Il punto

Dopo l'addio di Carlos Tavares che cosa succederà a Stellantis e all'automotive europeo?

Il colosso italo-francese, responsabile di ben quattordici marchi, è chiamato a scelte strategiche importanti se non fondamentali: c'è chi parla di vendere Maserati
© ANDREJ CUKIC
Red. Online
02.12.2024 09:30

E adesso, che succederà? Chi guiderà Stellantis dopo le dimissioni di Carlos Tavares e, soprattutto, che strategie adotterà? E ancora: non sono troppi quattordici marchi? Il gruppo italo-francese, ma non solo, si interroga. A maggior ragione considerando il momento, delicatissimo, che sta attraversando il settore dell'auto, in crisi sia in termini di vendite sia a livello di identità. Per dire: da un lato, l'elettrico non vende abbastanza e, dall'altro, la produzione «classica», con motore endotermico, è minacciata dalla legislazione. 

Il sostituto, innanzitutto. Il Sole24Ore, fra gli altri, parla di possibili soluzioni interne: Olivier François o Jean-Philippe Imparato, ma fra i papabili ci sarebbe anche l'amministratore delegato di Renault Luca de Meo, il solo gruppo del settore a non aver dichiarato un profit warning, o se preferite il solo attore a non aver annunciato una riduzione degli utili previsti per l'esercizio amministrativo corrente. L'obiettivo, più o meno dichiarato, è far sì che Stellantis diventi l'Airbus dell'automotive. Un'ipotesi, questa, che a Tavares non piaceva mentre ora una prima fusione Stellantis-Renault sembrerebbe quantomeno realistica. Proprio perché l'industria dell'auto, in Europa, si trova in una situazione più che mai fragile, con i cinesi che bussano alla porta a discapito dei dazi. Detto in altri termini: tocca unirsi. Per avere una strategia sola, per mantenere i costi sotto controllo, per riportare il prodotto al centro di tutto.

Musica del futuro. Il presente, l'immediato diciamo, è legato solo ed esclusivamente a Stellantis, dove al momento confluiscono appunto quattordici marchi, fra cui Fiat, Peugeot e Opel. L'obiettivo è il rilancio delle vendite, che passerà inevitabilmente da una decisione forte, se non fortissima: lasciare per strada alcuni marchi. E determinati modelli. La Fiat 500 elettrica non «acchiappa», la Citroën DS arranca mentre la Lancia Ypsilon è in bilico. All'orizzonte, riporta sempre il Sole24Ore, potrebbe esserci addirittura la vendita di Maserati. 

Cruciale, in questo senso, sarà il 2025. Un anno carico di cambiamenti, a cominciare – verrebbe da dire – dalle dimissioni di Tavares. Stellantis punterà forte su due modelli in particolare: la Citroën C3e la nuova Fiat Panda, entrambe basate sulla piattaforma Smartcar e disponibili pure in elettrico. Due successi annunciati, più che altro perché si collocano in una fascia di prezzo abbordabile.