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Dieci palestinesi con cittadinanza svizzera bloccati a Gaza

Lo ha confermato alla SRF il Dipartimento federale degli affari esteri – Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen chiede le dimissioni del Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres – Colpito il mercato di Nusseirat, morti e feriti: obiettivo dell'attacco era, in apparenza, un edificio vicino al più grande supermercato della striscia di Gaza, in quel momento molto affollato – Biden: «Prima gli ostaggi, poi si parlerà di un cessate il fuoco» – La Cina riconosce a Israele il diritto di difendersi: «Ma i civili vanno protetti» - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Dieci palestinesi con cittadinanza svizzera bloccati a Gaza
Red. Online
24.10.2023 06:04
22:49
22:49
«Per la benzina chiedete ad Hamas»

«Questi serbatoi di carburante sono all'interno di Gaza. Contengono più di 500.000 litri di carburante. Chiedete ad Hamas se potete averne un po'». È questa la replica dell'esercito israeliano affidata al suo account su X al post dell'Unrwa in cui l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi ha annunciato che senza benzina, sarà costretta a sospendere le sue attività nella Striscia di Gaza.

Insieme alla replica scritta, l'esercito israeliano ha pubblicato anche una foto aerea che ritrae 12 serbatoi di carburante.

22:47
22:47
«Serve un fronte unito contro il terrorismo»

Il ministro degli Esteri Eli Cohen ha riferito su X della sua telefonata di ieri con l'omologo cinese Wang Yi. «Ho aggiornato il ministro degli Esteri cinese sugli sviluppi dall'inizio dei combattimenti e sulla posizione di Israele sulla questione. Hamas ha iniziato una guerra e Israele la vincerà. Ho espresso le nostre aspettative nei confronti della Cina e l'importanza di un fronte internazionale unito contro il terrorismo», ha riferito Cohen su X.

«Ho chiesto alla Cina di cogliere ogni opportunità per chiedere il rilascio immediato di tutti i rapiti a Gaza, anche nelle deliberazioni del Consiglio di Sicurezza. Ho anche espresso preoccupazione per il discorso pubblico anti-israeliano e antisemita sui social network in Cina», ha concluso.

21:46
21:46
Cinquanta persone uccise in un'ora di attacchi

Il ministero della Sanità di Hamas ha affermato che almeno 50 persone sono state uccise oggi in una sola ora per l'aumento degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza.

«Gli occupanti israeliani estendono i loro attacchi a molteplici aree della Striscia di Gaza, uccidendo circa 50 martiri durante l'ultima ora», ha precisato un portavoce del ministero della Sanità in una dichiarazione. La cifra non può essere verificata in modo indipendente, riporta l'Afp.

Dal canto suo, l'esercito di Israele ha riferito di aver «identificato due lanci dalla Siria verso il territorio israeliano, caduti in aree aperte» e che le forze di difesa «stanno rispondendo con il fuoco dell'artiglieria sulle fonti del lancio». L'esercito non ha specificato la natura dei due lanci verso il territorio israeliano.

21:37
21:37
Macron va in Giordania

Il presidente francese, Emmanuel Macron, è atteso questa sera ad Amman dopo la visita di oggi in Israele e a Ramallah. Lo ha annunciato l'Eliseo.

Secondo la presidenza francese, Macron incontrerà «probabilmente» re Abdallah II nella giornata di domani e «forse altri dirigenti della regione».

Intanto, in un'intervista alla Cnn la regina Rania di Giordania ha dichiarato come vi sia un «lampante doppio standard» nella guerra fra Israele e Hamas. Rania ha sottolineato come in Medio Oriente vi sia «shock e delusione di fronte alla reazione del mondo alla catastrofe che sta accadendo».

«Nelle ultime settimane abbiamo assistito a un lampante doppio standard. Quando è avvenuto il 7 ottobre il mondo si è subito schierato con Israele e il suo diritto a difendersi e condannato l'attacco». «Nessuno ha usato gli stessi termini per quanto sta accadendo ai palestinesi, denuncia la regina parlando dell'apartheid di Israele contro i palestinesi, che da tempo vivono sotto l'oppressione israeliana. E' la prima volta nella storia moderna che vediamo tanta sofferenza umana e il mondo non chiede un cessate il fuoco», ha messo in evidenza Rania.

21:35
21:35
Biden sente bin Salman

Il presidente americano Joe Biden ha sentito il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, con il quale ha parlato degli sforzi diplomatici e militari contro un allargamento del conflitto fra Israele e Hamas.

«I due leader si sono detti d'accordo a perseguire ampi sforzi diplomatici per mantenere la stabilità nella regione», riferisce la Casa Bianca, secondo la quale Biden e bin Salman hanno affermato l'importanza di lavorare verso una pace sostenibile fra gli israeliani e i palestinesi.

21:34
21:34
Una coalizione anti Hamas sulla base di quella anti Isis

«Ispirarsi all'esperienza della Coalizione contro l'Isis» per capire cosa può essere riproposto «contro Hamas»: intervenendo oggi sulla proposta avanzata dal presidente Emmanuel Macron durante la sua visita in Israele, l'Eliseo ha precisato che «si tratta di trarre ispirazione dall'esperienza della Coalizione internazionale contro l'Isis e vedere quali aspetti sono riproponibili contro Hamas».

La presidenza aggiunge che la Francia «è disponibile a riflettere, con i nostri partner e con Israele, sulle piste d'azione pertinenti contro Hamas».

«Spetterà in seguito ai partner e in particolare ad Israele - ha aggiunto la fonte dell'Eliseo - esprimere i loro bisogni».

L'Eliseo ricorda anche che «la coalizione internazionale contro l'Isis non si limita ad operazioni sul terreno ma prevede anche la formazione di forze irachene, la condivisione di informazioni fra partner e la lotta contro il finanziamento del terrorismo».

