Dopo la tregua, il ritorno degli aerei USA: «La Russia vuole acquistare i Boeing con gli asset congelati»

Nonostante il presidente Vladimir Putin abbia sempre sminuito l’effetto delle sanzioni internazionali sull’economia del suo Paese, la Russia ha un punto debole di cui non fa mistero: gli aerei di linea, in particolare quelli del colosso americano Boeing e del costruttore europeo Airbus.
I velivoli del gigante dell'aviazione rivestono infatti un ruolo fondamentale per il mercato russo, collegando le grandi città, ma pure le zone più remote del Paese. Fino all'invasione dell'Ucraina del febbraio 2022, evidenzia il New York Times, Boeing vendeva e manteneva aerei in Russia e gestiva un importante centro di progettazione. Inoltre, l’azienda USA acquistava gran parte del titanio del Paese di Putin, un materiale fondamentale per i jet moderni.
Mentre il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta cercando di riallacciare i rapporti con Mosca, nella speranza di convincere Putin ad accettare una tregua in Ucraina, le sanzioni americane sull’aviazione russa non sembrano essere in discussione, nonostante più di un tentativo da parte del Cremlino. E proprio questo tema potrebbe rappresentare una chiave di volta in vista di un possibile cessate il fuoco. Tuttavia, evidenzia ancora il NYT, negli ambienti aeronautici USA vi è un diffuso scetticismo sui vantaggi commerciali di un ritorno di Boeing in Russia, a dimostrazione dell'enorme danno che tre anni di guerra hanno arrecato alla reputazione del Paese guidato da Putin nel mondo imprenditoriale americano.
Sebbene la Russia abbia effettivamente resistito alle restrizioni occidentali, arrangiandosi, ad esempio, con le auto cinesi e riuscendo a trovare un nuovo mercato per le sue fonti energetiche, il settore dell’aviazione ha riscontrato numerose problematiche. Putin, già dal 2023, ha iniziato a spingere per lo sviluppo di aerei civili «fatti in casa», i quali avrebbero dovuto colmare il vuoto lasciato dai costruttori occidentali partiti in seguito alla guerra. Mosca ha investito miliardi per rinnovare la sua industria aeronautica di epoca sovietica, ma, secondo gli esperti del settore, la produzione in serie di aerei di linea interamente russi difficilmente potrà iniziare prima del 2030.
La flotta aerea commerciale russa si affida ancora a oltre 450 aerei prodotti da Boeing e dal gigante europeo Airbus. Stando a Cirium, un'azienda di dati aeronautici, i velivoli in questione rappresentano oltre la metà degli aerei passeggeri attualmente in uso nel Paese di Putin.
Di fatto, le compagnie aeree russe da ormai tre anni lottano per rimanere a galla, mentre hanno cannibalizzato parte della loro flotta per recuperare pezzi di ricambio, arrivando a restaurare aerei di epoca sovietica ormai in disuso o utilizzando vecchi Boeing 747 in precedenza dismessi. La principale compagnia aerea privata del Paese, S7, ha messo a terra i suoi Airbus più recenti perché non era più in grado di riparare i motori, forniti dall’azienda americana Pratt & Whitney. Aeroflot, la compagnia aerea di bandiera, si è invece rivolta all'Iran per la manutenzione dei suoi velivoli.
Da tre anni, spiega ancora il NYT, le riparazioni degli aerei vengono eseguite senza la supervisione dei costruttori, mentre molti componenti, stando a un’indagine di Investigate Europe, sono arrivati in Russia perlopiù tramite traffici illegali da parte di intermediari indiani. Dopo l'inizio dell'invasione, la Russia ha inoltre sequestrato 400 aerei di proprietà straniera che erano stati noleggiati alle sue compagnie aeree. Il Cremlino ha stanziato 300 miliardi di rubli (circa 3,7 miliardi di dollari) per l'acquisto di jet dalle società di leasing internazionali per saldare le richieste di risarcimento dei proprietari dei velivoli. Secondo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, la Russia avrebbe chiesto all'amministrazione Trump di revocare le sanzioni contro Aeroflot in vista di un «ritorno alla normalità» nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia.
Mosca, tuttavia, non sarebbe più così attraente per Boeing, la quale ha espanso il suo mercato verso nuove rotte e ha trovato ulteriori fornitori di titanio (prima dell'invasione del 2022, la Russia era il principale venditore del materiale per gli aerei commerciali dell’azienda americana). Secondo Bloomberg, che cita una fonte di Mosca a conoscenza della questione, la Russia avrebbe chiesto agli USA di consentirle di acquistare aerei della Boeing una volta raggiunta la tregua, utilizzando miliardi di dollari di beni statali congelati. La richiesta russa non sarebbe una condizione per l'accettazione della tregua, però Mosca è consapevole che i fondi congelati non potranno essere utilizzati per acquistare gli aerei USA senza che prima sia stato raggiunto un'intesa sul cessate il fuoco. L’eventuale accordo sui velivoli Boeing dovrebbe pure prevedere un allentamento delle sanzioni che da anni colpiscono il mondo dell’aviazione. Secondo i legislatori statunitensi, circa 5 miliardi di dollari di asset russi sarebbero congelati negli Stati Uniti. In totale, gli USA e gli alleati di Kiev avrebbero congelato circa 280 miliardi di dollari di riserve della banca centrale russa.