Tensioni

Dopo l'esplosione all'ospedale, il Medio Oriente è un fiume in piena

Proteste, scontri fuori dalle ambasciate e condanne a Israele in diversi Paesi, dalla Cisgiordania fino alla Turchia – Hamas punta il dito contro gli USA: «Complici dei massacri»
©TOLGA BOZOGLU
Red. Online
18.10.2023 16:30

Il Medio Oriente è un fiume in piena dopo l'esplosione avvenuta all'ospedale al-Ahli di Gaza. Nonostante non vi siano ancora i risultati di indagini indipendenti, molti nella regione (ma non solo) sembrano aver già stabilito che la mano responsabile di numerosi morti sia quella di Israele. Proteste contro lo Stato ebraico e manifestazioni pro-Palestina, nelle ultime ore, si sono registrate in diversi Paesi, sino al Nord Africa.

Hamas e Israele da ieri continuano a incolparsi a vicenda per l’ennesimo atto di crudeltà indescrivibile, mentre il movimento libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran, ha chiesto di aderire ad una «giornata di rabbia». L’appello di Hezbollah, evidenzia l’Associated Press, ha fatto proseliti e numerose proteste sono esplose in Cisgiordania, Libano, Giordania, Libia, Yemen, Tunisia, Turchia, Marocco e Iran. Non solo, quest’oggi decine di migliaia di combattenti di Hezbollah si sono detti «pronti alla guerra».

In Cisgiordania la situazione è incandescente da ieri sera, con le forze di sicurezza che, a Ramallah, hanno sparato gas lacrimogeni e granate assordanti per disperdere i manifestanti. Secondo diversi media internazionali, scontri tra dimostranti e  forze di sicurezza palestinesi sono scoppiati anche nelle città di Nablus, Tubas e Jenin.

Ad Amman, la capitale della Giordania, i manifestanti hanno tentato di assaltare l’ambasciata israeliana. La polizia ha usato i lacrimogeni per allontanare diverse migliaia di manifestanti che urlavano slogan a sostegno di Hamas e chiedevano al governo di chiudere l'ambasciata, nonché di annullare il trattato di pace con Israele. Anche oggi almeno 5 mila manifestanti si sono radunati nei pressi dell'ambasciata israeliana.

In Libano, centinaia di agenti sono stati schierati davanti all'ambasciata americana di Awkar, poco distante da Beirut, dove, secondo la AFP, i manifestanti hanno lanciato pietre e dato fuoco a un edificio. Centinaia di persone si sono radunate anche nei pressi dell’ambasciata francese a Beirut, issando bandiere di Hezbollah e lanciando pietre contro la sede diplomatica. Questa mattina il Dipartimento di Stato americano ha diramato un'allerta sconsigliando agli statunitensi i viaggi in Libano.

In Iran, a Teheran, centinaia di manifestanti si sono radunati quest’oggi davanti alle ambasciate britannica e francese. Al grido di «morte a Francia e Inghilterra», la folla ha lanciato uova contro i muri dell’ambasciata francese.

E ancora. In Libia, i manifestanti sono scesi nelle strade di Tripoli con bandiere palestinesi, in alcuni casi coprendosi il volto con la kefiah. Non sono mancate proteste anche nella città di Taz, nel sud-ovest dello Yemen, così come a Rabat, in Marocco, e a Baghdad, in Iraq.

Folle di persone si sono radunate davanti all’ambasciata israeliana ad Ankara e al consolato di Istanbul dopo che il presidente Erdoğan ha puntato il dito contro lo Stato ebraico, definendo l’esplosione all’ospedale come «l’ultimo esempio di attacco israeliano privo dei più basilari valori umani». Quest’oggi il consolato di Istanbul è stato blindato dagli agenti di polizia, mentre Israele chiede ai cittadini di non recarsi in Turchia in quanto potrebbero venir presi di mira dai sostenitori di Hamas.

Anche gli Emirati Arabi e il Bahrein hanno condannato l’attacco, convinti che sia stato messo a segno da Israele. Il Guardian, inoltre, scrive che oggi sono previste proteste pro-Palestina anche in Europa.

Nelle ultime ore Hamas ha pure accusato Washington di essere «complice nei massacri» commessi da Israele a Gaza, dopo che il presidente Joe Biden ha fatto intendere di non ritenere lo Stato ebraico responsabile dell’attacco sull’ospedale: «Il fatto che il presidente americano adotti la versione israeliana, in particolare quella relativa al massacro dell'ospedale (...) conferma che l'amministrazione americana sostiene ciecamente Israele e che è complice di questi massacri», ha affermato il gruppo islamista  in un comunicato.

In questo articolo: