È morto Fausto Colombo, esploratore dei media, già docente all'USI
Il sociologo e massmediologo italiano Fausto Colombo, esploratore dei media e della cultura popolare, che si è occupato tra i primi studiosi del legame tra digitalizzazione e trasformazioni sociali, che si è poi inserito nel filone dell'analisi critica della Rete, è morto oggi a Monza all'età di 69 anni dopo una lunga malattia. Aveva lavorato anche all'Università della Svizzera italiana.
L'annuncio della scomparsa, come riferisce l'agenzia italiana Adnkronos, è stato dato dall'Università Cattolica di Milano, dove è stato professore.
Nato a Milano 16 aprile 1955, Fausto Colombo era stato allievo del massmediologo Gianfranco Bettetini all'Università Cattolica del Sacro Cuore, presso la quale si è principalmente svolta la sua carriera di studioso e di docente. Nella sede di Milano aveva insegnato Teoria e tecnica dei media dapprima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e poi di Scienze politiche e sociali. Sempre alla Cattolica di Milano ha diretto il Dipartimento di Scienze delle Comunicazioni e dello Spettacolo e il master in Comunicazione, marketing digitale e pubblicità interattiva.
Negli ultimi anni aveva la sua competenza al servizio dell'Ateneo nelle attività di comunicazione e di promozione dell'immagine dell'Università, come delegato del rettore Franco Anelli e, da ultimo, come prorettore.
Apprezzato in campo internazionale, Colombo aveva collaborato con diversi atenei europei. All'Università della Svizzera Italiana era stato professore incaricato del corso "Genres and Formats", all'Université Stendhal di Grenoble aveva tenuto la Cattedra Unesco in Comunicazione internazionale, aveva insegnato come visiting professor all'Université Lumière a Lione e alla Sorbonne a Parigi, dove era stato anche membro del Consiglio Scientifico del Celsa, la scuola di alti studi in scienze dell'informazione e della comunicazione.
Era membro dell’Academia Europea e faceva parte del Section Committee della sezione Film, media and visual studies. Ideatore del Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell'Università Cattolica (OssCom), da lui diretto per 18 anni, aveva partecipato a progetti di ricerca italiani e collaborato con grandi aziende e istituzioni culturali.