luogo dove le onde scarseggiano, mentre il verde abbonda. Dove le scogliere sono pittoresche, tanto da aver ispirato Caspar David Friedrich per alcuni dei suoi dipinti. In quest'oasi pacifica, che altro non è che l'isola di Rügen, la più grande di tutta la Germania, tra pescatori, agricoltori, e ovviamente anche qualche turista, a quasi 200 km dalla capitale tedesca sorge il Colosso di Prora. Un enorme resort voluto fortemente da Hitler con l'idea di trasformarlo nell'edificio più lungo del mondo. Dopo quasi novant'anni dalla sua costruzione, qualcosa è cambiato e ancora sta cambiando. L'imponente ex-resort si prepara a vivere una seconda vita: quella di rifugio balneare del 21. secolo.

Visibile anche dallo spazio
Prima di parlare del Colosso di Prora di oggi, dobbiamo dare uno sguardo al Colosso di Prora di ieri: un resort all-inclusive, di dimensioni senza precedenti, in grado di attirare i turisti e diventare la meta prediletta dai tedeschi per trascorrere le proprio vacanze. O meglio, secondo le intenzioni di Hitler, quando negli anni trenta ne ordinò la costruzione sulla costa baltica. Otto blocchi di sei piani collegati tra loro, dotati di camere lunghe e sottili, così da poter garantire a tutti gli ospiti la sempre tanto richiesta vista sul mare. Alla struttura si sarebbero poi aggiunte due grandi piscine complete di onde artificiali, ma anche due teatri, diversi ristoranti e un'enorme sala centrale per raduni e celebrazioni. E dietro le quinte, un'equipe di oltre 5.000 persone pronte a collaborare per il benessere del resort. Parecchio ambiziose, le aspettative di Hitler. Specie se pensiamo che, tutt'ora, il complesso è talmente imponente da essere visto addirittura dallo spazio da orbite relativamente basse. Una versione ridotta della Muraglia Cinese, per certi versi.

Parate e giochi
Il resort avrebbe dovuto ospitare 20.000 persone durante la stagione estiva e - come dicevamo - accaparrarsi il titolo di edificio più lungo del mondo, con i suoi 4,5 chilometri di lunghezza totali. Ma come ogni (troppo) grande progetto che si rispetti, anche in questo caso il Colosso di Prora non riuscì a raggiungere il suo splendore. I lavori, a cui parteciparono oltre 9 mila uomini, iniziarono quasi immediatamente, nel 1936, sotto l'occhio vigile dell'architetto del partito nazista Clemens Klotz. «Hitler voleva fare propaganda attraverso il cemento», sostiene lo storico tedesco Marco Esseling, in un'intervista al Financial Times. Costruendo il Colosso di Prora, il Führer si impegnava quindi da un lato a stupire i cittadini tedeschi, e dall'altro ad aumentare il consenso, coinvolgendoli in prima persona. Le vacanze sull'isola di Rügen sarebbero infatti state tutto fuorché tradizionali: il programma giornaliero del resort includeva infatti anche giochi e parate, per regalare agli ospiti un'esperienza differente.

Da resort a covo per la Stasi
Tuttavia, il sogno svanì prima ancora che potesse essere interamente diventato realtà. Nel 1939, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la costruzione del Colosso venne interrotta e l'edificio non fu mai completato. Per un po' visse di rendita, reinventandosi come caserma militare per i nazisti, negli anni del conflitto mondiale, fino a quando non divenne presidio delle truppe sovietiche, che ne distrussero alcuni blocchi. A distanza di anni, l'edificio cambiò ancora le sue vesti e spense i riflettori per trasformarsi in un covo dell'esercito e della polizia segreta - la cosiddetta Stasi - della Germania dell'Est. Da sfarzoso resort attira turisti, il Colosso si trasformò in un luogo sconosciuto e segreto, e venne addirittura cancellato dalle mappe. Solo la presenza di due stazioni ferroviarie, in prossimità della struttura, aiutava a far riemergere il ricordo di quello che era stato un tempo l'ambizioso progetto. Fu solo grazie alla caduta del muro di Berlino che la struttura ricominciò, debolmente, a scrollarsi di dosso la polvere accumulata in tutti quegli anni, ritrovando una nuova luce. Nei primi anni 90 divenne lo studio di diversi artisti, mentre nel 2004 addirittura ospitò la mostra permanente MACHT Urlaub (dal tedesco, "fate vacanze"), dedicata proprio alla storia del complesso.
Ripartire con qualche difficoltà
Dare una nuova vita all'edificio, tuttavia, è stata un'operazione piuttosto complicata. La ripartenza, a partire dai primi anni 2000, fu particolarmente laboriosa e ad oggi, sono solo cinque su otto i blocchi del resort a cui è stata data una nuova vita, ossia 2,5 chilometri sui 4,5 complessivi di edificio. Come si legge sul Financial Times, il primo a investire nella struttura è stato Binzprora, una società di investimento che ha provveduto all'acquisto del Colosso già nel 2005, per una cifra irrisoria di 350.000 euro. Tuttavia, sono dovuti passare altri dodici anni prima che la società riuscisse a iniziare i lavori di ristrutturazione, a causa di problemi di pianificazione e di difficoltà legate allo status di Prora. Con un po' di pazienza, dopo il fatidico acquisto dell'intero blocco III, Binzprora ha contribuito a cambiare il destino del complesso, costruendo 250 appartamenti che verranno completati entro la fine dell'anno. Contemporaneamente, come leggiamo su Il Post, a Prora sono sorti anche due alberghi, il Dormero nel 2018 e il Solitaire, nel 2016, che occupa il blocco II. Quest'ultimo, in particolare, offre spaziosi loft, oltre a saune e piscine dal design scandinavo. Recentemente ha fatto la sua comparsa anche un ostello, che vanta di essere il «più lungo al mondo» e di offrire posti letto a partire da 30 euro a notte.

Un nuovo capitolo
Sebbene il Colosso di Prora stia un po' risorgendo dalle sue ceneri come una fenice, il progetto rimane «controverso» per diverse ragioni. In particolare, neanche a dirsi, per il suo passato nazista. Secondo alcuni critici, infatti, è inopportuno commercializzare la storia e trarre profitti da un edificio sorto in epoca nazista. Seconda questa visione, attirando i turisti a Prora in un certo senso si andrebbe a realizzare l'obiettivo di Hitler e dei nazisti. Gli imprenditori sono però di tutt'altro avviso. Secondo Rolf Hoffmeister, funzionario di Binzprora, Prora ora è per i giovani, come dimostra anche la presenza di alternative low cost come quella dell'ostello più lungo al mondo. «Per loro il passato è passato», afferma l'uomo, aggiungendo che gli anziani, più sensibili all'argomento del nazismo, tendono al contrario a preferire la vicina Binz come località di villeggiatura. Ma non è tutto. Secondo quanto si legge in un'intervista del 2016 a NPR, l'imprenditore Ulrich Busch, titolare della società immobiliare che ha costruito il Solitaire, riqualificare l'area è la soluzione, nonché la risposta migliore per combattere il pensiero antiquato e terribile dell'era nazista. E infatti, passo dopo passo, la zona ricomincia a popolarsi di turisti, si creano nuovi posti di lavoro, nascono nuovi servizi, e Prora sembra pronta a scrivere il prossimo brillante capitolo della sua storia lasciata a metà.