Drake e il suo mega-aereo privato nell'occhio del ciclone

«Just hold on we’re going home», canta Drake in uno dei suoi brani più celebri, atmosfere e tappeti sonori anni Ottanta oltre a un testo che pare cucito su misura. Stiamo andando a casa, già. E chissà quante volte, in carriera, il rapper canadese ha adoperato il suo aereo privato per rincasare. Ne parliamo perché, dopo la bufera scatenatasi attorno a Kylie Jenner, anche l’artista nordamericano ha dovuto sopportare una buona dose di critiche e insulti social.

Dunque? Che fare? Parliamone, ha detto Drake. Il quale, dati alla mano, ha provato a difendere l’utilizzo del suo personalissimo Boeing 767 per una serie di voli inferiori ai 20 minuti. L’aereo, ha specificato il rapper, è stato semplicemente spostato a più riprese fra Toronto e la vicina Hamilton, la sua «casa», senza passeggeri a bordo. Voli, aggiungiamo, che servono a parcheggiare un aeroplano in una posizione ritenuta più comoda o meno costosa. Nelle ultime sei settimane, ad esempio, sono stati registrati tre spostamenti di 7, 12 e 14 minuti. Tutti, appunto, tra Toronto e Hamilton.

Il viaggio di quattordici minuti, in particolare, ha consumato 1.612 litri di carburante e immesso nell’atmosfera quattro tonnellate di CO2. Praticamente, l’impronta carbonica annuale totale di una persona media secondo Celebrity Jets, account di cui avevamo parlato in relazione a Kylie Jenner.

Drake, su Instagram, ha chiarito ulteriormente il concetto. Nessuno è salito su quei voli. Non solo, si è trattato di normali spostamenti. Figli della logistica e della necessità di far rientrare un aeroplano alla base.

Molti fan del cantante hanno compreso e mostrato supporto. Altri, per contro, hanno sparato a zero: senza passeggeri, ha detto un utente, è pure peggio. Della serie: oltre al danno, la beffa.

I jet privati, come noto, contribuiscono in maniera marginale all’attuale crisi climatica. Parliamo di oltre 33 milioni di tonnellate di gas serra. Si tratta, tuttavia, di un impatto piuttosto significativo, a maggior ragione se consideriamo che la Danimarca, intesa come Paese, emette di meno.

Il punto, poi, è proprio la presenza, a bordo, di poche persone o addirittura l’assenza di passeggeri, come nei voli citati da Drake. Secondo una ricerca, infatti, i jet privati sono da cinque a 14 volte più inquinanti degli aerei commerciali per singolo passeggero e, addirittura, 50 volte più inquinanti dei treni.

«Drake, evidentemente, vive in uno dei suoi meme se pensa che un volo a vuoto sia meglio di uno, dispendioso, con una celebrità a bordo» ha tuonato Scott Hochberg, un avvocato dei trasporti presso il Center for Biological Diversity, interpellato dal Guardian. «Questo – ha aggiunto – è un ottimo esempio di emissioni di carbonio dispendiose, che portano a emissioni di carbonio ancora più dispendiose. Questi voli aggiungono inquinamento da riscaldamento climatico durante tutto il loro viaggio, dal rullaggio sulla pista ai veicoli di terra che servono l’aereo». E ancora: «Il volo ultra corto e non essenziale non fa che moltiplicare gli impatti climatici del viaggio, speriamo che le celebrità si sveglino al riguardo».

Drake, evidentemente, non ha considerato le dimensioni. Il Boeing 767, infatti, è un aereo adatto per i voli a lungo raggio. Nella sua versione commerciale, può ospitare fino a 290 passeggeri a seconda della configurazione. Quello a disposizione del rapper, ribattezzato Air Drake, ha un valore di 185 milioni di dollari ed è stato modificato secondo i gusti dell’artista. Tre anni fa, in un video pubblicato online Drake aveva svelato, con moderata soddisfazione, il restyling cui era stato sottoposto l’aeroplano. Citiamo, fra i vari aggiustamenti, poltrone in pura pelle, bagni extra lusso e una cucina completa per soddisfare qualsiasi bisogno.