21:28
21:28
«Israele è il figlio ingrato dell'Onu»

Israele è un figlio ingrato delle Nazioni Unite, un'organizzazione nata in un contesto geopolitico completamente diverso che fa ben poco per soluzioni politiche alle varie crisi e si riducono all'azione umanitaria. Lo ha dichiarato in un'intervista alla tv pubblica slovena l'ex presidente Danilo Türk, già ambasciatore della Slovenia all'Onu e rappresentante del Paese un quarto di secolo fa, quando Lubiana divenne per la prima volta membro temporaneo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il Paese assumerà per la seconda volta nella sua storia questo ruolo per un biennio a partire dal prossimo gennaio. Türk ha definito luminoso il periodo del governo di Ehud Barak (1999-2001), quando gli israeliani si ritirarono dal Libano meridionale e da Gaza.

20:44
20:44
«La colpa del 7 ottobre è di Hamas non di Israele»

«La responsabilità del 7 ottobre è di Hamas, solo di Hamas. Non di Israele né dei civili innocenti». Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, commentando le dichiarazioni del Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

Al momento siamo «concentrati sugli aiuti a Israele contro Hamas», ha risposto Kirby, in un briefing, ad una domanda sulla proposta del presidente francese Emmanuel Macron di una coalizione internazionale anti-Hamas, come quella creata per combattere l'Isis.

«Le consultazioni con i nostri alleati e partner continuano», ha sottolineato il funzionario della Casa Bianca.

20:22
20:22
«Finisca l'aggressione contro Gaza»

Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) ha esortato oggi il suo omologo francese Emmanuel Macron a lavorare per «fermare l'aggressione» a Gaza, nel 18. giorno della guerra tra Israele e il movimento islamico palestinese Hamas.

«La esortiamo, presidente Macron, a far cessare questa aggressione», ha affermato Abu Mazen dopo l'incontro con il presidente francese presso la sede dell'Autorità Palestinese a Ramallah, in Cisgiordania.

Dal canto suo, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha affermato oggi a Ramallah che l'attacco di Hamas contro Israele è stato «una catastrofe anche per i palestinesi», aggiungendo che «nulla giustifica le sofferenze» dei civili a Gaza. «Una vita palestinese vale una vita francese e vale una vita israeliana», ha detto Macron parlando al fianco del presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen.

Da parte sua, il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che «l'arrivo degli aiuti a Gaza non è abbastanza rapido». Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, Joh Kirby, ha invece ribadito in un briefing che il cessate il fuoco in Medio Oriente «favorirebbe Hamas». «Continueremo ad assicurarci che Israele abbia gli strumenti e le capacità per difendersi... Un cessate il fuoco in questo momento avvantaggerebbe solo Hamas», ha sottolineato.

Intanto, le dichiarazioni del Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres non sono piaciute al Forum delle famiglie dei dispersi e dei rapiti nell'attacco di Hamas: «sono scandalose», Guterres «ignora vergognosamente il fatto che sabato 7 ottobre è stato perpetrato un genocidio contro il popolo ebraico e ha trovato un modo modo indiretto per giustificare gli orrori che sono stati commessi contro gli ebrei».

20:19
20:19
«Il futuro dei palestinesi passa dalla lotta al terrorismo»

In visita a Ramallah, il presidente francese Emmanuel Macron, esprimendosi al fianco del presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, ha affermato che «il futuro» dei palestinesi passa attraverso una lotta «senza ambiguità» contro il terrorismo.

Macron ha anche affermato che «non ci sarà pace duratura se non c'è il riconoscimento del diritto legittimo del popolo palestinese a disporre di un territorio e di uno Stato. E non ci sarà pace duratura se non ci sarà riconoscimento responsabile da parte del popolo palestinese e delle sue autorità di uno Stato di Israele».

«Hamas - ha detto ancora Macron - non rappresenta il popolo palestinese. La Francia mantiene il suo sostegno alla società civile e all'Autorità palestinese».

20:16
20:16
«Venti camion con aiuti non sono entrati oggi a Gaza»

Le Nazioni Unite hanno affermato in serata che 20 camion che avrebbero dovuto consegnare oggi aiuti alla Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah dall'Egitto non sono entrati nell'enclave. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. «Speriamo che possano entrare a Gaza domani», ha detto il portavoce degli aiuti delle Nazioni Unite Eri Kaneko.

Da sabato, 54 camion sono entrati a Gaza trasportando cibo, medicine e acqua, che il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha descritto come «una goccia di aiuti in un oceano di bisogno».

19:58
19:58
Uomini-rana di Hamas intercettati nel sud di Israele

Reparti dell'esercito israeliano sono impegnati a respingere una infiltrazione di commando di Hamas ritenuta «la più importante dalle stragi del 7 ottobre nei kibbutz di frontiera». Lo ha riferito la televisione commerciale Ch.13 secondo cui una dozzina di uomini-rana provenienti dal nord della Striscia ha cercato di infiltrarsi via mare nella costa di Zikim, nel sud di Israele.

Quattro di loro sono stati uccisi, mentre gli altri vengono ancora ricercati. In prossimità della città israeliana di Ashkelon è stato elevato lo stato di allerta.

19:57
19:57
«Non incontrerò Guterres dopo le sue parole»

«Non incontrerò il segretario generale dell'Onu. Dopo il 7 ottobre non c'è spazio per un approccio equilibrato. Hamas deve essere cancellato dal mondo». Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen - che si trova a New York per il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite - dopo le affermazioni attribuite ad Antonio Guterres.

In precedenza, il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres aveva dichiarato: «è importante riconoscere anche che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione». Guterres aveva sottolineato che «le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas. E quegli attacchi spaventosi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».

