Il punto

Dai coltelli al pestaggio di uno steward: ecco perché Emis Killa è indagato nell'inchiesta sugli ultras milanesi

Il rapper è stato iscritto nel registro degli indagati per associazione a delinquere – Da Luca Lucci in giù, l'artista ha frequentato l'ambiente della Sud milanista, entrando anche in affari con molti esponenti
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Red. Online
29.01.2025 16:30

Alla fine, non salirà sul palco dell'Ariston. Emis Killa, infatti, ha rinunciato a partecipare al Festival di Sanremo. Eppure, se avesse voluto, avrebbe potuto farlo. Nonostante un DASPO, ovvero un divieto di accedere alle manifestazioni sportive, e nonostante l'iscrizione nel registro degli indagati per associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta Doppia curva della Direzione distrettuale antimafia sugli affari criminali del mondo ultrà interista e milanista. L'inchiesta, lo scorso settembre, aveva portato a 19 misure cautelari e all'azzeramento, o quasi, delle due curve calcistiche di Milano. 

Emiliano Rudolf Giambelli, 35 anni, in arte Emis Killa, era balzato agli onori della cronaca già la mattina del 30 settembre. Quando, cioè, i poliziotti della Mobile avevano perquisito la sua casa di Vimercate, nel Milanese, scoprendo un vero e proprio arsenale. Citiamo il Corriere della Sera: sette coltelli, tre tirapugni, uno sfollagente e un taser, per tacere dei quasi 40 mila euro in contanti. Il questore, Bruno Megale, nei suoi confronti aveva firmato il divieto di entrare in qualsiasi stadio per tre anni. Anche, se non soprattutto, per via dei suoi rapporti molto stretti con uno dei leader storici della Curva Sud rossonera, Luca Lucci, per tutti «la Belva», ora in carcere per narcotraffico e tentato omicidio. Emis Killa, in particolare, aveva partecipato al pestaggio di uno steward, lo scorso 11 aprile, a San Siro, in occasione di Milan-Roma. 

Artista, o meglio rapper, da 2,6 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, Emis Killa era stato identificato al pari di altri quattordici ultras del Milan, fra cui il fratello di Lucci, Francesco, pure lui in carcere. Lo steward era stato picchiato poiché aveva tentato di negare l'ingresso a due tifosi che volevano entrare con un unico biglietto. Le telecamere avevano immortalato Emis Killa mentre osservava l'aggressione. Non finisce qui, in ogni caso: durante Milan-Torino, il 17 agosto, il rapper era allo stadio assieme a Luca Lucci. I due si trovavano in una lounge del primo anello. Lucci, quella sera, aveva fatto ritorno a San Siro dopo un'eternità e, secondo logica, dopo aver ottenuto il permesso dei giudici. La Curva Sud lo aveva accolto con uno striscione: «Il joker ride sempre». Uno striscioone «chiaramente ostentato in onore di Lucci», secondo la Direzione distrettuale antimafia di Milano.

E ancora: Emis Killa era così amico, se non addirittura intimo, degli ultras milanisti al punto da gestire con uno di loro, Fabiano Capuzzo, arrestato a fine settembre, la barberia Italian Ink di Monza. Italian Ink, allargando il campo, è una catena di barberie e tatoo studio nella quale erano confluiti anche gli interessi di Fedez e che, secondo gli inquirenti, era la cassaforte di Lucci. I rapporti fra Emis Killa e Luca Lucci erano un «fatto noto» da tempo: il 26 dicembre del 2022, ad esempio, gli investigatori della Mobile avevano immortalato il rapper a Scanzorosciate, a casa di Luca Lucci in quel momento ai domiciliari, in occasione della cena di Natale. Al tavolo c'erano altri ultras che finiranno in carcere: Islam Hagag, amico stretto di Fedez, Luciano Romano, Fabiano Capuzzo, Rosario Calabria, legato alle cosche calabresi, e Daniele Cataldo, accusato del tentato omicidio del rivale di Lucci, Enzo Anghinelli, nel 2019. Personaggi, tutti, con cui Emis Killa verrà immortalato anche nell'aprile del 2023, fuori dal bar gestito da Lucci. Bar spesso utilizzato come base operativa per i summit della Sud. Quel 1. aprile, nel locale di Lucci, oltre a Capuzzo, Cataldo e Calabria, c’era anche Francesco Terlizzi, già arrestato in un’inchiesta «correlabile a un’associazione mafiosa guidata da esponenti della nota famiglia Flachi, notoriamente egemone nella Comasina e nel comune di Bruzzano» come sottolinea Domani.

Che Emiliano Rudolf Giambelli, in arte Emis Killa, avesse rapporti con gli ultras del Milan non era certo un mistero. Fino a ora, indubbiamente, rappresentavano o potevano rappresentare un problema di immagine. Adesso, però, sono diventate pure una questione penale, visto che il nome del rapper è stato iscritto nel registro degli indagati.

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