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Donald Trump sta portando avanti una vendita di armi per Israele da 3 miliardi di dollari

Ne scrive Haaretz, sottolineando come in realtà manchi ancora l'approvazione di tutti i leader delle commissioni competenti del Congresso – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Donald Trump sta portando avanti una vendita di armi per Israele da 3 miliardi di dollari
Red. Online
01.03.2025 08:21
23:24
23:24
L'IDF avvisò Netanyahu di preoccupanti segnali di attività di Hamas a Gaza tre ore prima dell'assalto del 7.10

L'Idf avvisò in un documento di numerosi e preoccupanti segnali di attività di Hamas a Gaza alle 3,30 del mattino del 7 ottobre, tre ore prima dell'azione dei terroristi al festival Nova, e lo ha inviato ai funzionari dell'intelligence quelli di sette leader israeliani chiave, tra cui il primo ministro Benyamin Netanyahu e l'allora Ministro della Difesa Yoav Gallant. Lo riferisce Channel 12.

L'ufficiale dei servizi segreti di Netanyahu e gli altri hanno tutti ricevuto il documento. Ma l'ufficiale del primo ministro non ha trasmesso le informazioni, si legge nel rapporto. L'ufficio di Netanyahu ha subito risposto alle notizie diffuse da Channel 12: «L'ufficiale di intelligence presso la segreteria militare del Primo Ministro ha ricevuto la notte del 7 ottobre 2023 un messaggio che presentava diversi segnali indicativi (da Gaza), insieme all'affermazione che Hamas stava operando normalmente e che il comandante della regione meridionale avrebbe discusso la questione solo il giorno successivo, al mattino.

Il messaggio è stato immediatamente trasmesso al segretario militare ma, data l'indicazione che non si trattava di un evento urgente, ha deciso di non svegliarlo. Solo dopo l'inizio dell'attacco, alle 6,29 del sabato mattina, il segretario militare ha aggiornato il Primo Ministro sugli eventi della notte». Il primo ministro ha dichiarato nella nota la piena fiducia nella segreteria militare del suo ufficio.

22:53
22:53
Gaza: proteste in Israele contro il governo, «proseguite l'accordo»

Dimostranti si sono radunati in tutto Israele sabato sera per protestare contro il governo affinché completi l'accordo con Hamas per la liberazione di tutti gli ostaggi.

Le manifestazioni si stanno tenendo in diverse città israeliane, a Ness Ziona, Haifa, Hadera e in piazza degli ostaggi a Tel Aviv.

«Non daremo una mano all'abbandono», afferma il gruppo di protesta pro-democrazia Hofshi B'Artzenu su Twitter condividendo le foto delle dimostrazioni che ha organizzato: «i cittadini di tutto il paese, agli incroci, sui ponti e nelle strade, sono scesi in piazza per combattere per il completamento dell'accordo».

20:13
20:13
Siria: Netanyahu ordina all'IDF di difendere la città drusa di Jaramana

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Israel Katz hanno ordinato all'esercito (IDF) di «prepararsi a difendere» la città di Jaramana, a maggioranza drusa, alla periferia di Damasco, in Siria.

In una dichiarazione dell'ufficio di Katz viene spiegato che la città è «attualmente sotto attacco da parte delle forze del regime siriano».

«Non permetteremo al regime islamico estremo in Siria di danneggiare i drusi. Se il regime danneggia i drusi, verrà colpito da noi», afferma Katz.

«Ci impegniamo con i nostri fratelli drusi in Israele - aggiunge - a fare tutto il possibile per impedire che i loro fratelli in Siria subiscano danni.»

20:09
20:09
L'inviato statunitense per il Medio Oriente dovrebbe arrivare in Israele verso la fine della prossima settimana

L'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff dovrebbe arrivare in Israele verso la fine della prossima settimana, e non prima del discorso sullo "stato dell'Unione" di martedì. Lo riferisce l'emittente tv pubblica israeliana KAN.

Intanto il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato un incontro per questa sera con i suoi più stretti collaboratori per discutere della prosecuzione dei colloqui sull'accordo di tregua con Hamas.

