Disputa sulle isole Curili: che cosa succede tra Mosca e Tokyo?

Tra l'estremità nordorientale dell'isola giapponese di Hokkaido e la penisola russa della Kamchatka sorge un arcipelago di cinquantasei isole. Un posto conosciuto per i frequenti terremoti e per il tempo atmosferico «estremo». Un luogo spoglio e desolato, secondo i (pochi) commenti di chi quel posto lo ha visto da vicino. Ma soprattutto, un territorio al centro di una disputa internazionale, tra Russia e Giappone, ancora irrisolta. Parliamo delle isole Curili. Il cui destino di territorio conteso non sembra poter cambiare a breve. Lunedì, infatti, le autorità russe hanno bollato la Northern Territories Issue Association (Associazione per la questione dei territori settentrionali, ndr) giapponese come «organizzazione indesiderabile», per aver sostenuto la restituzione delle isole Curili meridionali al Giappone.
Si tratta, nello specifico, di un'associazione fondata nel 2003, che ha la missione di «sensibilizzare l'opinione pubblica sulla disputa territoriale, condurre ricerche e sostenere gli ex residenti anziani delle isole». Organizzazione che, dall'altra parte, Mosca accusa di promuovere «idee revansciste» e di «minare la sovranità russa». Il gruppo, con sede a Tokyo, sostiene la rivendicazione del Giappone sulle isole Curili russe – che in Giappone sono chiamate Territori del Nord –, il cui status controverso ha impedito ai due Paesi di firmare un trattato di pace della Seconda Guerra Mondiale. Facendo un passo indietro, le quattro isole furono conquistate dall'esercito sovietico durante gli ultimi mesi dell conflitto: da quel momento, sono rimaste sotto il controllo della Russia, in quella che il Giappone descrive come una «occupazione illegale».
Nelle scorse ore, dunque, la Procura generale russa ha affermato che il gruppo starebbe «facendo pressioni per la restituzione delle isole al Giappone». Il tutto tramite «operazioni di propaganda» e organizzando «eventi educativi» e venendo finanziato dal governo giapponese, nonostante l'associazione si presenti come ONG. «Nell'oscurità degli attivisti del Paese del Sol Levante... la Procura generale è riuscita a scorgere i tratti distintivi dell'ideologia revanscista», si legge in un comunicato pubblicato su Telegram dalla Russia.
La situazione, già tesa, sulle isole Curili, insomma, rischia di peggiorare. Oltre a quanto non sia già peggiorata dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022. In quell'occasione, il Giappone ha infatti inasprito la sua posizione, condannando nuovamente l'annessione di questi territori. In risposta alle sanzioni di Tokyo, Mosca ha quindi interrotto i negoziati con il Giappone proprio sulle Isole Curili.
Ora, con l'etichetta «indesiderabile», di fatto, Mosca vieta le attività dell'organizzazione sul suo territorio, oltre a criminalizzare la cooperazione con essa e a esporre il suo personale a procedimenti giudiziari. Oltre alla Northern Territories Issue Association, Mosca ha etichettato come «indesiderate» anche altre organizzazioni, come World Wildlife Fund, Greenpeace, Transparency International e Radio Free Europe/Radio Liberty.