Russia

«Distruggere l'Ucraina sarebbe un errore»: e Vladimir Putin gli sequestra l'albergo

L'oligarca Oleg Deripaska, fra i pochi ad aver criticato la guerra, si è visto confiscare il complesso alberghiero di lusso a Sochi sul Mar Nero
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Red. Online
20.12.2022 18:00

Criticare Vladimir Putin non è mai buona cosa, in Russia. Lo sa bene Oleg Deripaska, il magnate dell’alluminio. Il quale, proprio per aver espresso delle opinioni discordanti rispetto alla narrazione dominante sulla guerra in Ucraina, si è visto sequestrare un albergo di lusso a Sochi, la St. Tropez del Mar Nero (con molta fantasia). Ne ha parlato, per primo, il Financial Times.

L’ordine è arrivato da un tribunale. E risale a settembre, dopo che il Cremlino aveva pregato Deripaska di non criticare più, pubblicamente, le operazioni militari in Ucraina. Oltre al complesso alberghiero, è stato sequestrato anche il porto turistico. Entrambe le strutture fanno parte del complesso denominato Imeretinskiy.

Vero, i problemi legali fra Deripaska e Putin vanno indietro nel tempo. Sono cominciati prima della guerra. Ma i commenti dell’oligarca, secondo il Financial Times, hanno sicuramente influenzato la decisione del tribunale.

Deripaska, a marzo, aveva auspicato di arrivare alla pace «il prima possibile» mentre a giugno si era spinto oltre affermando che «distruggere l’Ucraina sarebbe un errore colossale». Una persona vicina a Deripaska ha spiegato al quotidiano britannico che il Cremlino, visti i continui attacchi, aveva espressamente detto all’oligarca di calmarsi. Lo avrebbe fatto in più di un’occasione.

L'albergo. © Shutterstock
L'albergo. © Shutterstock

Due settimane dopo i commenti riguardanti la distruzione dell’Ucraina, il Sirius Federal Territory – un cluster scientifico, educativo e turistico istituito sotto Putin - ha intentato tre cause legali contro la società di Deripaska RogSibAl, che possiede appunto il complesso di Imeretinskiy.

Il Financial Times, come detto, ha riferito che il tribunale si è espresso in favore di Sirius a settembre, stabilendo con una sentenza separata che gli immobili della RogSibAl sarebbero stati sequestrati. Detto, fatto.

Deripaska e il colosso dell’alluminio Rusal sono oggetto di sanzioni degli Stati Uniti dal 2018 per attività «maligne» in Crimea e in Ucraina. Lo stesso Deripaska, per contro, è uno dei più importanti uomini d’affari russi a essersi espresso contro la guerra, oltre a essere uno dei pochi, anzi pochissimi ad averlo fatto.

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato al Financial Times che la sentenza del tribunale non ha nulla a che fare con il rapporto, stretto, fra Sirius e Putin. Un rapporto che Peskov ha definito così: «Sirius è davvero il suo bambino, è lui che ha avuto l’idea».

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