«Il segretario generale dell'Onu, che mostra comprensione per la campagna di sterminio di massa di bambini, donne e anziani, non è adatto a guidare l'Onu. Lo invito a dimettersi immediatamente», scrive su X l'ambasciatore di Israele all'Onu, Gilad Erdan. «Non vi è alcuna giustificazione né senso nel parlare con coloro che mostrano compassione per le più terribili atrocità commesse contro i cittadini di Israele e il popolo ebraico. Semplicemente non ci sono parole», aggiunge Erdan.

Dal canto loro, «gli Stati Uniti risponderanno in maniera decisa contro qualsiasi attacco dell'Iran». Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken intervenendo all'Onu. «Gli Stati Uniti non cercano il conflitto con l'Iran. Non vogliamo che questa guerra si allarghi. Ma se l'Iran o i suoi affiliati attaccano il personale americano in qualsiasi parte dell'area difenderemo il nostro popolo e la nostra sicurezza rapidamente e in modo decisivo», ha avvertito Blinken al Palazzo di Vetro.

Il presidente russo Vladimir Putin ha invece espresso oggi, nel corso di una telefonata con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, preoccupazione per il «catastrofico deterioramento» della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, bombardata dall'esercito israeliano dopo l'offensiva di Hamas.

Secondo il Cremlino, i due leader «hanno espresso profonda preoccupazione per il numero crescente di vittime civili e per il catastrofico deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza».

19:55
19:55
Unrwa «Senza carburante a Gaza domani sospendiamo le attività»

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha annunciato che domani sarà costretta a smettere di lavorare nella Striscia di Gaza a meno che non ci siano consegne di carburante nel territorio devastato dalla guerra.

«Se non otteniamo urgentemente carburante, saremo costretti a sospendere le nostre operazioni nella Striscia di Gaza a partire da domani sera», ha dichiarato oggi l'Unrwa su X.

Dal canto suo, il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlando ai soldati in una base dell'esercito, ha detto: «siamo davanti al prossimo passo, sta arrivando». «Voi lo sapete e voi siete parte di questo. Non ci fermeremo finché - ha aggiunto - non avremo finito, con il vostro aiuto».

18:27
18:27
Raid di Israele colpisce una scuola a sud del Libano

L'aviazione israeliana ha colpito oggi una scuola nel sud del Libano, senza fare vittime. Lo riferisce l'agenzia governativa libanese Nna, precisando che il raid è avvenuto nei pressi della località frontaliera di Ayta Shaab, nel settore occidentale della linea di demarcazione tra Libano e Israele.

Da giorni gli Hezbollah libanesi e altri gruppi della resistenza anti-israeliana locale sparano razzi e altri ordigni contro postazioni militari israeliane a partire dalla zona di Ayta Shaab.

Il ministero dell'Educazione libanese ha decretato dall'inizio del conflitto tra Hezbollah e Israele, lo scorso 8 ottobre, la chiusura temporanea delle scuole.

18:20
18:20
Israele blocca l'accesso alla moschea di al-Aqsa

L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha reso noto che «oggi a Gerusalemme la polizia israeliana ha bloccato l'accesso dei musulmani alla moschea di al-Aqsa». Ma la polizia di Israele ha bollato questa notizia come «falsa».

«Le autorità hanno bloccato l'ingresso nella moschea fin dal mattino, dove solo gli anziani potevano entrare. Tuttavia, la situazione è cambiata rapidamente e a tutti i fedeli di tutte le età è stato negato l'ingresso nella moschea di al-Aqsa, una mossa insolita che non veniva presa da mesi», si legge. Secondo Wafa ai residenti ebrei che desideravano pregare all'interno del complesso è stato consentito l'ingresso, «in violazione dello status quo», ovvero che il complesso è disponibile solo per il culto musulmano.

Immediata la replica della polizia di Israele: «Falsa pubblicità sul Monte del Tempio. Nelle ultime ore sono stati pubblicati sui social network in lingua araba falsi messaggi riguardanti il Monte del Tempio e la Moschea di Al-Aqsa, secondo i quali sarebbe chiuso. Metteremo in chiaro che si tratta di falsità».

18:07
18:07
«L'Europa la prossima ad essere colpita da Hamas»

«L'Europa sarà la prossima ad essere colpita da Hamas. Avrà i terroristi alla porta». Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, intervenendo all'Onu.

«Israele vincerà questa guerra. Il mondo deve decidere da che parte stare: se con la civiltà oppure con la barbarie e il male di Hamas», ha aggiunto Cohen nel suo discorso.

17:58
17:58
L'emiro del Qatar alza la voce contro Israele

«Quando è troppo è troppo». L'emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, sta perdendo la pazienza e ammonisce il governo israeliano e la comunità internazionale: «è insostenibile che a Israele venga dato il via libera incondizionato e la licenza di uccidere», ha tuonato da Doha. Un monito che, considerato il cruciale ruolo di mediazione del Qatar nella liberazione degli ostaggi, sembra tra le righe andare ben oltre l'insofferenza per il rischio che la guerra possa innescare drammatiche reazioni a catena in tutta la regione.

«Non dovrebbe essere consentito ai nostri tempi usare il taglio dell'acqua, delle medicine e del cibo come arma contro un'intera popolazione», ha detto l'emiro durante una riunione del Consiglio della Shura, l'organo legislativo del Qatar. Questa guerra, ha detto, «ha trasceso ogni limite» e deve finire.

Parole che probabilmente non a caso arrivano all'indomani del rilascio di due anziane donne detenute da Hamas sin dal 7 ottobre, avvenuto, secondo la stessa Hamas, grazie alla mediazione di Qatar ed Egitto. Così come il precedente rilascio di due donne americane avvenuto venerdì scorso.

