Il caso

Dietro all'incendio dell'Ikea di Vilnius ci sarebbe la Russia

La procura lituana rivela il coinvolgimento dei servizi segreti russi per il rogo del negozio della catena svedese, avvenuto lo scorso maggio – In manette due giovani ucraini, che avrebbero agito con la promessa di ricevere una ricompensa di 10.000 euro e una BMW
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Red. Online
18.03.2025 15:00

In Lituania, lo abbiamo detto, la preoccupazione legata al conflitto in Ucraina aumenta. Nel Paese Baltico, si fa sempre più alto il timore di un'invasione russa, in futuro. E proprio in questi giorni di tensione, emergono notizie che non fanno altro che accentuare queste sensazioni. Nelle scorse ore, la procura lituana ha infatti rivelato che dietro all'incendio avvenuto il 9 maggio dello scorso anno in un negozio Ikea di Vilnius, ci sarebbero proprio i servizi segreti russi. 

Riavvolgendo il nastro, poco meno di un anno fa, uno degli store del mobilificio svedese era stato avvolto dalle fiamme nella capitale lituana, nel corso della notte. ll fuoco era stato appiccato facendo esplodere un ordigno a distanza, alle 4 del mattino. Orario in cui, va da sé, il negozio era chiuso, ma all'interno erano comunque presenti alcuni dipendenti. 

Già poco dopo l'incendio, le autorità locali avevano dichiarato di sospettare che dietro all'accaduto ci fosse «una campagna di sabotaggio russa». Dai documenti depositati negli scorsi giorni in tribunale, ora, c'è la conferma che si sia trattato di un attacco. Nello specifico, si parla di «un attentato compiuto da un gruppo terroristico». Gruppo che, più in generale, avrebbe l'obiettivo di destabilizzare non solo la Lituania, ma anche la Lettonia e altri Paesi europei «nell'interesse delle strutture militari e dei servizi di sicurezza della Federazione Russa». 

Di più, secondo i procuratori lituani, ci sarebbe una ragione dietro alla scelta di attaccare proprio il negozio Ikea. Secondo loro, infatti, gli agenti russi lo avrebbero preso di mira dal momento che i colori del suo logo sono «gli stessi della bandiera ucraina», ossia giallo e blu. «Tutto ciò ha un forte significato simbolico», ha dichiarato Arturas Ubrelis, dell'ufficio del procuratore generale lituano, spiegando per quale motivo il negozio non sarebbe stato «scelto a caso». 

Ma non è tutto. Gli investigatori hanno scoperto che l'incendio all'Ikea di Vilnius era collegato all'intelligence militare russa «attraverso una catena di oltre venti intermediari». «La catena comprende gli organizzatori, poi altri organizzatori per determinati obiettivi, poi altri intermediari, fino ad arrivare a coloro che hanno perpetrato l'attacco. È un sistema a più stadi, molto complesso», ha spiegato Urbelis ai giornalisti. Al momento, sono stati arrestati due sospettati, ossia due ragazzi ucraini di circa vent'anni, arrivati in Lituania dalla Polonia. I due giovani avrebbero agito con la promessa di ricevere una ricompensa di 10.000 euro e una BMW. Secondo le prime indagini, il ragazzo reputato «maggiormente responsabile» dell'attacco, all'epoca dei fatti era minorenne ed era stato arrestato pochi giorni dopo l'incendio, mentre era diretto a Riga, in Lettonia.

La situazione, però, potrebbe essere ancor più complessa di come sembra. Secondo le prime indagini, pare infatti che l'incendio dell'Ikea fosse collegato a un altro presunto incendio doloso che, sempre a maggio del 2024, aveva distrutto il Marywilska 44, ossia il più grande centro commerciale di Varsavia. Nel rogo, erano state danneggiate circa 1.400 unità commerciali. 

Dall'altra parte, però, Mosca continua a negare di aver compiuto attacchi di sabotaggio, e afferma che «l'Occidente sta fomentando sentimenti ostili, incolpando la Russia di ogni incidente». 

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