Giustizia

Dagli omicidi alle stragi, ecco di che cosa è accusato Matteo Messina Denaro

Due le condanne all'ergastolo: nel 1993 al maxi-processo Omega e nel 2020 per il suo ruolo a Capaci e in via d'Amelio – Fu lui a organizzare il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell’acido
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Red. Online
16.01.2023 16:00

Perché Matteo Messina Denaro era l’ultimo boss di «prima grandezza» ancora ricercato? O meglio, di quali reati era ed è accusato? Andiamo con ordine.

Associazione mafiosa

Nel 1989, Matteo Messina Denaro aveva 27 anni. Fu coinvolto nella faida tra i clan Accardo e Ingoglia di Partanna. Venne denunciato per associazione mafiosa. Due anni più tardi, fu il responsabile dell’omicidio di Nicola Consales, proprietario di un hotel di Triscina reo di essersi lamentato con la sua impiegata austriaca. L’impiegata era l’amante del boss mafioso.

L’omicidio Alcamo

Altro giro, altro anno: 1992. A luglio, Messina Denaro fu tra gli esecutori dell’omicidio di Vincenzo Milazzo, a capo della cosca di Alcamo. Pochi giorni più tardi, invece, strangolò Antonella Bonomo, la compagna di Milazzo, incinta di tre mesi. I cadaveri vennero seppelliti in campagna, a Castellammare del Golfo.

La condanna all’ergastolo

Nel 1993, quando cominciò la sua latitanza, nei confronti di Messina Denaro venne emesso un mandato di cattura per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e altri reati minori. Al maxi-processo Omega, nel 2000, il boss venne condannato in contumacia all’ergastolo.

Di Matteo sciolto nell’acido

Messina Denaro organizzò, assieme ad altri, il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo per costringere il padre Santino a ritrattare le sue confessioni sulla strage di Capaci. Il bambino, dopo 779 giorni di prigionia, venne strangolato, con il corpo che in seguito fu sciolto nell’acido. Il piccolo Di Matteo fu rapito il 23 novembre 1993 e ucciso l’11 gennaio 1996. Nel 1994, Messina Denaro organizzò un attentato contro il pentito Totuccio Contorno.

Il suo ruolo nelle stragi

Il 21 ottobre 2020 la Corte d’Assise di Caltanissetta condannò Messina Denaro all’ergastolo per il suo ruolo nelle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino oltre alle rispettive scorte. Messina Denaro, in particolare, fu uno dei mandanti degli attentati.

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