Ma gli strali e il monito di Sheikh Tamim sono stati rivolti in maniera esplicita anche contro la comunità internazionale, accusata di avere «doppi standard» e di «agire come se la vita dei bambini palestinesi non fosse degna di essere presa in considerazione, come se fossero senza volto o senza nome». Un richiamo che non può essere sottovalutato, considerato che, come ha notato il Guardian e non solo, dopo il rilascio delle due americane il premier britannico Rishi Sunak e il presidente francese Emmanuel Macron, come altri leader mondiali, si sono affrettati a telefonare a Doha, ufficialmente per congratularsi con l'emiro, ma soprattutto per chiedere aiuto per riportare a casa i propri cittadini.

E anche perché con la sua attività di soft power, il Qatar - che da anni ospita a Doha «uffici politici» di Hamas e dei talebani, oltre ad un'importante base militare degli Stati Uniti - solo a settembre ha contribuito a ottenere il rilascio di cinque americani detenuti dall'Iran e ha mediato per la liberazione dei bambini ucraini detenuti dalla Russia. Ma non solo, nell'arco di qualche anno il Qatar ha mediato in crisi che hanno coinvolto Paesi come lo Yemen, il Libano, la Siria, il Sudan, il Ciad e l'Eritrea.

Proprio mentre l'emittente tv qatariota al Jazeera sottolinea che il bilancio dei bombardamenti israeliani a Gaza ha superato quota 5'000 morti, «il 40% dei quali sono bambini», il Times of Israel riferisce d'altra parte che le trattative mediate da Egitto e Qatar per il rilascio di 50 ostaggi con la doppia nazionalità in mano ad Hamas hanno avuto ieri un «intoppo». Non un bel segnale.

17:18
17:18
«Ci vuole un cessate il fuoco immediato»

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha insistito per un «cessate il fuoco immediato» a Gaza. Guterres ha poi deplorato le «chiare violazioni del diritto umanitario internazionale» nella zona di Gaza.

«Per alleviare questa immensa sofferenza, facilitare la distribuzione degli aiuti in modo più sicuro e facilitare il rilascio degli ostaggi, ripeto il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato», ha detto Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres davanti al Consiglio di sicurezza.

Guterres ha anche denunciato le violazioni del diritto internazionale. «Sono profondamente preoccupato per le evidenti violazioni del diritto internazionale umanitario a cui stiamo assistendo a Gaza. Vorrei essere chiaro: nessuna parte in un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale umanitario», ha precisato nel corso della sessione del Consiglio di Sicurezza, senza nominare esplicitamente Israele.

«Nulla può giustificare quello che Israele sta facendo. Nulla giustifica l'uccisione dei civili palestinesi», afferma dal canto suo il ministro degli Esteri dell'autorità palestinese Riyad al-Maliki intervenendo all'Onu e sottolineando che la mancata azione del Consiglio di Sicurezza «non ha scuse».

Dal canto suo, il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, intervenendo all'Onu ha detto che «i terroristi di Hamas sono i nuovi nazisti e il mondo si deve unire dietro a Israele per sconfiggerli».

17:16
17:16
Se la situazione dovesse peggiorare si rischia uno shock petrolifero

Un peggioramento della situazione in Medio Oriente potrebbe produrre un nuovo shock petrolifero: è l'avvertimento lanciato oggi dal direttore dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie), Fatih Birol.

«Ovviamente - ha dichiarato parlando alla stampa - non sappiamo come la situazione politica evolverà. Ma le tensioni sono molto forti e circa un terzo delle esportazioni di petrolio provengono da questa regione».

«Non solo i produttori sono lì, ma anche le rotte commerciali essenziali», ha precisato, interrogato sull'impatto della guerra tra Israele e Hamas.

«Una crisi geopolitica maggiore da quelle parti - avverte l'alto responsabile dell'Aie - potrebbe condurre nuovamente ad uno shock petrolifero, 50 anni dopo» lo shock del 1973. Birol si è espresso a margine della presentazione del rapporto annuale dell'agenzia sulle prospettive energetiche mondiali 2030.

17:13
17:13
Baerbock chiede finestre umanitarie per Gaza

A Gaza ci vogliono adesso «finestre umanitarie», «per poter raggiungere le persone, le donne e i bambini innocenti con gli aiuti umanitari internazionali». Lo ha detto la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, prima di partecipare a una seduta del Consiglio di sicurezza dell'Onu a New York.

Lo riporta Spiegel e lo ribadisce la stessa Baerbock su X, tramite l'account del dicastero. La ministra tedesca sottolinea anche che «difendere la sicurezza di Israele significa anche vedere la sofferenza dei palestinesi di Gaza. Ogni vita civile ha lo stesso valore».

Baerbock ha poi aggiunto che «oggi, in seno al Consiglio di sicurezza, mi impegno per trovare insieme una strada da percorrere e pensare a una Gaza senza Hamas. La strada può passare solo attraverso una soluzione negoziata a due Stati».

17:12
17:12
«Nel mondo musulmano manca l'unità contro Israele»

«La continuazione della tirannia del regime sionista contro il popolo indifeso della Palestina deriva dalla mancanza di unità, e anche di una posizione unita, da parte dei Paesi islamici». Lo ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi durante un incontro con Abdullah bin Saud Al-Anzi, l'ambasciatore saudita a Teheran che ha presentato a Raisi le sue credenziali dopo essere stato recentemente nominato.

«Se il mondo dell'Islam avesse preso una posizione unanime, (i Paesi musulmani) avrebbero potuto giocare un ruolo più efficace nel porre fine alle atrocità dei sionisti di questi giorni come anche alle eccessive richieste dei sostenitori occidentali del regime», ha aggiunto il presidente iraniano, citato dalla tv di Stato.

In quanto grandi potenze nella regione, Iran e Arabia Saudita dovrebbero lavorare assieme per promuovere i diritti del mondo dell'Islam, ha sottolineato Raisi, aggiungendo che se gli Stati musulmani usassero il loro potenziale non avrebbero bisogno della presenza di forze straniere nella regione.

