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Lo fa sapere Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato americano: «Se attaccheranno gli ucraini, saranno legittimi obiettivi militari» - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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18:35
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Alla Russia «non interessa» chi vincerà la corsa alla Casa Bianca
Alla Russia «non interessa» chi vincerà la corsa alla Casa Bianca. Attraverso la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, Mosca ha ribadito ancora una volta la linea ufficiale, aggiungendo anche un tocco di sarcasmo.
«Auguriamo al popolo americano di superare la crisi della democrazia e la divisione della società», ha affermato la portavoce.
Ma dietro questa ostentata indifferenza è lecito pensare che anche al Cremlino si respiri un clima di attesa per le sorti di una competizione che potrebbe influire in modo significativo su rapporti bilaterali. A partire dal conflitto in Ucraina, che Mosca vede come una «guerra ibrida» contro la Russia condotta da Washington.
Quando in corsa per i democratici era ancora il presidente uscente Joe Biden, Vladimir Putin aveva detto che era lui il suo preferito, in quanto «più esperto e più prevedibile» rispetto a Donald Trump. «Un politico della vecchia scuola», lo aveva definito. Qualità effettivamente più in linea con la tradizione politica russa, che potrebbe trovare difficoltà nell'adeguarsi agli scarti improvvisi del tycoon, specie quando sono in gioco i rapporti tra le due maggiori potenze nucleari del Pianeta. Il Cremlino fa inoltre notare che negli anni della sua presidenza Trump non ha dato prova di particolari simpatie per Mosca, adottando il maggior numero di sanzioni contro la Russia rispetto a tutti i suoi predecessori.
Putin, tuttavia, ha mostrato un'apertura di credito improvvisa per Trump quando, parlando il 22 ottobre in chiusura del vertice dei Brics a Kazan, ha definito «sincere» le sue promesse di mettere fine in breve tempo al conflitto in Ucraina. Se ciò potrebbe avvenire alle condizioni auspicate dalla Russia è tutto da vedere. Mosca ha detto più volte che una pace negoziata deve rientrare in accordi complessivi riguardanti l'architettura della sicurezza in Europa.
E a questo tavolo - che alla Casa Bianca sieda Trump o Kamala Harris - vuole trattare con Washington con pari dignità. «La nostra posizione - ha ribadito oggi il ministro degli Esteri Serghei Lavrov - è ben nota: siamo pronti a un dialogo su un piano di eguaglianza se e quando la parte americana dimostrerà l'intenzione di negoziare correttamente, basandosi sul riconoscimento degli interessi russi e sul principio di reciprocità».
14:17
14:17
Le truppe russe sono avanzate nel sud della regione di Donetsk
Le truppe russe sono avanzate la settimana scorsa in diverse aree lungo un fronte di 20 chilometri nel sud della regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale: lo scrive su X il ministero della difesa britannico sulla base di informazioni di intelligence.
Durante la settimana, si legge nel rapporto, i russi hanno preso il controllo di diversi piccoli insediamenti e in alcune aree sono avanzati fino a 9 chilometri.
Questi successi seguono la conquista di Ugledar all'inizio del mese scorso, ricorda Londra, aggiungendo che nel Donetsk le truppe russe hanno catturato la città di Hirnyk e affermano di aver catturato quella di Kurakhivka. Inoltre, 15 km a sud-est di Pokrovsk, la Russia ha catturato Selidovo, il che probabilmente crea le condizioni affinché Mosca possa minacciare l'hub logistico di Pokrovsk.
«La Russia continua a dare priorità al fronte meridionale di Donetsk, mantenendo rapporti di forza favorevoli in questo settore, il che spiega in parte l'accelerazione del ritmo della sua offensiva - conclude il rapporto -. Nonostante le pesanti perdite, la Russia continua a reclutare un gran numero di soldati per sostenere le sue operazioni nel sud dell'Ucraina».
13:07
13:07
Putin: «Aperti alla cooperazione con tutti gli Stati»
La Russia è «aperta alla cooperazione reciprocamente vantaggiosa con tutti gli Stati, senza eccezioni, sui principi di uguaglianza, non ingerenza negli affari interni e stretta osservanza del diritto internazionale». Lo ha detto il presidente Vladimir Putin oggi al Cremlino durante la cerimonia della presentazione delle credenziali degli ambasciatori e ambasciatrici di 28 paesi.
Rivolgendosi ai paesi definiti da Mosca «non amici», Putin, citato dall'agenzia Interfax, ha affermato che «alla cerimonia di oggi prendono parte gli ambasciatori di Giappone, Canada, Malta, Albania, Nuova Zelanda, Italia, Spagna, Irlanda, Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Finlandia. Non svelo un segreto se dico che i contatti bilaterali tra i nostri paesi sono ridotti al minimo, sia in ambienti ufficiali sia economici e sociali. L'interazione sulle importanti questioni internazionali e regionali è stata congelata».
«La Russia - ha proseguito il presidente - è sempre stata e rimane impegnata alla logica della cooperazione reciprocamente vantaggiosa e non cerca lo scontro. Mi piacerebbe credere che prevarrà ancora una visione razionale ed equilibrata della cooperazione con la Russia».
