Duro scontro tra Ursula von der Leyen e Viktor Orbán su guerra in Ucraina e migranti
Durissimo scontro al Parlamento UE tra Ursula von der Leyen e Viktor Orbán, accusato dalla presidente della Commissione europea di essersi avvicinato a Vladimir Putin e di aver consentito l’interferenza straniera di Russia e Cina in Europa.
Le accuse di Orbán
Nel suo intervento odierno, il premier ungherese ha chiesto agli europarlamentari di ammettere la sconfitta in Ucraina: «In Ungheria c'è un detto vecchio di cent'anni: "Se vogliamo vincere è necessario il coraggio di ammettere che si sta per perdere". Noi stiamo effettivamente perdendo in Ucraina e voi vi comportate come se non sia così. Se vogliamo vincere dobbiamo cambiare la strategia, che è perdente. Propongo di riflettere. Ci deve essere un'attività diplomatica e una comunicazione diretta o indiretta (con Putin, ndr.). Se si trascina il conflitto ci saranno sempre più morti, migliaia di morti. Con questa strategia non ci sarà la pace, dovete schierarvi al fianco del cessate il fuoco», ha dichiarato Orbán, che ha poi suscitato scalpore tra i presenti affrontando il tema migranti: «In Europa, l'antisemitismo, l'omofobia e la violenza contro le donne sono in aumento a causa dell'immigrazione», ha spiegato, suggerendo che l’unico modo per proteggere i confini esterni sia quello di «creare dei centri per i migranti al di fuori dell'Unione, dove verrebbero controllati prima di entrare».
Al termine del suo intervento, gli eurodeputati della Sinistra hanno iniziato a cantare Bella Ciao alzandosi in piedi, tra gli applausi di diversi colleghi. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha poi riportato ordine in aula, commentando: «Non siamo all'Eurovision...».
La dura replica di von der Leyen
Dopo l'intervento di Orbán è arrivata la risposta piccata della presidente della Commissione europea, che si è rivolta direttamente al politico ungherese: «Ho sentito le sue parole durante il fine settimana. Lei ha detto che l'Ungheria sta "proteggendo i suoi confini", e che "i criminali vengono rinchiusi" in Ungheria. Mi chiedo solo come questa affermazione si concili con il fatto che l'anno scorso le vostre autorità hanno fatto uscire di prigione contrabbandieri e trafficanti condannati prima che scontassero la pena. Questa non è lotta all'immigrazione clandestina in Europa. Questo non è proteggere la nostra Unione. Questo è solo gettare problemi oltre il recinto del vicino».
Von der Leyen ha quindi denunciato il fatto che «il governo ungherese invita i russi nell'UE senza ulteriori controlli aggiuntivi. Questo rappresenta un rischio per la sicurezza non solo per l'Ungheria ma per tutti e 27». Ed ha chiesto: «Come può l'Ungheria consentire a forze di polizia cinesi di operare? Questo non significa rafforzare la sovranità europea, ma aprire una porta sul retro all'interferenza straniera».
Sull'Ucraina ha poi dichiarato: «C'è ancora chi attribuisce la colpa di questa guerra non all'invasore ma all'invaso. Non alla brama di potere di Putin, ma alla sete di libertà dell'Ucraina. Vorrei chiedere: incolperebbero mai gli ungheresi per l'invasione sovietica del 1956? O i cechi e gli slovacchi per la repressione sovietica del 1968? O i lituani per la repressione sovietica del 1991?».
La presidente della Commissione europea ha pure criticato Orbán per non aver rispettato l'impegno assunto dall'UE nel 2022 di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi: «Invece di cercare fonti energetiche alternative, uno Stato membro ha semplicemente cercato modi alternativi per acquistare combustibili fossili dalla Russia», ha sentenziato.
L'attacco di Péter Magyar
Il leader ungherese si è detto sorpreso dall’intervento di von der Leyen, accusandola di aver reso «la Commissione un'arma politica a servizio della sinistra». E ha aggiunto: «Non accetteremo mai che l’Unione europea ci dica cosa fare e noi dobbiamo restare in silenzio».
Orbán è stato duramente attaccato anche da quello che è considerato il suo rivale più temibile in Ungheria, l'eurodeputato di centrodestra Péter Magyar, leader del partito Tisza. Secondo Magyar, l’attuale premier ha trasformato l'Ungheria nel «Paese più povero e corrotto dell'UE».