17:11
17:11
«Negli ospedali di Gaza energia solo per 24 ore»

Senza rifornimenti di carburante, gli ospedali di Gaza hanno energia ancora per 24 ore: lo rileva l'organizzazione internazionale ActionAid, che in una nota lancia un «appello urgente alla comunità internazionale, chiedendo un'azione immediata per far arrivare a Gaza aiuti essenziali in carburante».

Citando i dati delle Nazioni Unite, Action Aid rileva che «la vita di almeno 120 neonati in incubatrice, 70 dei quali sottoposti a ventilazione meccanica, negli ospedali di Gaza è a rischio a causa della mancanza di carburante». Secondo il Centro d'informazione palestinese, si legge ancora nella nota, «gli ospedali di Gaza servono solitamente 1.100 pazienti con insufficienza renale, tra cui 38 bambini, con 13.000 sedute di dialisi al mese» e «l'ospedale Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, sta trattando oltre 5.000 pazienti, superando di gran lunga la sua capacità di 700 pazienti, e ospita oltre 45.000 sfollati interni».

L'organizzazione osserva che «siamo a un punto critico, in cui un'azione immediata può fare la differenza tra la vita e la morte di migliaia di civili a Gaza» e «chiede a tutti i governi e alla comunità internazionale di fare tutto ciò che è in loro potere per ottenere un cessate il fuoco immediato, revocare l'ordine di evacuazione a Gaza, garantire la piena protezione e sicurezza dei civili e assicurare assistenza umanitaria salvavita ora».

17:10
17:10
L'esercito è pronto per l'operazione

L'esercito è pronto per l'invasione di terra di Gaza e prenderà la decisione «con il potere politico». Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi, citato dai media.

Halevi ha detto che ci sono state «considerazioni tattiche e anche strategiche» che hanno dilazionato l'offensiva di terra ma che hanno consentito all'esercito di prepararsi al meglio. «Stiamo facendo tesoro di ogni minuto - ha detto in una conversazione con i giornalisti sul fronte sud davanti Gaza - per essere meglio preparati. «Ed ogni minuto che passa sull'altro lato, colpiamo il nemico ancora di più, uccidendo i terroristi, distruggendo le infrastrutture e raccogliendo più intelligence».

Intanto, un'abitazione israeliana è stata danneggiata dopo che un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza è caduto nell'insediamento di Alfei Menashe, nel nord-ovest della Cisgiordania. Tre case nell'insediamento situato sul confine occidentale della Seam Line sono state danneggiate. Lo ha riferito l'esercito citato dai media israeliani.

Le sirene d'allarme hanno risuonato nel primo pomeriggio nel centro di Israele, a Tel Aviv e in Cisgiordania per un pesante lancio di razzi dalla Striscia. Stando all'agenzia di stampa italiana ANSA, si sono udite in aria un importante numero di esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte dell'Iron Dome.

L'allarme è stato attivato da Rehovot e Nes Ziona attraverso Elad e Rosh Ha'ayin fino alla regione di Sharon, dove sono stati informati i residenti di Elkana, Etz Ephraim e altri per cercare riparo.

Anche ai residenti di una serie di insediamenti nella regione di Samaria è stato detto di cercare rifugio. Nessuna vittima è stata segnalata per il momento. Le sirene hanno risuonato pure nella città meridionale israeliana di Be'er Sheva, riferisce Haaretz. Poco prima Hamas aveva annunciato di aver lanciato «una pesante raffica di razzi contro Israele».

Nel frattempo, il procuratore generale di Israele Galia Baharav-Miara ha approvatoun regolamento d'emergenza che consente di estendere a 90 giorni l'arresto dei terroristi di Hamas senza accesso a un avvocato. Tuttavia, la decisione è soggetta all'approvazione di un giudice della Corte distrettuale.

Finora i terroristi potevano essere arrestati senza accesso a un avvocato per un massimo di 60 giorni. Secondo il parere del procuratore generale, la necessità di questa estensione deriva dalla complessità dell'interrogatorio degli appartenenti a Hamas, a causa del loro attacco senza precedenti a Israele.

Inoltre, secondo il parere legale, i terroristi arrestati possiedono molte informazioni preziose e si teme che permettere loro di incontrare gli avvocati possa inficiare gli interrogatori.

16:58
16:58
Una delegazione del Parlamento turco si recherà a Gaza

Una delegazione della Commissione sui diritti umani del Parlamento turco si sta preparando per una visita nella Striscia di Gaza. «Abbiamo iniziato il nostro lavoro per visitare la regione palestinese di Gaza per esaminare sul posto le violazioni dei diritti umani», ha affermato la presidente della Commissione Derya Yanik, del partito Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta la tv di Stato turca Trt.

Intanto, sono 30 i combattenti di Hezbollah uccisi in azioni contro Israele in operazioni militari nel sud del Libano condotte dall'8 ottobre a oggi.

È quanto risulta da un conteggio fatto sulla base dei necrologi diffusi dallo stesso Partito di Dio filo-iraniano e dai funerali di «martiri» svoltisi nel sud del Libano in queste ultime settimane.

Hezbollah oggi ha annunciato l'uccisione di altri due combattenti in azioni contro l'esercito israeliano.

16:57
16:57
«Il silenzio dell'Occidente su Gaza peggiora la crisi»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha discusso con l'omologo russo Vladimir Putin del conflitto in Israele e Palestina. «Il silenzio dei Paesi occidentali ha portato la crisi umanitaria a Gaza a livelli incontrollabili», ha detto Erdogan a Putin durante la telefonata, aggiungendo che la Turchia continuerà con i suoi sforzi per cercare di riportare tranquillità nella regione, riporta la presidenza della Repubblica di Ankara.

