Donald Trump paladino di TikTok?
Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto alla Corte Suprema di ritardare l'imminente divieto di TikTok. Il 10 gennaio è infatti prevista l'udienza per la discussione di una legge statunitense che impone al proprietario cinese di TikTok, ByteDance, di vendere la società di social media a un'azienda americana o di subire un divieto il 19 gennaio. Il giorno prima, insomma, dell'insediamento di Trump.
Nella notte fra venerdì e sabato, l'avvocato di Trump, riportano i media americani, ha presentato alla corte una nota in cui afferma che il tycoon «si oppone al divieto di TikTok» e «cerca la possibilità di risolvere le questioni aperte con mezzi politici una volta entrato in carica».
I pregressi
Ma perché TikTok rischia il divieto? L'idea di «far uscire» la Cina da TikTok, almeno negli Stati Uniti, è legata alla presunta influenza del Partito Comunista cinese su ByteDance e, di riflesso, sulla politica americana. Funzionari e legislatori statunitensi avevano accusato ByteDance di essere legata al governo cinese, fatto che l'azienda ha sempre negato. Le accuse, mosse verso un'applicazione da 170 milioni di utenti solo negli Stati Uniti, hanno portato il Congresso ad approvare in aprile una legge, firmata da Joe Biden, che includeva l'obbligo di disinvestimento o il divieto.
Nel corso degli ultimi mesi, TikTok e ByteDance hanno presentato molteplici ricorsi contro la legge, sostenendo che essa rappresenta una minaccia alla libertà di parola negli Stati Uniti. Senza successo. Non essendosi finora concretizzato alcun potenziale acquirente, l'ultima possibilità per le aziende di far deragliare il divieto è stata quella di rivolgersi alla Corte Suprema americana. Questa ha accettato di consentire a TikTok, ByteDance e al governo degli Stati Uniti di perorare la propria causa il 10 gennaio, pochi giorni prima dell'entrata in vigore del divieto. E qui arriviamo a Trump.
Le ragioni
Perché il tycoon ha difeso TikTok? Durante il suo primo mandato – ne abbiamo parlato qui – Trump aveva avviato l'iter per vietare TikTok negli Stati Uniti ma, complice anche una forte attività lobbistica della stessa piattaforma, il presidente eletto – è ormai chiaro – deve aver cambiato opinione al riguardo. «Ho un posto caldo nel mio cuore per TikTok, perché ho vinto con 34 punti di vantaggio sui giovani», ha affermato (falsamente, dato che la maggioranza dei giovani elettori ha sostenuto Kamala Harris) in una conferenza stampa all'inizio di dicembre. «C'è chi dice che TikTok abbia qualcosa a che fare con questo».
La scorsa settimana, hanno rivelato i media americani, Trump ha incontrato nella sua tenuta di Mar-a-Lago, Florida, l'amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew. I contenuti della discussione non sono divenuti pubblici. Certo è, tuttavia, che nelle scorse ore Trump ha deciso di intercedere per l'app: nella nota depositata in tribunale, il presidente eletto ha affermato che il caso rappresenta «una tensione senza precedenti, nuova e difficile tra i diritti di libertà di parola da un lato e le preoccupazioni di politica estera e di sicurezza nazionale dall'altro». Pur affermando che Trump «non prende posizione sul merito di questa controversia», il documento ha aggiunto che posticipare la scadenza del 19 gennaio avrebbe dato al presidente eletto «l'opportunità di perseguire una risoluzione politica» della questione senza dover ricorrere al tribunale.