Dall'Africa alla Russia per studiare: ma il destino è la guerra
È in crescita la volontà dei giovani studenti nigeriani, così come anche del Mali, della Guinea Equatoriale e del Burkina Faso, di andare in Russia per motivi di studio. Questi giovani nutrono grandi speranze per il futuro che viene promesso lontano da casa: un’abitazione, la possibilità appunto di studiare e uno stipendio mensile. Ma l’obbligo di entrare nelle file dell’Esercito è dietro l’angolo.
Interesse nazionale del Cremlino
Secondo un’inchiesta di Bloomberg, negli ultimi dieci anni è triplicato il numero di africani che hanno lasciato il continente per studiare in Russia. Le stime del ministero dell’Istruzione russo quantificano in 35 mila il numero di studenti africani presenti sul territorio. Secondo Ghali Sheriff, professore di Scienze politiche e relazioni internazionali dell’Università di Abuja, capitale della Nigeria, la Russia sta facilitando ai nigeriani il percorso burocratico per l’ottenimento di un visto; al momento sono più di mille. «Putin lo sta facendo a suo vantaggio, è diventato un interesse nazionale» sostiene Sheriff.
«Fake news per minare l’amicizia tra i due Paesi»
«L’interesse di Putin è di attrarre sempre più persone che possano contribuire ad aiutare il Cremlino a raggiungere i propri obiettivi in termini economici e bellici» continua Sheriff. «Vieni per studiare, ti viene data una borsa di studio e, in alcuni casi, puoi anche aggregarti nelle file dell’Esercito». La sensazione, secondo Bloomberg, riportata da alcuni media nigeriani, è che molti di coloro che partono finiscano, loro malgrado, per rinforzare le truppe russe sul fronte ucraino. Circostanze prontamente smentite sia dall’Ambasciata russa in Nigeria sia dal governo di Abuja, che al contrario hanno accusato i giornali di divulgare «fake news volte a minare l’amicizia e la cooperazione» fra i due Paesi.
Una strategia avviata
L’indagine di Bloomberg, per contro, ha tentato di fare luce sulla strategia di reclutamento già esistente prima dell’invasione dell’Ucraina, rafforzatasi a seguito del conflitto. Gli apparati russi di sicurezza e difesa sono consapevoli che un proprio punto di forza in Ucraina può essere la capacità di mobilitare molti più soldati del nemico. La pratica di avviare una campagna di reclutamento, mandando migranti e studenti stranieri in battaglia, rientrerebbe in questo disegno.
Carne da macello
I nuovi soldati, leggiamo, sono assegnati a dei battaglioni con un alto tasso di mortalità perché di copertura per unità più addestrate. Sempre secondo Bloomberg, molti degli studenti stranieri che hanno raggiunto la Russia negli scorsi mesi con un visto regolare sono stati ricattati. Nello specifico, hanno dovuto acconsentire all’arruolamento nell’esercito nel timore di non vedersi rinnovare il visto. Pratiche, queste, confermate dalle gerarchie dell’esercito ucraino le quali sostengono di aver osservato un numero crescente di prigionieri stranieri.
Secondo Beverly Ochieng, analista del Centro per gli studi strategici e internazionali (CSIS), Putin sta sfruttando «le scarse opportunità di crescita economica nigeriane, oltre a una elevata densità di popolazione dell’intero continente» a proprio vantaggio. Un binomio che può garantire un numero adeguato di persone attratte dalle ambigue promesse fatte dal Cremlino.