Il punto

Dalla guerra-ombra all'attacco aperto: che cosa cambia, ora, fra Iran e Israele?

Da anni i due Paesi combattevano una cosiddetta guerra proxy, evitando il confronto diretto – Il massiccio lancio di missili e droni, però, rappresenta una svolta
© ATEF SAFADI
Red. Online
14.04.2024 13:30

Iran contro Israele: ma come sarebbe una «guerra aperta»? Ce lo chiedevamo ieri, prima che Teheran lanciasse un massiccio attacco contro lo Stato Ebraico. Per decenni, Israele e Iran hanno combattuto una sorta di guerra-ombra in Medio Oriente. Una guerra segnata da attacchi via terra, mare, aria e nel cosiddetto cyberspazio, come scrive il New York Times, ma sempre (o quasi) attraverso altri attori: Hamas e Hezbollah, se pensiamo all'Iran. Quanto successo nelle ultime ore, per contro, rappresenta una vera e propria svolta. E questo perché Teheran, stavolta, ha sfidato direttamente Israele e il suo Iron Dome. Ahron Bregman, politologo ed esperto di Medio Oriente presso il King's College di Londra, al citato New York Times ha parlato di «evento storico». L'Iran, tornando al discorso proxy, ha spesso fatto affidamento su partner regionali per colpire Israele e i suoi interessi. Le azioni mirate dell'intelligence israeliana, con obiettivi leader militari o scienziati iraniani, sono invece stati a lungo una spina nel fianco per Teheran. Proviamo, allora, a riavvolgere brevemente il nastro. E cercare di capire come Iran e Israele sono arrivati a questo punto.

Gennaio 2020

La pandemia è ancora lontana, ma nemmeno troppo. Gli occhi del mondo, all'improvviso, si spostano sul Medio Oriente: Qasem Soleimani, il «comandante ombra», l'uomo a capo della Niru-ye Qods, la Brigata Santa, l'unità del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica responsabile per la diffusione dell'ideologia khomeinista fuori dalla Repubblica Islamica, viene ucciso a Baghdad, in Iraq, da un attacco con droni compiuto dagli Stati Uniti. Israele, subito, saluta con soddisfazione la morte di Soleimani. 

L'Iran risponde attaccando con una raffica di missili due basi irachene piene di truppe americane, ferendo cento militari statunitensi. L'uccisione di Soleimani, spiega l'amministrazione Trump, allora presidente degli Stati Uniti, è dovuta alle attività destabilizzanti condotte in tutto il Medio Oriente. Nello specifico, Soleimani era accusato di aver progettato e condotto attacchi contro ambasciate statunitensi e obiettivi israeliani.

2021 e 2022

Nel luglio 2021, una petroliera gestita da una compagnia israeliana viene attaccata al largo delle coste dell'Oman. Due membri dell'equipaggio perdono la vita. L'attacco, secondo funzionari israeliani, è stato condotto con droni iraniani. Teheran non rivendica, esplicitamente, quanto accaduto. Nega, altresì, ogni responsabilità. Eppure, un canale televisivo di proprietà statale spiega che l'attacco è una risposta a un altro attacco, di stampo israeliano, in Siria.

Nel novembre del 2021, invece, Israele uccide il principale scienziato nucleare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh, mentre nel maggio del 2022 uccide l'assassinio di un comandante dei Pasdaran, il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, ovvero il colonnello Sayad Khodayee.

Dicembre 2023

Dopo la risposta di Israele agli attacchi del 7 ottobre guidati da Hamas, le milizie sostenute dall'Iran – Hezbollah in testa – intensificano i loro attacchi allo Stato Ebraico. A fine anno, l'Iran accusa apertamente Israele di aver ucciso una figura militare di altissimo livello, il generale di brigata Sayyed Razi Mousavi, in un attacco missilistico condotto in Siria. Descritto a suo tempo come uno strettissimo collaboratore del generale Soleimani, era fra coloro che supervisionavano la spedizione di armi a Hezbollah. Israele, adottando la sua consueta posizione, mantiene il più assoluto riserbo su un suo eventuale coinvolgimento.

Gennaio 2024

Un'esplosione in un sobborgo di Beirut, in Libano, uccide Saleh al-Arouri, un leader di Hamas, insieme a due comandanti del braccio armato del gruppo. Si tratta del primo assassinio di un alto funzionario di Hamas al di fuori della Cisgiordania e di Gaza, negli ultimi anni. Funzionari di Hamas, del Libano e degli Stati Uniti attribuiscono l'attacco a Israele, che – di nuovo – pubblicamente il coinvolgimento. Hezbollah, di riflesso, intensifica i suoi attacchi contro Israele dopo la morte di al-Arouri. L'esercito israeliano risponde agli Hezbollah in Libano, uccidendo diversi comandanti del gruppo. Poco più avanti, sempre a gennaio, l'Iran accusa Israele di aver lanciato un attacco aereo su Damasco che uccide diversi alti esponenti militari iraniani.

Marzo e aprile

Un drone israeliano colpisce un'auto nel sud del Libano, uccidendo almeno una persona. L'esercito israeliano dichiara di aver ucciso il vice-comandante dell'unità missilistica di Hezbollah. Hezbollah riconosce la morte di un uomo, Ali Abdulhassan Naim, ma non rilascia ulteriori dettagli. Lo stesso giorno, attacchi aerei uccidono dei soldati vicino ad Aleppo, nel nord della Siria, in quello che sembra essere uno dei più pesanti attacchi israeliani nel Paese confinante da anni. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo con sede in Gran Bretagna che segue la guerra civile siriana, gli attacchi uccidono 36 soldati siriani, sette combattenti di Hezbollah e un siriano di una milizia filo-iraniana. L'esercito israeliano non rivendica la responsabilità. Ma il ministro della Difesa del Paese, Yoav Gallant, scrive sui social media: «Perseguiremo Hezbollah in ogni luogo in cui opera e aumenteremo la pressione e il ritmo degli attacchi».

Tre giorni dopo, aerei da guerra israeliani centrano un edificio dell'ambasciata iraniana a Damasco, uccidendo i tre massimi comandanti iraniani e quattro ufficiali. È la scintilla che scatena l'attuale crisi fra i due Paesi, culminata con il primo, vero attacco diretto di Teheran a Israele.