Il punto

Dopo la strage di Örebro, giro di vite in Svezia sulle armi semiautomatiche

Intanto molti interrogativi rimangono su quanto accaduto e aumenta la frustrazione tra gli svedesi per la mancanza di risposte da parte della polizia
©Sergei Grits
Ats
07.02.2025 20:24

A tre giorni dalla peggior sparatoria nella storia della Svezia, il governo di Stoccolma pensa a un giro di vite sul possesso di armi semiautomatiche. Intanto molti interrogativi rimangono su quanto accaduto e aumenta la frustrazione tra gli svedesi per la mancanza di risposte da parte della polizia. L'identificazione delle 11 persone morte nella scuola comunale per adulti è però stata completata e il fatto che in molti fossero lì per studiare lo svedese avvalora l'ipotesi, su cui però gli inquirenti non si sbilanciano, che il movente della follia omicida possa essere l'intolleranza verso gli stranieri.

L'assassino ha ucciso sette donne di età compresa tra i 32 e i 68 anni e tre uomini tra i 28 e i 48 anni. «Come da prassi non rilasceremo i nomi e le nazionalità delle vittime» ha dichiarato all'agenzia di stampa italiana ANSA Gabriel Henning, portavoce della polizia a Örebro. Nei media svedesi però iniziano ad emergere i racconti dei famigliari delle vittime. Tra questi quello di Salim Iskef, 28 anni, che ha videochiamato la fidanzata durante l'attacco.

«Gli ho chiesto cosa era successo e mi ha detto che era stato colpito. Era per terra sanguinante e c'era un'altra persona accanto che non si muoveva» ha dichiarato in lacrime Kareen Elia alla Tv di servizio pubblico svedese, Svt. Avevano appena comprato casa e il 25 luglio avrebbero dovuto sposarsi. «Mi ha detto 'ti amo tantissimo, sei la ragazza migliore che ho mai avuto'», ha aggiunto la 24enne, che fino a poche ore fa non aveva avuto conferma ufficiale della morte del fidanzato.

In un panificio a Örebro colleghi e clienti sono in lutto per la morte di Bassam Al Sheleh, 48 anni padre di due bimbi, che lavorava lì e che si era allontanato in mattinata per andare alla lezione di svedese. «Mi ha detto che sarebbe tornato intorno a mezzogiorno, mezzogiorno e mezza ma non è mai rientrato» ha dichiarato ad Svt il collega Pierre Al-hajj.

Tra i morti c'è anche l'uomo sospettato di essere l'artefice del massacro, identificato nei media come Rickard Andersson, un disoccupato di 35 anni che fino al 2021 studiava nella scuola ma che non ha mai concluso i suoi studi. Secondo quanto riportato dalla Tv4 svedese, avrebbe gridato «Dovete andare via dall'Europa!» durante l'attacco, ma la polizia è cauta nel trarre conclusioni: «Al momento non abbiamo informazioni che supportino un movente ideologico, ma abbiamo molte informazioni che dobbiamo esaminare nelle indagini, quindi il quadro potrebbe cambiare», ha dichiarato Lars Wirén, capo del distretto di polizia di Örebro.

Dai dettagli emersi finora, l'attacco sembrerebbe premeditato e secondo fonti che hanno parlato con la radio pubblica svedese, Sveriges Radio, l'omicida avrebbe acquistato su internet granate fumogeni che per ostacolare l'intervento di polizia e soccorritori. Dall'arrivo della prima auto della polizia al ritrovamento del corpo dell'assassino è passata circa un'ora, che viste le circostanze non è sorprendente a detta degli inquirenti.

«La scuola è molto grande, 17'000 metri quadri, ed era piena di fumo. In più all'inizio non eravamo sicuri di quanti fossero gli attentatori» ha spiegato Henning. «L'indagine è ancora in corso e tuttora non possiamo escludere che ci siano stati complici ma crediamo abbia agito da solo», ha aggiunto. Nel mentre, il governo di coalizione a Stoccolma ha trovato un accordo per presentare una proposta di legge che intende limitare il possesso di armi semiautomatiche e precisare ulteriormente i criteri necessari per poter ottenere il porto d'armi. L'artefice del massacro era in possesso di un porto d'armi per diversi fucili da caccia alcuni delle quali sono stati rinvenuti nella scuola della strage.