Russia

È morto Mikhail Gorbaciov

A darne notizia è l'agenzia russa TASS — L'ex leader sovietico è deceduto a Mosca all'età di 91 anni
Gorbaciov nel 2016. ©Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved
Red. Online
30.08.2022 22:37

È morto Mikhail Gorbaciov. A darne notizia è l'agenzia russa TASS. L'ultimo presidente dell'URSS è deceduto a Mosca all'età di 91 anni. Premio Nobel per la pace, era considerato uno dei padri dell'unità tedesca e un precursore della fine della Guerra fredda. Il politico era comproprietario del giornale «Novaya Gazeta», un periodico critico nei confronti del Cremlino e che denuncia ripetutamente gli abusi in Russia. Negli ultimi anni, Gorbaciov aveva ripetutamente invitato il leader del Cremlino Vladimir Putin a non limitare ulteriormente la libertà dei media e delle elezioni.

L'ex leader sovietico verrà seppellito accanto alla moglie nel cimitero di Novodevichy a Mosca, ha riferito una fonte citate dalla TASS.

Il percorso

Nato il 1931 in un villaggio della regione meridionale di Stavropol in una famiglia di agricoltori, Gorbaciov sbarcò a Mosca all'inizio degli anni '50, laureandosi in giurisprudenza nel 1955. Negli anni universitari si iscrisse al partito comunista e conobbe Raissa Titarenko, la futura moglie, che con il suo sorriso e la sua eleganza rivoluzionò l'immagine della first lady sovietica. La carriera politica di Gorbaciov iniziò nel 1970, quando venne nominato Primo segretario del partito a Stavropol. Dieci anni dopo tornò a Mosca come membro a pieno titolo del Politburo: era il più giovane di tutti. Rafforzata la propria posizione sotto le ali protettive di Andropov, capo del KGB e originario anche lui di Stavropol, viaggiò spesso all'estero e nel 1984 incontrò per la prima volta l'allora primo ministro britannico Margaret Thatcher, «un osso duro» con cui stabilì poi un rapporto di stima e fiducia.

L'11 marzo 1985, all'età di 54 anni, diventò segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica. L'anno seguente, il 1986, fu già un anno cruciale, che rafforzò le attese e le speranze, in URSS come nel resto del mondo, legate alla nuova leadership sovietica. A febbraio Gorbaciov lanciò le sue parole d'ordine, Glasnost (trasparenza) e Perestroika (ristrutturazione), per portare una inedita ventata di libertà nei media e nell'opinione pubblica e per riformare un sistema economico sempre più stagnante. In ottobre invece incontrò l'allora presidente americano Ronald Reagan a Reykjavik, in Islanda, per discutere la riduzione degli arsenali nucleari in Europa, suggellata l'anno successivo dalla firma di uno storico trattato. Nel luglio del 1991 fece il bis con George Bush: lo 'Start 1' per una forte riduzione delle armi nucleari strategiche. Gorby, come ormai viene amichevolmente chiamato in Occidente, riabilitò anche i dissidenti più celebri, a partire dal fisico Andrei Sakharov, dopo otto anni di confino.

Il 9 novembre 1989, con il suo avallo, crollò il Muro di Berlino, simbolo della Guerra fredda. Nello stesso anno, Gorbaciov compì due visite storiche: a maggio a Pechino, dove Cina e URSS riallacciarono i rapporti interrotti trent'anni prima; il primo dicembre in Vaticano da Wojtyla, dove fu il primo leader sovietico ad incontrare un Papa. Inevitabile, per la serie di riforme avviate, il Premio Nobel per la pace, arrivato nel 1990.

Nel 1991, poco prima che l'URSS si dissolvesse, Gorbaciov si dimise da presidente dell'Unione Sovietica. Il nuovo uomo forte di Mosca divenne allora il presidente russo Boris Eltsin (1931-2007).