I negoziatori israeliani sono rientrati ieri e Hamas ha dichiarato oggi che non accetterà un'estensione della prima fase dell'accordo, ovvero il risultato che lo Stato ebraico vorrebbe ottenere. Hamas insiste affinché l'accordo proceda con la fase due, che Israele ha ampiamente rifiutato di negoziare nell'ultimo mese.

20:08
20:08
Gaza: Hamas diffonde un video di un ostaggio con il fratello liberato

Hamas ha diffuso un video in cui si vedono Yair Horn, liberato dalla prigionia dopo 498 giorni, e suo fratello Eitan, ancora trattenuto dai terroristi nella Striscia di Gaza, che sembrerebbe essere stato ripreso al momento della liberazione del primo il 15 febbraio. I due vengono mostrati insieme a Sagi Dekel-Chen, che è stato rilasciato insieme a Yair.

Immediata la reazione dell'ufficio del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu: «Hamas ha diffuso stasera un altro crudele video di propaganda, in cui i nostri rapiti sono costretti a fare propaganda per la guerra psicologica. Israele non si lascerà intimidire dalla propaganda di Hamas. Continueremo a lavorare instancabilmente per il ritorno di tutti i nostri rapiti e per il raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra».

17:40
17:40
USA: «Ucciso in Siria un leader di un gruppo affiliato ad al-Qaida»

Il Comando centrale americano (Centcom) rende noto di aver effettuato un attacco aereo di precisione in Siria, prendendo di mira e uccidendo un alto dirigente di un'organizzazione affiliata ad al-Qaida, Muhammed Yusuf Ziya Talay, capo militare di alto rango di Hurras al-Din (HaD).

«Come abbiamo detto in passato, continueremo a perseguire senza sosta questi terroristi per difendere la nostra patria e il personale statunitense», afferma il generale Michael Erik Kurilla, comandante del Centcom.

16:57
16:57
Hamas ha annunciato di essere pronto a procedere con le «fasi rimanenti» dell'accordo di cessate il fuoco

Hamas ha annunciato di essere pronto a procedere con le «fasi rimanenti» dell'accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, poiché la prima fase volge al termine.

«Affermiamo la nostra volontà di completare le rimanenti fasi dell'accordo, che porti a un cessate il fuoco globale e permanente, al ritiro completo delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, alla ricostruzione e alla revoca dell'assedio», afferma il gruppo militante palestinese in una lettera indirizzata al vertice della Lega Araba che si terrà martedì.

«Rifiutiamo categoricamente il tentativo di imporre qualsiasi progetto o forma di amministrazione non palestinese o la presenza di forze straniere sul territorio della Striscia di Gaza», viene aggiunto.

16:24
16:24
Egitto: «Intensi contatti per il vertice di martedì»

Il Cairo lavora a «contatti intensi» con «fratelli arabi» e attori «regionali e internazionali» per sostenere gli «esiti del vertice arabo d'emergenza» di martedì prossimo e il «piano di ricostruzione» della Striscia di Gaza, in fase di definizione con «i fratelli palestinesi». Lo ha dichiarato il ministro degli esteri egiziano Badr Abdelatty in una conferenza stampa tenuta al Cairo con il premier palestinese Mohamed Moustafa, come riferisce l'agenzia Mena.

Abdelatty ha parlato di «totale coordinamento» con i paesi arabi e annunciato che i «preparativi» per il vertice sono «nelle fasi finali». Una riunione di coordinamento si terrà «dopodomani», quindi lunedì.

Il summit affronterà gli «sviluppi della questione palestinese» e dovrà produrre «risultati specifici», con focus sulle «costanti arabe» come il «rifiuto dello spostamento» della popolazione gazawa e la creazione di uno «Stato palestinese». Secondo Abdelatty, il vertice definirà azioni per «ricostruzione, sicurezza e governance».

«Ci sarà un successivo monitoraggio», ha detto ancora il ministro, evidenziando l'importanza del summit in un momento «cruciale» per la causa palestinese, aggiungendo che «siamo fiduciosi che sarà all'altezza delle sfide».

