«Dai wet market arrivano i virus letali per l’uomo: vanno chiusi»

(ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI) L’organizzazione internazionale Animal Equality ha lanciato una petizione online per chiedere all’Onu la chiusura dei «wet market», i «mercati umidi» diffusi in Asia, in cui gli animali vengono tenuti ammassati in gabbie per poi essere uccisi in maniera brutale solo per soddisfare i clienti che desiderano carne appena macellata. A causa di scarsissime condizioni igieniche, questi mercati rappresentano una minaccia per la salute pubblica ed è proprio qui che hanno avuto origine diverse epidemie, come quella della SARS. Secondo molti ricercatori anche il Sars-CoV-2, il coronavirus responsabile della Covid-19, avrebbe avuto origine in un «wet market», nello specifico quello di Wuhan, in Cina. «Se prendi gli animali selvatici e li metti in un mercato con animali domestici o altri animali, dove c’è la possibilità per un virus di fare il salto di specie, stai creando una super-autostrada per i virus per passare dall’animale selvatico all’uomo. Non possiamo più farlo. Non possiamo più tollerarlo. Voglio che i ‘wet market’ siano chiusi per sempre», ha affermato il dottor Ian Lipkin, esperto di malattie infettive, citato da «La Stampa». «Gli scienziati stimano che più di 6 malattie infettive su 10, tra quelle conosciute, sono state diffuse dal contatto con gli animali, e 3 su 4 delle nuove o emergenti malattie infettive provengono dagli animali», sottolinea inoltre il Centers for Disease Control and Prevention. Gli attivisti di Animal Equality hanno realizzato un serie di filmati in alcuni «wet market» di Cina, Vietnam e India. Le immagini sono raccapriccianti e mostrano cani, gatti, capre, galline, cervi, procioni, coccodrilli e rane che vengono tenuti in condizioni igieniche inesistenti, ammassati gli uni sugli altri tra sangue, cadaveri e sporcizia di ogni genere.