Dalla cena con Filippo Turetta al ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, che cosa sappiamo
Il corpo di Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa da sabato 11 novembre insieme all'ex fidanzato Filippo Turetta, è stato ritrovato. Il cadavere è stato rinvenuto oggi, sabato 18 novembre, in un canalone a Pian delle More, tra il Lago di Barcis e Piancavallo, in provincia di Pordenone. Le ricerche si erano concentrate in questa zona dopo che, giovedì, era stata riattivata la telecamera che registra il passaggio dei veicoli all'ingresso dell'area turistica di Piancavallo. Scollegata per consentire alcuni lavori di manutenzione, durante lo stop il software ha comunque continuato a registrare i passaggi di vetture. Alla riaccensione, è scattato l'allarme per il transito dell'automobile di Filippo, una Fiat Grande Punto nera. Ieri, invece, era spuntato un video: le telecamere dello stabilimento Christian Dior, a Fossò, avevano ripreso l'aggressione di Filippo nei confronti della ventiduenne, avvenuta a mani nude.
La relazione e i ricatti emotivi
Giulia e Filippo, in passato, hanno avuto una relazione sentimentale. Si erano conosciuti all'Università di Padova, dove entrambi erano studenti di Ingegneria biomedica. Giulia si sarebbe dovuta laureare proprio questa settimana. Purtroppo, è andata diversamente. Il loro amore era terminato un anno dopo la morte della madre di Giulia. I due, però, erano rimasti in buoni rapporti e venivano considerati amici, sebbene le testimonianze emerse dopo la loro scomparsa lasciassero pensare, piuttosto, a un rapporto tossico. Elena Cecchettin, la sorella maggiore di Giulia, ha spiegato a Repubblica che «Filippo aveva manie di controllo» e «ricattava emotivamente» Giulia. «È stato il vostro bravo ragazzo» si è limitata a dire oggi Elena, nelle stories di Instagram, dopo aver espresso con un post il proprio amore per Giulia: un selfie in bianco e nero, davanti allo specchio, e due frasi in inglese. «Rest in power. I love you»
Sabato scorso, l'11 novembre, i due ventiduenni si sono visti per andare a cercare i vestiti di laurea di Giulia. Testimoni li hanno collocati alla Nave de Vero, un centro commerciale a Marghera, e in un McDonald's della struttura. L'ultimo messaggio di Giulia alla sorella, a tema abbigliamento, è stato spedito alle 22.43.
L'aggressione
Secondo le ricostruzioni delle autorità, e le testimonianze fornite, Giulia e Filippo hanno discusso in un parcheggio a Vigonovo, non lontano dalla casa dei Cecchettin. Sembrerebbe che Giulia, nella circostanza, sia stata trattenuta in automobile contro la sua volontà. Un testimone, sentendo le urla, ha allertato il 112. Ma era troppo tardi: l'auto, infatti, è ripartita in fretta. Un paio di rotonde, il ponte sul Brenta e un lungo, stretto rettilineo verso la zona industriale di Fossò. Dove le telecamere dello stabilimento Dior, appunto, hanno ripreso un'aggressione a mani nude. Filippo è stato immortalato mentre prendeva a calci la ragazza, a terra quasi inerme. Giulia ha cercato, disperatamente, di gridare aiuto. Invano. A un certo punto, miracolosamente, è pure riuscita a fuggire. Ma Filippo, dopo averla rincorsa, l'ha colpita alle spalle e l'ha fatta cadere. Accanendosi su di lei. Filippo, a quel punto, ha caricato Giulia in auto e si è allontanato dal luogo dei fatti. Rendendosi, immediatamente, irreperibile.
Gli appelli, sin dalle prime ore successive alla scomparsa, si sono moltiplicati. Sono stati creati due volantini virtuali da amici e parenti. Volantini che, grazie ai social, sono stati condivisi in gran numero in tutto il Nordest. E non solo. Nel primo pomeriggio di martedì 14 novembre, invece, le due famiglie si sono riunite a Vigonovo. Lanciando un appello congiunto: «Aiutateci a trovarli». La speranza, insomma, non è mai mancata. A immagine di Elena Camerotto, la zia di Giulia, che aveva detto: «Filippo e Giulia, contattate i vostri genitori. Non abbiate paura, qualsiasi cosa sia successa tornate a casa. Vi stiamo aspettando e abbiamo tanta voglia di riabbracciarvi». Le due famiglie sono pure state assistite da un criminologo, Edoardo Genovese.
Le ricerche
La Prefettura di Venezia, come da protocollo, ha avviato la procedura per le persone scomparse. Schierando una task force formata da Carabinieri, unità cinofile e Vigili del Fuoco con elicottero. Le famiglie, per contro, hanno subito perlustrato i luoghi del cuore dei due ventiduenni. Lo zio di Giulia, Andrea Camerotto, ha diffuso alcuni post sui social chiedendo a chiunque avesse informazioni utili alle ricerche di farsi avanti.
Mercoledì, i sistemi di rilevamento targhe hanno registrato il passaggio della Punto di Filippo Turetta a Lienz, nel Tirolo orientale. Da allora, però, si sono perse le tracce del ventiduenne, iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati per il tentato omicidio di Giulia. La macchina di Filippo ha viaggiato per giorni toccando varie province del Veneto e del Friuli. Le ricerche, prima di concentrarsi tra il Lago di Barcis e Piancavallo, hanno toccato anche la foresta del Cansiglio, il fiume Brenta e il Bellunese.