DeepSeek, ma non solo: gli occhi della Cina su Qwen 2.5 di Alibaba
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L'inizio di una nuova era? Può darsi. Di sicuro, le premesse sono importanti. Riavvolgiamo il nastro: oggi, mercoledì 29 gennaio, il colosso cinese Alibaba ha rilasciato una nuova versione del suo modello di intelligenza artificiale, Qwen 2.5, sostenendo di aver superato in termini di affidabilità e prestazioni nientepopodimeno che DeepSeek, il chatbot di cui tutti parlano capace di spodestare i rivali (americani) di OpenAI a livello di download sull'App Store.
Le tempistiche di Alibaba, quantomeno, sono particolari: la Cina, infatti, ha appena festeggiato il suo Capodanno. Il fatto che questo modello di intelligenza artificiale sia stato rilasciato quando la maggior parte dei cinesi è in ferie, secondo gli esperti, evidenzia la pressione che DeepSeek ha esercitato e sta esercitando non solo sui rivali stranieri ma anche entro i confini nazionali. «Qwen 2.5-Max supera quasi su tutta la linea GPT-4o, DeepSeek-V3 e Llama-3.1-405B» ha dichiarato l'unità cloud di Alibaba in un annuncio pubblicato sul suo account ufficiale WeChat, riferendosi ai modelli di intelligenza artificiale open-source più avanzati di OpenAI e Meta.
DeepSeek ha sconvolto la Silicon Valley e provocato il crollo delle azioni nel settore tecnologico statunitense per via dei suoi costi di sviluppo e utilizzo apparentemente bassi. Un aspetto, questo, che ha spinto gli investitori a dubitare degli enormi piani di spesa delle principali aziende di intelligenza artificiale americane: pochi giorni prima che DeepSeek sconvolgesse il mondo, per intenderci, il neopresidente Donald Trump aveva annunciato in pompa magna un maxi-investimento nell'ambito del progetto Stargate con, fra gli altri, Sam Altman di OpenAI.
La concorrenza, dicevamo, si è sentita pungolata. Anche, se non soprattutto, all'interno della Cina: a due giorni dal rilascio di DeepSeek-R1, l'ultima versione del chatbot, il proprietario di TikTok, ByteDance, ha rilasciato un aggiornamento del suo modello di punta. Modello che, secondo l'azienda, avrebbe superato o1 di OpenAI in un test, denominato AIME, deputato a misurare la capacità dei modelli di AI di comprendere e rispondere a istruzioni complesse. Lo stesso R1 di DeepSeek avrebbe superato o1 di OpenAI su molti aspetti. A scatenare una vera e propria guerra fra competitor cinesi, lo scorso maggio, era stato il rilascio da parte di DeepSeek di V2. Altre aziende, fra cui la stessa Alibaba, avevano iniziato a tagliare i prezzi.
Liang Wenfeng, l'enigmatico fondatore di DeepSeek, aveva dichiarato in una rara intervista rilasciata lo scorso luglio al portale cinese Waves che la sua start-up «non si preoccupa» della guerra dei prezzi e che il raggiungimento dell'AGI (intelligenza artificiale generale) rimane il suo obiettivo principale. Mentre le grandi aziende tecnologiche cinesi, come Alibaba, hanno centinaia di migliaia di dipendenti, DeepSeek opera come un laboratorio di ricerca, con personale composto principalmente da giovani laureati e dottorandi delle migliori università cinesi. In quell'intervista, Liang aveva affermato di ritenere che le più grandi aziende tecnologiche cinesi potrebbero non essere adatte al futuro dell'industria dell'intelligenza artificiale, contrapponendo i loro costi elevati e le loro strutture verticistiche alle operazioni snelle e allo stile di gestione «sciolto» di DeepSeek. «I grandi modelli fondativi richiedono un'innovazione continua, le capacità dei giganti tecnologici hanno i loro limiti».