16:40
16:40
Dieci palestinesi con cittadinanza svizzera bloccati a Gaza

Attualmente nella Striscia di Gaza vivono dieci palestinesi con cittadinanza svizzera. Lo ha confermato alla SRF il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Queste persone hanno confermato al DFAE che vogliono partire attraverso il valico di Rafah», ha dichiarato il Dipartimento. «Il DFAE sostiene per quanto possibile ogni partenza».

16:37
16:37
«Seguiamo l'evoluzione della situazione»

Dopo quasi tre settimane dall'inizio del conflitto tra gli Hezbollah libanesi e Israele lungo la linea di demarcazione tra i due paesi, il comandante in capo dell'esercito libanese, il generale Joseph Aoun, ha oggi detto che «l'istituzione militare segue l'evoluzione della situazione e resta pronta alla frontiera meridionale».

Finora l'esercito libanese è rimasto di fatto a guardare le operazioni militari di Hezbollah e dei suoi alleati - Hamas, Jihad islamica, Jamaa Islamiya - contro postazioni israeliane lungo la Linea Blu.

Aoun ha oggi visitato per la prima volta l'area frontaliera. «La difesa del Libano è un dovere naturale e legittimo per l'esercito di fronte ai pericoli che minacciano il paese, in particolare di fronte al nemico israeliano», ha detto Aoun.

Il generale Aoun ha stamani visitato la base di Naqura, sede del comandante del contingente militare dell'Onu (Unifil).

16:36
16:36
«A Gaza migliaia di malati senza cure»

Migliaia di malati sono a rischio e senza cure nella Striscia di Gaza, dove molti ospedali stanno chiudendo o riducendo l'attività per mancanza di energia e forniture sanitarie essenziali. A denunciarlo è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), affermando di non essere in grado di distribuire carburante e forniture essenziali agli ospedali a causa della mancanza di garanzie di sicurezza e chiedendo un cessate il fuoco umanitario immediato per la consegna sicura di forniture sanitarie e carburante in tutta l'area.

Alcune delle strutture in attesa di rifornimenti e carburante dall'Oms nel nord di Gaza includono l'ospedale Al-Shifa, dove l'occupazione dei letti è già vicina al 150%. La scorsa notte, l'ospedale indonesiano è stato costretto a chiudere alcuni servizi critici a causa della mancanza di carburante e ora funziona limitatamente. Il Turkish Friendship Hospital, l'unico ospedale oncologico nella Striscia di Gaza, rimane parzialmente funzionante a causa della mancanza di carburante, mettendo a rischio circa 2'000 malati di cancro.

Sei ospedali in tutta la Striscia, rende noto l'Oms, hanno già chiuso per mancanza di carburante e «migliaia di pazienti vulnerabili rischiano la morte o complicazioni mediche. Tra questi ci sono 1.000 pazienti dipendenti dalla dialisi, 130 neonati prematuri che necessitano di una serie di cure e pazienti in terapia intensiva o che necessitano di un intervento chirurgico».

Ieri l'Oms ha invece consegnato 34.000 litri di carburante a quattro importanti ospedali nel sud di Gaza e alla Mezzaluna Rossa Palestinese per sostenere i suoi servizi di ambulanza. Tuttavia, ciò è sufficiente solo per mantenere in funzione le ambulanze e le funzioni ospedaliere critiche per poco più di 24 ore. In questi ospedali i medici hanno eseguito interventi chirurgici senza anestesia o altre forniture chirurgiche di base. Il sistema sanitario, avverte l'organizzazione, «si sta disintegrando. Per la popolazione della Striscia di Gaza la situazione è disperata e diventerà catastrofica senza il passaggio sicuro e continuo di carburante e forniture sanitarie e senza ulteriore assistenza umanitaria».

16:28
16:28
I terroristi di Hamas arrestati potranno rimanere senza avvocato per 90 giorni

Il procuratore generale di Israele Galia Baharav-Miara ha approvato oggi un regolamento d'emergenza che consente di estendere a 90 giorni l'arresto dei terroristi di Hamas senza accesso a un avvocato. Tuttavia, la decisione è soggetta all'approvazione di un giudice della Corte distrettuale.

Finora i terroristi potevano essere arrestati senza accesso a un avvocato per un massimo di 60 giorni. Secondo il parere del procuratore generale, la necessità di questa estensione deriva dalla complessità dell'interrogatorio degli appartenenti a Hamas, a causa del loro attacco senza precedenti a Israele.

Inoltre, secondo il parere legale, i terroristi arrestati possiedono molte informazioni preziose e si teme che permettere loro di incontrare gli avvocati possa inficiare gli interrogatori.

16:25
16:25
Mélenchon boccia Macron su coalizione anti-Hamas

Il leader della France Insoumise (Lfi), Jean-Luc Mélenchon, boccia la proposta del presidente francese, Emmanuel Macron, affinché la coalizione internazionale anti-Isis combatta anche Hamas.

«Attenzione, le parole hanno un senso preciso in diplomazia. La 'guerra al terrorismo' con il ritorno della coalizione anti-Isis significa che la Francia partecipa alla guerra contro Hamas. Dove? Quando? A Gaza? Adesso? Allora dov'è il cessate il fuoco?», scrive Mélenchon sul suo profilo X .

Per il leader Insoumis, al centro delle polemiche in questi ultimi giorni per il rifiuto di definire Hamas un movimento «terrorista», questo «punto del discorso di Macron interroga parecchio. Il ritorno alla teoria della 'guerra al terrorismo' di G. W. Bush e dei neoconservatori era tutto un mondo che la diplomazia francese rifiutava», sottolinea Mélenchon.

