Dietro l'assalto all'aeroporto di Makhachkala potrebbe esserci Utro Dagestan
Una vera e propria «caccia all'ebreo». Così è stato definito, da molti, l'assalto all'aeroporto di Makhachkala, nella regione russa del Daghestan. Qui, ieri sera, una folla si è riversata sulla pista, dove stava atterrando un aereo proveniente da Tel Aviv. Sventolando cartelli su cui, a lettere cubitali, si leggeva «siamo contro i rifugiati ebrei». Le immagini, drammatiche, hanno immediatamente fatto il giro dei social network. E oggi, si fa la conta dei feriti. Che, secondo le autorità locali, sono almeno 20, due dei quali versano in condizioni critiche in ospedale. Al contempo, l'agenzia di stampa RIA ha dichiarato che nell'assalto sono rimasti feriti anche nove agenti di polizia. Mentre, a detta delle forze di sicurezza, i passeggeri dell'aereo «preso di mira» sono stati messi, prontamente, in salvo.
A manifestare, all'aeroporto di Makhachkla, erano in centinaia. Lo si evince anche dai video postati sui social media, in cui si vedono moltissimi uomini — per la maggior parte musulmani — catapultarsi sulla pista d'atterraggio, cercando di salire sugli aerei, sventolando bandiere palestinesi o cartelli contro Israele. I filmati mostrano addirittura persone intente a controllare nei motori spenti dell'aereo, per scovare passeggeri nascosti. Chiedendo, persino ai tecnici dell'aereo, dove si stessero «nascondendo gli ebrei».
Lo scalo russo, in men che non si dica, è stato chiuso «a causa della presenza di intrusi». Poco fa, il Ministero degli Interni russi ha dichiarato che 60 dei circa 150 partecipanti attivi ai disordini sono stati arrestati.
Utro Dagestan dietro all'assalto?
Nel frattempo, nelle ultime ore, sono emersi dei dettagli sull'origine dell'assalto. Secondo quanto si legge su Russia Today e su diversi media internazionali, l'attacco potrebbe essere stato annunciato sul canale Telegram Utro Dagestan. Canale che, nonostante si presentasse come un'emittente locale, è noto per diffondere notizie miste a teorie cospirative. In passato, addirittura, era stato smascherato sia dai funzionari russi che dalla comunità di hacker Killnet, sostenendo si trattasse di un «progetto dei servizi segreti ucraini, creato per alimentare disordini in Russia».
Su Utro Dagestan, quindi, la popolazione locale sarebbe stata invitata a seguire gli israeliani in arrivo, a fotografare i loro veicoli e persino ad annotare gli indirizzi dei loro alloggi.
Il giorno dopo
Questa mattina, oltre a contare i danni e i feriti nell'assalto, il governo daghestano ha dichiarato di essersi mobilitato per rafforzare le misure di sicurezza in tutta la repubblica, in cui vivono circa 3 milioni di persone. A detta del capo del Daghestan, Sergei Melikov, «l'incidente è una grave violazione della legge, anche se i daghestani si immedesimano nella sofferenza delle vittime delle azioni di persone e politici ingiusti e pregano per la Pace in Palestina». Nel mentre, le autorità religiose locali suggeriscono che potrebbe rendersi necessario evacuare circa 800 famiglie ebree dall'area, molte delle quali vivono nella città di Derbent.
Assalti anche in altre città
Tuttavia, i disordini e le segnalazioni di atti «anti-ebraici» non si sono limitati unicamente all'aeroporto di Makhachkala. Anche a Nalchick, città che si trova nella vicina regione di Cabardino-Balcaria, proprio ieri è stato incendiato un centro ebraico. Copione simile anche a Khasavyurt, sempre nel Daghestan, dove alcuni manifestanti, ieri mattina, hanno assediato un hotel andando alla ricerca delle «stanze per rifugiati ebrei».