16:04
16:04
Sette nuove rivelazioni dalle inchieste dell'IDF sul 7 ottobre

L'obiettivo di uccidere 600 civili a Ofakim, i due piani d'invasione posticipati, incluso quello previsto per la Pasqua ebraica con il capo di Stato maggiore nel sud. I segnali d'allarme ignorati, tra cui una serie televisiva prodotta da Hamas. E ancora, il ruolo dell'aeronautica israeliana e il divario enorme tra le previsioni peggiori e la realtà: 5.500 terroristi entrati da 114 varchi nella barriera. Lo riferisce la stampa israeliana, sulla base delle indagini condotte dalle Forze di difesa (IDF) sulla strage del 7 ottobre 2023.

Secondo i rapporti, Raed Saad, a capo del settore operativo di Hamas, ha ideato l'attacco senza l'uso di tunnel, a causa della barriera sotterranea costruita da Israele. Il piano prevedeva la formazione di battaglioni d'élite di Hamas con riserve pronte per ogni unità.

L'intelligence israeliana avrebbe sottovalutato le prove raccolte nel 2017, che già delineavano un'invasione con trasmissioni in diretta dai kibbutz e dagli avamposti occupati, nonché attacchi a infrastrutture strategiche nel sud del Paese.

Tra i dati emersi, Hamas avrebbe pianificato di attaccare già nel 2022 e poi durante la Pasqua ebraica del 2023, quando il capo di Stato maggiore Herzi Halevi si trovava in una base vicino alla Striscia di Gaza.

Inoltre, un'inchiesta ha rivelato che l'intelligence non ha interpretato correttamente segnali d'allarme, come la serie «Pugno dei Liberi», prodotta da Hamas e lodata dal suo leader Yahya Sinwar, che mostrava una simulazione di incursione in territorio israeliano.

Il rapporto poi evidenzia anche il ritardo nella risposta operativa: il peggior scenario ipotizzato dall'IDF prevedeva l'infiltrazione di circa 70 terroristi da 4-8 punti diversi, ma il 7 ottobre sono entrati 1'175 uomini già nella prima ondata.

La confusione nel comando centrale ha complicato la gestione della crisi, con errori nel riconoscimento di località chiave e ritardi nelle informazioni trasmesse.

L'aeronautica militare ha compiuto il primo attacco con droni alle 7.14, mentre il primo bombardamento aereo è avvenuto solo alle 7.55. Alle 9.30, il comandante dell'aeronautica ha ordinato di sigillare il confine, autorizzando l'attacco su qualsiasi movimento sospetto nel raggio di un chilometro dalla barriera.

Secondo i dati riportati, l'attacco di Hamas ha coinvolto complessivamente 5.500 uomini, passati attraverso 114 varchi lungo il confine con l'ausilio di droni, deltaplani, imbarcazioni e un lancio massiccio di razzi.

14:54
14:54
Gaza: altri 34 feriti palestinesi arrivano in Egitto

«Trentaquattro feriti e malati» provenienti dalla Striscia di Gaza e «55 loro accompagnatori» sono arrivati in Egitto attraverso il valico terrestre di Rafah rappresentando il 27esimo gruppo di infermi palestinesi provenienti dalla Striscia. Lo ha riferito al telefono una fonte della Mezzaluna Rossa egiziana nel Sinai settentrionale.

L'arrivo porta a un totale di 1'120 i feriti e malati palestinesi e a 2'376 i loro accompagnatori giunti finora in Egitto da Gaza dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas.

Gli infermi sono stati distribuiti in cinque ospedali del Sinai (quelli di Sheikh Zuweid, Rafah, Arish, Bir al-Abd e Nakhl) e altri nosocomi di governatorati egiziani vicini alla penisola.

14:37
14:37
Conferenza internazionale sulla Palestina il 7 marzo a Ginevra

La prossima Conferenza internazionale di Ginevra sulla situazione dei civili nei territori palestinesi occupati da Israele si terrà il 7 marzo. È la quarta conferenza sul tema, dopo quella del 2014, che ha riunito circa 125 Stati.

«Possiamo informarvi che il 7 marzo 2025 si terrà a Ginevra una conferenza delle alte parti contraenti della quarta Convenzione di Ginevra. La Svizzera ha invitato i 196 Stati firmatari della Convenzione di Ginevra a partecipare alla conferenza», ha scritto oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a Keystone-ATS, confermando la data annunciata da altri media.

La Svizzera è stata incaricata il 18 settembre dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UGNU) di organizzare questa conferenza e di discutere la protezione della popolazione civile «nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est» sulla base della quarta Convenzione di Ginevra.

La Confederazione è depositaria delle Convenzioni di Ginevra, che definiscono le leggi di guerra e il diritto umanitario. Le precedenti conferenze sul tema sono state organizzate nel 1999, 2001 e 2014.

I partecipanti sono i rappresentanti permanenti delle Alte Parti contraenti con sede a Ginevra. Secondo diverse fonti, la riunione dovrebbe durare circa due ore, per discussioni tecniche a livello di ambasciatori, al fine di finalizzare una dichiarazione che riaffermi il diritto internazionale umanitario (DIU).

«Una Conferenza delle Alte Parti contraenti non può prendere decisioni vincolanti, ma può riaffermare le regole del diritto internazionale umanitario», aveva precisato il DFAE lo scorso novembre.

Venerdì, il ministro degli Esteri dell'Autorità palestinese, Varsen Aghabekian, ha dichiarato di «accogliere con favore» la Conferenza di Ginevra. «Ci aspettiamo che gli Stati rispettino i loro obblighi», ha precisato. Chiedendo inoltre al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) di insistere per poter vedere i detenuti palestinesi in Israele.

Dopo il voto dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e dopo 15 mesi di guerra intensa, a gennaio è stato stabilito un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La tregua ha permesso lo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi e l'arrivo di aiuti umanitari per soddisfare i bisogni della popolazione.

Nella Cisgiordania occupata, la violenza è per contro aumentata notevolmente, con i coloni israeliani che hanno intensificato gli attacchi contro la popolazione. Israele occupa questa regione dal 1967.

12:57
12:57
«Le ruspe dell'IDF demoliscono le case a Tulkarem, in Cisgiordania»

L'agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che le ruspe militari israeliane hanno iniziato a demolire diverse case e edifici residenziali palestinesi nel campo di Nour Shams, a est della città di Tulkarm, in Cisgiordania. L'escalation - sostiene Wafa - è avvenuta dopo che Israele ha notificato cinque giorni fa che avrebbe demolito 11 case.

12:16
12:16
La Siria proibisce siti militari palestinesi nel Paese

Secondo fonti arabe, il nuovo governo di Damasco ha proibito alle organizzazioni palestinesi di mantenere infrastrutture militari sul suolo siriano. Lo riferisce la tv pubblica israeliana Kan.

12:02
12:02
I negoziati per il prolungamento dell'accordo sulla tregua a Gaza proseguono telefonicamente

I negoziati per il prolungamento dell'accordo sulla tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi, proseguono oggi solo telefonicamente, le delegazioni non sono tornate al Cairo. Lo riferisce Ynet sottolineando che senza l'intervento attivo dell'inviato Usa per il Medio Oriente Steve Witkoff, non si prevedono sviluppi.

Netanyahu ha già ordinato di prepararsi a un ritorno ai combattimenti, mentre l'ipotesi israeliana secondo cui Hamas avrebbe accettato di prolungare la fase uno per paura della ripresa della guerra si è rivelata errata. Hamas infatti ha respinto la richiesta di proroga della fase uno e stamani il portavoce Hazem Qassem ha dichiarato al canale qatariota al Arabi che Israele mira a recuperare gli ostaggi «mantenendo la possibilità di riprendere gli attacchi sulla Striscia di Gaza» e «evitando un impegno per la fine della guerra e il ritiro completo da Gaza».

Ieri sera, il primo ministro Benyamin Netanyahu ha tenuto una riunione straordinaria dopo il ritorno della delegazione negoziale da Il Cairo. Nei colloqui non è stato raggiunto alcun progresso poiché Hamas insiste nell'avviare i negoziati sulla seconda fase e chiede il ritiro dell'Idf dal Corridoio Filadelfia, al confine tra Gaza e l'Egitto.

08:22
08:22
Il punto alle 8

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, scrive Haaretz, sta portando avanti la vendita di armi a Israele per 3 miliardi di dollari, nonostante manchi l'approvazione di tutti i leader delle commissioni competenti del Congresso.

Israele, nel frattempo, fa pressioni sugli Stati Uniti per mantenere le basi russe in una Siria «debole», dicono fonti che hanno familiarità con il dossier. I colloqui per il cessate il fuoco a Gaza, intanto, proseguiranno oggi.