Il caso

Durissime critiche all'ambasciatrice svizzera con il velo: «È disgustoso!»

La diplomatica Nadine Olivieri Lozano ha incontrato i mullah indossando il chador al santuario di Qom: «Quelle persone uccidono le donne, la Svizzera pensa solo ai soldi del regime e non al popolo»
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Michele Montanari
23.02.2023 09:00

(Aggiornato alle 13) Durissime critiche alla Svizzera da parte degli iraniani che da mesi scendono nelle strade per protestare contro il regime degli ayatollah. A far discutere è stata la decisione dell’ambasciatrice svizzera in Iran Nadine Olivieri Lozano di indossare il chador nero (un indumento simile a un mantello, obbligatorio per le donne in alcuni luoghi religiosi) durante la sua visita a Qom, città iraniana in cui ha sede il Santuario di Fatima bint Musa. Le foto di Nadine Olivieri Lozano, diffuse mercoledì e definite «oltraggiose», hanno fatto il giro dei social media, su cui gli iraniani denunciano sistematicamente le violenze del governo ai danni della popolazione che protesta contro l'obbligo di indossare il velo. L’ambasciatrice svizzera è stata immortalata con alcuni mullah mentre riceve un libro religioso in dono. «Invece di reagire alle atrocità del regime contro le donne per non aver indossato l’hijab o visitato le tombe di donne e ragazze che sono state innocentemente uccise, l'ambasciatrice svizzera, che è ella stessa una donna, indossa il chador e visita il Santuario di Fatima bint Musa a Qom, proprio accanto agli assassini di quelle donne», si legge in uno dei tanti tweet in cui è menzionata l’Ambasciata svizzera in Iran.

La parlamentare belga e attivista per i diritti delle donne Darya Safai ha condannato nel modo più assoluto quanto avvenuto: «Mentre milioni di donne iraniane combattono per i diritti delle donne e sanno che migliaia di altre donne sono state uccise per questo, lei indossa un hijab e fa pubblicità agli oppressori. Disgustoso!».

Una stoccata è arrivata anche dall’attrice Nazanin Boniadi, attivista per i diritti umani e ambasciatrice di Amnesty International, che, diffondendo la foto di Nadine Olivieri Lozano, ha scritto: «Spesso i legislatori occidentali ci chiedono come possono sostenere al meglio il popolo iraniano. L'ambasciatrice svizzera, indossando un indumento religioso conservatore - mentre le coraggiose donne iraniane rischiano tutto per la libertà - rappresenta esattamente ciò che non va fatto». Le foto non sono piaciute neanche in Ticino: il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha accusato l'ambasciatrice di legittimare «i diktat islamisti», parlando di una «nuova figura di melma per la Svizzera».

In una nota diffusa da Keystone-Ats, il Dipartimento federale degli affari esteri ha spiegato che l'ambasciatrice stava visitando «un'istituzione accademica attiva nel campo del dialogo interreligioso, che permette ai suoi studenti di partecipare a seminari interreligiosi in Svizzera», aggiungendo che «durante la visita al luogo religioso, è stato osservato il protocollo di abbigliamento previsto per le donne». Tuttavia, secondo il sito Iran International, nei santuari sciiti viene richiesto sì di indossare il chador, ma questo non deve per forza essere nero. Quello nero – indossato dall'ambasciatrice svizzera - è molto apprezzato dal potere religioso iraniano. Il quotidiano online cita l'esempio di Federica Mogherini, ex alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che nel 2015 in visita in Iran usò un velo colorato (vedi foto sotto). Il DFAE ha inoltre fatto sapere che «la Svizzera prende ripetutamente e chiaramente posizione sulle violazioni dei diritti umani in Iran», ma, nonostante le spiegazioni, il consigliere federale Ignazio Cassis, direttore del DFAE, è stato preso di mira su Instagram da diversi utenti.

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Sulla questione abbiamo chiesto un parere anche a Daria (nome di fantasia), una rifugiata politica appartenente alla comunità iraniana in Ticino che avevamo già intervistato negli scorsi mesi. Anche da lei è arrivata una dura condanna: «È vergognoso il fatto che la Svizzera abbia un’intesa politica con il regime iraniano e non stia dalla parte del popolo. Sappiamo che gli svizzeri sono grandi persone, ma il Governo elvetico sta dalla parte dei mullah, perché il regime iraniano ha miliardi di franchi nelle banche svizzere. Purtroppo Berna pensa solo ai soldi». Secondo Daria, la Svizzera «dovrebbe chiudere oggi l'ambasciata iraniana a Berna e interrompere il suo ruolo di mediatore tra Iran e USA».