13:06
13:06
«Grave preoccupazione» per le truppe nordcoreane in Russia
«I ministri degli esteri di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti e l'Alto Rappresentante dell'Unione europea hanno espresso grave preoccupazione in merito allo spiegamento di truppe della Corea del Nord (RPCN) in Russia, per il potenziale utilizzo sul campo di battaglia contro l'Ucraina». Lo affermano in una nota i paesi del G7 allargato.
Il loro dispiegamento «segnerebbe una pericolosa espansione del conflitto, con gravi conseguenze per la pace e la sicurezza europea e dell'Indo-Pacifico e un'ulteriore violazione del diritto internazionale e dei principi dell'ONU», prosegue la nota.
I ministri degli esteri «condannano con la massima fermezza possibile la crescente cooperazione militare» tra la Corea del Nord e la Russia, «tra cui le esportazioni da parte della RPDC e l'illecita acquisizione da parte della Russia di missili balistici nordcoreani in violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR), nonché l'uso da parte della Russia di questi missili e munizioni contro l'Ucraina. I soldati della RPDC che ricevono o forniscono qualsiasi addestramento o altra assistenza relativa all'uso di missili balistici o armi rappresentano una violazione diretta delle risoluzioni 1718, 1874 e 2270 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite», continua la nota.
I ministri degli esteri si dicono anche «profondamente preoccupati per le potenziali conseguenze di qualsiasi trasferimento di tecnologia nucleare o relativa ai missili balistici dalla Russia alla Corea del Nord in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR)».
I ministri pertanto «esortano la RPDC a cessare di fornire assistenza alla guerra di aggressione della Russia. Riaffermiamo il nostro incrollabile impegno a sostenere l'Ucraina nella difesa della sua libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Stiamo lavorando con i nostri partner internazionali per una risposta coordinata a questo nuovo sviluppo», conclude la nota.
11:43
11:43
«L'Ucraina sta cercando di coinvolgere la Corea del Sud nel conflitto»
L'Ucraina e i paesi europei stanno cercando di «portare avanti il processo di internazionalizzazione del conflitto ucraino» e Kiev in particolare «sta cercando di fare di tutto per coinvolgere la Corea del Sud». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito alla possibilità che Seul decida di fornire armi letali a Kiev in risposta alla presenza denunciata di migliaia di militari della Corea del Nord in Russia, che potrebbero essere impiegati nei combattimenti con le truppe ucraine nella regione di Kursk.
Peskov, citato dalle agenzie russe, non ha tuttavia commentato le ultime dichiarazioni del Dipartimento di Stato americano, secondo le quali già 10'000 soldati nordcoreani sarebbero dislocati nella regione russa. «Non dirò nulla su questo argomento - ha detto il portavoce - perché tutti i rappresentanti degli Stati Uniti che ne parlano aggiungono sempre di non avere una conferma definitiva».
10:49
10:49
Bombe russe su Zaporizhzhia, morte 6 persone
Un attacco lanciato dalle forze russe nelle prime ore di oggi contro un impianto infrastrutturale di Zaporizhzhia, nell'Ucraina meridionale, ha provocato almeno sei morti e nove feriti: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale, Ivan Fedorov.
«Sei persone sono morte e nove sono rimaste ferite. Nel punto dell'impatto è scoppiato un incendio: queste sono le conseguenze preliminari dell'attacco nemico a Zaporizhzhia. Attualmente i feriti ricevono tutta l'assistenza necessaria», si legge nel messaggio.
08:03
08:03
«Ci aspettiamo 15 mila soldati nordcoreani»
Il ministro della difesa ucraino Rustem Umerov ha confermato che il suo esercito ha avuto un primo ingaggio con le truppe nordcoreane.
Egli ha detto di attendersi che cinque unità del Nord, ciascuna con circa 3'000 soldati, siano schierate nelle località di nordest, est e sudest sulla linea del fronte con la Russia lunga 1'500 chilometri, per un totale di almeno 15'000 militari.
Umerov, in un'intervista di ieri all'emittente pubblica sudcoreana KBS, ha detto che si era verificato uno scontro «su piccola scala», senza specificare quando e dove, in quello che è l'inizio ufficiale della partecipazione di Pyongyang alla guerra russa.
06:06
06:06
Il punto alle 6
Il Dipartimento di Stato americano ritiene che 10.000 militari nordcoreani siano dispiegati nella regione russa di Kursk, afferma il portavoce Matthew Miller.
«Stimiamo che in circa 10.000 siano arrivati a Kursk e potrebbero entrare in combattimento nei prossimi giorni», ha detto Miller in una conferenza stampa. «Ci aspettavamo che fosse probabile che si schierassero contro le forze ucraine e se lo faranno saranno legittimi obiettivi militari», ha aggiunto il funzionario Usa.
«Le prime truppe nordcoreane sono già finite sotto il fuoco ucraino a Kursk», aveva annunciato ieri Kiev. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto che sulla base delle informazioni d'intelligence «ci sono già 11.000 nordcoreani nella regione» russa al confine con l'Ucraina.