Cambiamento climatico

Due miliardi di persone sono a rischio a causa dello scioglimento dei ghiacciai

Il ritiro, che sta avvenendo a ritmi «senza precedenti» riferisce l'ONU, minaccia in particolare l'approvvigionamento alimentare e idrico nelle zone montane, ma non solo
Red. Online
21.03.2025 07:45

Due miliardi di persone, in tutto il mondo, sono minacciate dal ritiro dei ghiacciai. Ne dà notizia l'ONU, specificando che gli attuali tassi di scioglimento sono «senza precedenti» e avranno conseguenze imprevedibili. Il ritiro, nello specifico, pone seri rischi all'approvvigionamento alimentare e idrico. Secondo un rapporto dell'UNESCO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, due terzi di tutta l'agricoltura irrigua del mondo potrebbero essere in qualche modo colpiti dal ritiro dei ghiacciai e dalla diminuzione delle nevicate nelle regioni montane. Fenomeni, questi, figli del cambiamento climatico. Parentesi: oggi, 21 marzo, si celebra la prima Giornata mondiale dei ghiacciai. Per l’occasione, il festival diffuso L’Uomo e il Clima ospiterà a Paradiso un incontro con il chimico François Burgay, il cui lavoro di ricerca si concentra sulla memoria contenuta da questi giganti fragili.

Oltre un miliardo di persone, nel mondo, vive in regioni montane. La metà di coloro che, nei Paesi in via di sviluppo, vivono nei Paesi in via di sviluppo sta già sperimentando l'insicurezza alimentare. Stando al World Water Development Report 2025, questa situazione è destinata a peggiorare, poiché la produzione alimentare in queste regioni dipende dalle acque di montagna, dallo scioglimento delle nevi nelle stagioni calde e dai ghiacciai. Anche i Paesi sviluppati, tuttavia, sono a rischio: negli Stati Uniti, ad esempio, il bacino del fiume Colorado è in siccità dal 2000. Le temperature più elevate fanno sì che una maggiore quantità di precipitazioni cada sotto forma di pioggia, che si esaurisce più rapidamente rispetto neve di montagna, esacerbando così le condizioni di siccità.

Audrey Azoulay, direttore generale dell'UNESCO, ha dichiarato: «Indipendentemente dal luogo in cui viviamo, tutti dipendiamo in qualche modo da montagne e ghiacciai. Ma queste torri d'acqua naturali sono in pericolo imminente. Il rapporto dimostra l'urgente necessità di agire».

Il tasso di ritiro dei ghiacciai è il peggiore mai registrato, secondo una ricerca separata dell'Organizzazione meteorologica mondiale, che ha pubblicato questa settimana il suo rapporto annuale sullo stato del clima. Secondo lo studio, negli ultimi tre anni si è verificata la più grande perdita triennale di massa glaciale mai registrata, con Norvegia, Svezia, Svalbard e le Ande tropicali tra le aree più colpite. L'Africa orientale ha perso l'80% dei suoi ghiacciai mentre nelle Ande tra un terzo e la metà dei ghiacciai si sono sciolti dal 1998. I ghiacciai delle Alpi e dei Pirenei, i più colpiti in Europa, si sono ridotti di circa il 40% nello stesso periodo.

Il declino dei ghiacciai ha avuto un ulteriore impatto, ha aggiunto Abou Amani, direttore delle scienze dell'acqua dell'UNESCO. La perdita di ghiaccio significa, altresì, che una superficie riflettente come appunto quella di un ghiacciaio lascia spazio a un terreno scuro che, al contrario, assorbe il calore. «Lo scioglimento dei ghiacciai ha un impatto sulla riflettività della radiazione solare e questo avrà un impatto sull'intero sistema climatico».

Si verificherà, di riflesso, anche un maggior numero di valanghe, poiché la pioggia che cade sulla neve è un fattore importante per la formazione delle valanghe. Anche l'acqua accumulata dallo scioglimento dei ghiacciai potrebbe causare improvvise inondazioni nelle valli. Infine, pure il permafrost si sta sciogliendo, rilasciando metano dai terreni montani. Un quadro, insomma, tutto fuorché idilliaco.

Uno studio precedente, pubblicato il mese scorso sulla rivista peer-reviewed Nature, ha rilevato che metà della massa globale dei ghiacciai andrà perduta entro la fine del secolo se non si arresta il riscaldamento globale. Alex Brisbourne, geofisico dei ghiacciai presso il British Antarctic Survey, ha dichiarato: «I ghiacciai di montagna contengono alcuni dei più grandi serbatoi di acqua dolce della Terra. L'acqua di fusione rilasciata in estate fornisce l'acqua a un miliardo di persone e sostiene un'enorme quantità di industria e agricoltura. L'impatto di questo scioglimento si farà sentire ben oltre le persone immediatamente a valle dei ghiacciai».

Questi impatti arrivano in un momento in cui molte fonti alimentari sono già sotto pressione. Alvaro Lario, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) e presidente di UN-Water, ha chiesto un maggiore sostegno per le popolazioni che vivono nelle regioni montane colpite. «L'acqua scorre in discesa, ma l'insicurezza alimentare corre in salita. Le montagne forniscono il 60% della nostra acqua dolce, ma le comunità che salvaguardano queste risorse vitali sono tra le più insicure dal punto di vista alimentare». E ancora: «Dobbiamo investire nella loro resilienza per proteggere i ghiacciai, i fiumi e un futuro condiviso per tutti noi».