Un'ora prima, Macron aveva dichiarato da Gerusalemme che la «Francia è pronta affinché la coalizione anti-Isis, nel quadro della quale siamo impegnati per la nostra operazione in Iraq e Siria, possa lottare anche contro Hamas». E ancora: «Propongo ai nostri partner internazionali di costruire una coalizione regionale e internazionale per lottare contro i gruppi terroristi che ci minacciano tutti». Parole che non sono evidentemente piaciute a Mélenchon.

15:29
15:29
Razzo danneggia un'abitazione israeliana in Cisgiordania

Un'abitazione israeliana è stata danneggiata dopo che un razzo lanciato dalla Striscia di Gaza è caduto nell'insediamento di Alfei Menashe, nel nord-ovest della Cisgiordania. Tre case nell'insediamento situato sul confine occidentale della Seam Line sono state danneggiate.

Lo ha riferito l'esercito citato dai media israeliani. Le sirene d'allarme hanno risuonato nel primo pomeriggio nel centro di Israele e in Cisgiordania per un pesante lancio di razzi dalla Striscia. L'allarme è stato attivato da Rehovot e Nes Ziona attraverso Elad e Rosh Ha'ayin fino alla regione di Sharon, dove sono stati informati i residenti di Elkana, Etz Ephraim e altri per cercare riparo.

Anche ai residenti di una serie di insediamenti nella regione di Samaria è stato detto di cercare rifugio. Nessuna vittima è stata segnalata per il momento.

Le sirene hanno risuonato anche nella città meridionale israeliana di Be'er Sheva, riferisce Haaretz. Poco prima Hamas aveva annunciato di aver lanciato «una pesante raffica di razzi contro Israele».

13:38
13:38
«A Gaza 5.791, di cui 2.360 minori»

Il bilancio dei morti a Gaza per gli attacchi israeliani è salito a 5791, di cui 2360 minori. Lo ha detto il ministero della Sanità di Gaza aggiornando i dati che riferiscono anche di 704 persone uccise in 24 ore.

Secondo la stessa fonte sono ad ora 12 gli ospedali chiusi e 32 le cliniche impossibilitate a fornire servizi ai proprio assistiti.

12:27
12:27
Colpito il mercato di Nusseirat, morti e feriti

Un bombardamento israeliano nel mercato di Nusseirat (nel settore meridionale della Striscia di Gaza) ha provocato un numero elevato di morti e di feriti, secondo testimoni sul posto contattati dall'ANSA.

Obiettivo dell'attacco era, in apparenza, un edificio vicino al più grande supermercato della striscia di Gaza, in quel momento molto affollato. Le vittime sono state trasportate nell'ospedale Shuhada di Khan Yunes dove si avverte una situazione di allerta anche per la penuria di combustibile.

L'aviazione israeliana ha colpito oggi nella stessa zona a Deir el-Balah e Rafah, provocando 18 morti secondo la agenzia di stampa Maan.

09:50
09:50
Sostegno ad Hamas: arrestata l'attrice Maisa Abd Elhadi

L'attrice arabo-israeliana Maisa Abd Elhadi, nota in Israele per diversi show e serie, è stata arrestata dalla polizia per aver espresso sostegno all'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Lo rende noto Times of Israele, aggiungendo che la polizia ha confermato l'arresto di «un'attrice e influencer, residente a Nazareth, con il sospetto di espressioni di elogio (del terrorismo) e incitamento all'odio», ma senza nominarla.

Abd Elhadi ha postato sui social l'immagine di una donna anziana presa in ostaggio da Hamas, accompagnata da emoji che ridono, e un'altra in cui si vedono i terroristi che rompono la barriera di sicurezza israeliana con la scritta in inglese «Let's go, Berlin style».

I suoi post sono stati criticati dal suo co-protagonista in «Temporarily Dead», Ofer Shechter: «Mi vergogno di te. Vivi a Nazareth, fai l'attrice nei nostri show, e poi ci pugnali alle spalle», ha scritto l'attore.

Abd Elhadi è apparsa anche nel film di Hollywood «World War Z» e più recentemente nella serie britannica «Baghdad Central».

07:47
07:47
Rinviata l'invasione di terra della Striscia

Israele sembra intenzionato a rinviare di qualche giorno la più volte annunciata invasione di terra della Striscia, anche se l'esercito è ormai pronto ad entrare in azione. Mentre l'ala militare di Hamas, le Brigate al Qassam, ha annunciato ieri sera la liberazione di altri due ostaggi, due donne, grazie alla mediazione del Qatar e dell'Egitto.

Potrebbero presto essere molti di più a ritrovare la libertà: secondo varie fonti, sarebbe infatti imminente il rilascio da parte dei miliziani di almeno 50 prigionieri con doppia cittadinanza, che verrebbero liberati sul versante egiziano di Rafah per essere riconsegnati alle rispettive ambasciate.

Lo slittamento dell'operazione di terra - riportata anche dalla radio militare israeliana - appare dunque legato anche alla necessità di favorire l'uscita degli ostaggi stranieri da Gaza (su richiesta Usa e mediazione di Qatar ed Egitto), così come di consentire l'ingresso degli aiuti umanitari - oggi è entrato un terzo convoglio - desinati alla popolazione della Striscia. Tutto questo nonostante continui dall'enclave palestinese il lancio di razzi insieme a quello degli Hezbollah nel nord di Israele e, in parallelo, si registri un deciso aumento dei raid dell'aviazione ebraica.

Anche l'Iran non accenna a far scendere la tensione: dopo le intimidazioni di domenica, oggi il comandante in seconda dei Pasdaran Ali Fadavi ha minacciato un attacco diretto di Teheran contro Israele, indicando come obiettivo la città di Haifa. Mentre gli Usa hanno a loro volta accusato il regime degli ayatollah di «facilitare» gli attacchi contro le basi americane in Medio Oriente da parte delle varie milizie sciite.

