Guerra

Dai missili ai droni kamikaze, come cambia la strategia di Mosca

Mentre gli analisti, in coro, affermano che l'arsenale russo «classico» si sta svuotando le città ucraine, Kiev in testa, hanno subito nuovi attacchi
© AP
Marcello Pelizzari
17.10.2022 10:00

Sì, la Russia negli ultimi giorni ha ripreso a bombardare, pesantemente, l’Ucraina. Toccando anche la capitale, Kiev, dove la popolazione da mesi stava vivendo una quasi normalità. Gli analisti, a tal proposito, si sono posti una domanda: quanti e quali tipi di missili può ancora sfruttare Mosca? O meglio: l’arsenale russo si sta svuotando o c’è margine per sferrare altri attacchi? E perché, all'improvviso, l'invasore ha puntato sui droni kamikaze iraniani? Alcuni, nel rispondere, ritengono che la Federazione potrebbe avere esaurito le sue scorte di armi di precisione a lungo raggio. D’altronde, la guerra si sta trascinando da quasi otto mesi mentre le sanzioni imposte dall’Occidente stanno minando l’economia del Paese, costringendo l’apparato militare a utilizzare missili meno precisi o, appunto, droni. Non è del tutto chiaro, in ogni caso, se la Russia abbia o meno abbastanza armi per continuare ad attaccare l’Ucraina con la medesima intensità delle ultime settimane, una vera e propria risposta all’esplosione avvenuta sul ponte di Kerch l’8 ottobre.

Che cosa dice la Russia?

I funzionari russi spiegano che l’esercito ha scorte sufficienti di missili a lungo raggio. Non solo, le fabbriche ne starebbero producendo in grandi quantità, contrariamente a quanto dice l’Occidente.

Detto ciò, l’esercito di Mosca non ha mai dato i numeri, nel senso che nessuno sa quanti missili siano stati effettivamente sparati e quanti ne siano rimasti. Non esistono, nemmeno, dati per valutare in maniera indipendente lo stato dell’arsenale russo.

Vladimir Putin in persona, di recente, ha tenuto una riunione per discutere l’aumento di produzione di armi. Evitando, tuttavia, di fornire dettagli nella parte introduttiva del meeting, trasmessa alla televisione.

Perché Mosca potrebbe aver esaurito le scorte?

Dopo la citata esplosione sul ponte di Kerch, la Russia ha reagito lanciando attacchi missilistici e, soprattutto, sfruttando l’intera gamma delle sue armi di precisione a lungo raggio: missili da crociera Kh-55 e Kh-101 lanciati dai bombardieri strategici, missili da crociera Kalibr lanciati dal mare e missili Iskander lanciati da terra.

Le truppe russe hanno pure utilizzato sistemi di difesa terra-aria S-300 per colpire obiettivi a terra. Secondo alcuni esperti, sarebbe un segno inequivocabile che la Russia è a corto di armi. E questo perché i sistemi S-300 non sono abbastanza precisi. Per dirla con Ian Williams, analista presso il Center for Strategic and International Studies di Washington citato da Associated Press, i sistemi S-300 «non hanno la precisione nemmeno per colpire l’edificio che vuoi colpire».

Il loro uso, per contro, potrebbe anche essere motivato dalla presenza di un’abbondante scorta di sottotipi più vecchi, sostituiti negli anni da armi di diesa aerea più avanzate, ma altresì dal desiderio e dalla necessità dei militari russi di preservare i missili a lungo raggio più costosi e moderni per obiettivi prioritari.

Ribadito che è quasi impossibile ottenere cifre indipendenti, secondo altri ricercatori è innegabile che il modo in cui la Russia sta usando le sue armi è eloquente. In un recente attacco a Mykolaiv, ad esempio, un missile terra-aria è stato utilizzato per centrare un bersaglio a terra. Quantomeno strano.

C’è anche da dire che da tempo, oramai, la Russia sembra riluttante a schierare le sue forze aeree in gran numero sull’Ucraina, le cui difese aeree si sono dimostrate più capaci – e più elusive – di quanto Mosca apparentemente si aspettasse. Di qui la scelta di lanciare attacchi da lontano, al di là della portata delle difese aeree ucraine, a volte da centinaia di chilometri di distanza dagli obiettivi.

Che cosa dice Washington?

Gli Stati Uniti, a tal proposito, che cosa dicono? L’amministrazione Biden ritiene che la Russia abbia esaurito le scorte delle sue armi più efficienti. Vi sarebbero diverse prove, al riguardo, sebbene Washington affermi che difficilmente Mosca mollerà la presa. Continuando, anzi, a bombardare le aree civili a Kiev e in altre città ucraine.

I funzionari statunitensi, comunque, hanno notato con un certo interesse che la Russia, all’indomani dell’esplosione avvenuta sul ponte di Kerch, ha adoperato missili da crociera e, ancora, artiglieria e razzi a corto raggio. Una scelta che dimostrerebbe quanto sospettato, e cioè che Mosca sta finendo le armi a medio raggio, più economiche e più affidabili, e che sta faticando a ricostruire le sue scorte a causa delle sanzioni e delle interruzioni nella catena di approvvigionamento.

Il ruolo dei droni

Lanciare un gran numero di missili senza la necessaria precisione, di nuovo, potrebbe significare che la Russia, semplicemente, sta impegnando e distraendo le difese aeree ucraine per poi colpire, con i suoi missili migliori, obiettivi di alto valore e infrastrutture chiave. Mosca, secondo Williams, potrebbe pure agire strategicamente: sapendo di colpire obiettivi civili, cerca di scatenare il panico e spingere Kiev ad accettare un cessate il fuoco. Ovviamente favorevole alla Federazione.

Già prima degli attacchi aerei della scorsa settimana, concludendo, un alto funzionario dei servizi segreti ucraini, Vadym Skibitsky, ha dichiarato che la Russia aveva esaurito circa il 65% delle sue scorte di missili e probabilmente aveva solo il 20% delle sue scorte di missili balistici Iskander, una delle armi preferite da Mosca.

Non è un caso, dunque, se Mosca in queste ore sta lanciando attacchi a Kiev e altre città utilizzando i famosi (ed economici) droni kamikaze iraniani. Sono, leggiamo, strumenti efficaci poiché hanno una sezione trasversale piuttosto piccola e, quindi, sono abbastanza difficili da rilevare per i radar. Anche perché volano a bassa quota. La Russia, poi, li ha inviati a ondate sulle città ucraine, a sciami diciamo, rendendo le manovre di contrasto ucraine meno forti. 

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