Da Taylor Swift a Beyoncé: le false citazioni dei VIP contro l'Ucraina

Taylor Swift e Selena Gomez. Ma anche Beyoncé, Oprah, Gigi Hadid, Lady Gaga e Jennifer Lopez. E ancora: Justin Bieber, Shakira, Gwyneth Paltrow e Cristiano Ronaldo. Tutte celebrità recentemente finite al centro di una campagna di propaganda filorussa che, secondo Wired, da novembre a oggi ha raggiunto – solo su Facebook – 7,6 milioni di persone. Una rete di account pro-Cremlino avrebbe diffuso sui social network numerose immagini dei VIP in questione, a cui sono state attribuite false citazioni contro l’Ucraina. Qualche esempio?
«Per quanto ancora andrà avanti? Gli ucraini si comportano come ciarlatani e noi continuiamo a pagare. Non è giusto». La scritta è in francese ed è accostata a una foto di Taylor Swift. Ma anche: «Ogni volta che gli ucraini ricevono soldi, tutto va storto». Questa volta la citazione è in tedesco ed è associata a un’immagine di Selena Gomez.
Poi, sempre in tedesco: «È davvero deludente il modo in cui gli ucraini utilizzano i nostri aiuti. Qualcuno deve fermare tutto questo, sul serio». La frase è attribuita a Kim Kardashian. «Sostenere gli ucraini è inaccettabile. Le loro azioni distruggono vite e società». Questo lo avrebbe detto Oprah.
La nuova campagna di disinformazione è stata lanciata a novembre, principalmente su Facebook e X, e sarebbe opera di una rete di propaganda russa denominata Doppelgänger. L'organizzazione dietro alle fake news è già stata accusata di aver colpito in passato e avrebbe legami con il GRU, i servizi segreti militari russi.
All’inizio di novembre i ricercatori di Reset, un’organizzazione no-profit contro la disinformazione, hanno individuato almeno 560 post su Facebook con immagini di celebrità accompagnate da citazioni filo-russe e anti-ucraine. Alcuni di questi annunci hanno raggiunto qualche migliaio di utenti, mentre altri sono diventati virali. Un post con protagonista Cristiano Ronaldo ha raggiunto oltre 115 mila persone prima di essere eliminato da Meta. Accanto all'immagine del calciatore era presente la frase: «È frustrante vedere come gli ucraini usano i nostri aiuti. Qualcuno deve fermare tutto questo».
Secondo i ricercatori la campagna riesce a raggiungere così tante persone perché «sfrutta le lacune nei sistemi di verifica degli annunci e di moderazione dei contenuti di Facebook, promuovendo l’ostilità contro gli ucraini e minacciando il sostegno dell’UE a Kiev». Includere le citazioni all’interno delle immagini rende più difficile per Facebook individuare i contenuti falsi. La campagna lanciata a novembre era rivolta principalmente a francofoni e germanofoni.
Su X, sono invece stati utilizzati oltre 10 mila account gestiti da bot, i programmi automatizzati che si fingono utenti reali. Gli esperti hanno scoperto che, nell’arco di otto ore, sono stati pubblicati oltre 27 mila post, con picchi di 120 messaggi al minuto. Da quando Elon Musk ha preso il controllo della piattaforma social, nell'ottobre 2022, il team attivo sul fronte della sicurezza è stato ampiamente depotenziato e la disinformazione è esplosa su quello che fino a poco tempo fa era conosciuto come Twitter.
Come detto, non è la prima volta che la diffusione di fake news contro l’Ucraina e la campagna Doppelgänger finiscono sotto i riflettori: la rete di propaganda filo-russa risulta attiva almeno da maggio 2022 ed era già stata smascherata nel settembre 2022 da EU DisinfoLab, un'altra organizzazione no-profit contro la disinformazione. In quel caso, il gruppo aveva diffuso falsi articoli di siti di informazione conosciuti a livello internazionale, come il Guardian e la Bild, per promuovere l'operazione militare russa. Sempre nel 2022, la Francia aveva accusato Mosca (anche in questo caso era spuntato il nome Doppelgänger) di avere pubblicato articoli falsi contro l'Ucraina su «siti fotocopia» di Le Parisien, Le Monde, Le Figaro e 20 Minutes.
Non solo. I propdagandisti dietro a Doppelgänger sarebbero responsabili anche di recenti falsi articoli di Fox News sulla guerra tra Israele e Hamas, nonché di video di VIP con l'audio modificato. Secondo i ricercatori di Reset, la scarsa sicurezza dei social media di Meta rappresenta «un problema sia per l’Europa che per gli Stati Uniti», specialmente con le elezioni presidenziali alle porte, perché «gli autori delle fake news continueranno a sfruttare le lacune nei sistemi pubblicitari di Facebook per indirizzare contenuti ingannevoli e provocatori a milioni di elettori nelle più grandi democrazie del mondo».