Come causa primaria del rinvio dell'invasione, la radio militare ha citato la necessità di attendere l'arrivo di rinforzi Usa nella regione. Gli Stati Uniti in sostanza avrebbero comunicato ad Israele l'intenzione di schierare altre forze a seguito delle minacce iraniane di agire «su vari fronti». L'amministrazione Biden - contraria ad un cessate il fuoco adesso perché «beneficerebbe solo Hamas» - ha intanto inviato in Israele un generale dei Marine e altri ufficiali in veste di consiglieri per le prossime operazioni, anche sulla base dell'esperienza maturata nella battaglia contro l'Isis a Mosul.

L'esercito israeliano comunque continua a prepararsi: i soldati, sia quelli in servizio sia quelli richiamati, stanno conducendo una «serie di esercizi in modo da aumentare le capacità per l'operazione di terra a Gaza», ha spiegato il portavoce militare, aggiungendo che si stanno addestrando «squadre di combattimento che uniscono forze di fanteria, corpi corazzati e altre unità» da impiegare «in una serie di diversi scenari».

I militari sono convinti che per raggiungere gli obiettivi della guerra contro Hamas occorra iniziare l'offensiva di terra «il prima possibile». Dopo 16 giorni di attacchi devastanti dall'aria, l'esercito ha informato il governo di essere pienamente pronto all'offensiva di terra, convinto di poter raggiungere gli obiettivi stabiliti anche a costo di pesanti perdite e nonostante i ripetuti attacchi degli Hezbollah al nord.

Per smentire frizioni tra governo e esercito rispetto ai tempi dell'invasione, il premier Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di Stato maggiore Herzi Halevi sono intervenuti in serata con una dichiarazione congiunta in cui hanno sottolineato di essere «in stretta e piena collaborazione», chiedendo ai media «di evitare notizie false». Ma le voci su dissidi interni anche al governo sono stati alimentate da indiscrezioni secondo cui «almeno tre ministri» starebbero considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per obbligare il premier ad assumersi le proprie responsabilità per l'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Sul campo la situazione non è cambiata di molto: Israele continua a martellare la Striscia prendendo di mira le basi e i comandanti di Hamas e della Jihad islamica con 436 morti - secondo la Sanità locale - nelle ultime 24 ore. Le vittime nella Striscia - ma anche in Cisgiordania in scontri con l'esercito - hanno superato la soglia di 5000, di cui 2055 minori. In Israele gli ostaggi identificati sono oramai 222.

07:06
07:06
«Colpiti oltre 400 obiettivi di Hamas»

Sono stati nelle ultime 24 ore oltre 400 gli obiettivi di Hamas colpiti nella Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che sono stati eliminati decine di uomini di Hamas in procinto di lanciare razzi e compiere attacchi contro Israele.

In particolare sono stati centrati campi di addestramento nei quartieri di Shujaiyya, Shati, Jabalia, Daraj Tuffah, e Zaytun. Sono stati anche colpiti centri di comando collocati in moschee usate da Hamas. I vicecomandanti dei battaglioni di Nuseirat, Shati, e Furqan sono stati uccisi.

06:05
06:05
IL PUNTO ALLE 6

«Il messaggio» di Joe Biden «a Hamas è stato chiaro: liberate tutti gli ostaggi. Questa deve essere la prima mossa. Non parliamo di cessate il fuoco ora. Non riteniamo che questo sia il momento per un cessate il fuoco». Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, alla CNN commentando le parole del presidente, secondo il quale prima devono essere liberati gli ostaggi poi si può parlare di un cessate il fuoco.

La Cina, intanto, riconosce che Israele ha il diritto all'autodifesa contro Hamas. In una telefonata avuta ieri con la controparte Eli Cohen, il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto che «ogni Paese ha il diritto all'autodifesa, ma dovrebbe rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili», nel resoconto diffuso nella notte dall'agenzia statale Xinhua.

Pechino è stata criticata per la sua posizione sulla guerra e la mancata condanna di Hamas per il sanguinoso attacco del 7 ottobre. Le valutazioni di Wang sono maturate alla vigilia della sua visita a Washington (26-28 ottobre) per gettare le basi di un summit Biden-Xi.

Il Dragone sosterrà «con decisione tutto ciò che possa favorire la pace e farà del suo meglio per favorire la riconciliazione tra Palestina e Israele», ha aggiunto Wang, per il quale «è imperativo evitare che la situazione si aggravi ulteriormente e causi difficoltà umanitarie ancora più gravi» in scia a un conflitto che «colpisce il mondo intero e comporta una scelta importante tra la guerra e la pace».

La Cina, ha riferito ancora la Xinhua, «è profondamente preoccupata per il continuo inasprimento del conflitto e per il peggioramento della situazione, ed è profondamente rattristata dal gran numero di vittime civili», esprimendo la condanna verso «tutti gli atti che danneggiano i civili» e opponendosi «a qualsiasi violazione del diritto internazionale». Wang ha sottolineato che la dolorosa lezione della crisi è che «solo aderendo al concetto di sicurezza comune è possibile aiutare a raggiungere una sicurezza sostenibile, e solo aderendo alla direzione di una soluzione politica è possibile facilitare la risoluzione completa delle preoccupazioni sulla legittima sicurezza di Israele».

La soluzione dei due Stati, in questo contesto, «è il consenso della comunità internazionale» e l'auspicio è che «le due parti possano considerare la situazione attuale così come gli interessi a lungo termine di pace e sicurezza condivisi dalle generazioni future». L'obiettivo, ha concluso Wang, «è di ritornare sulla strada giusta della soluzione a due Stati il più presto possibile, di riprendere i colloqui di pace e realizzare la coesistenza pacifica tra Palestina e Israele», nonché «la coesistenza armoniosa delle nazioni arabe ed ebraiche».