E se oltre ai droni l'Iran fornisse missili alla Russia?

Sì, Vladimir Putin sta ricorrendo ai droni kamikaze iraniani, in Ucraina, perché la Russia sta finendo i suoi missili a lungo raggio. Il problema è noto, d’altronde, ne avevamo pure parlato. Il Telegraph, ora, si spinge oltre. Citando un funzionario occidentale: «Sebbene le scorte russe siano grandi, non sono affatto infinite» ha spiegato la fonte. Tradotto: la capacità dei russi di colpire a raffica Kiev e le altre città ucraine, presto o tardi, arriverà a un punto di non ritorno, nel senso che Mosca non avrà più nulla da lanciare.
Lo stesso Putin, la settimana scorsa, aveva dichiarato che attacchi su larga scala contro l’Ucraina non erano più necessari. E questo perché la maggior parte degli obiettivi designati era stata colpita. Basta con gli attacchi massicci, insomma, con i missili. «Abbiamo altri compiti» volendo riprendere le parole del leader del Cremlino a margine di una riunione in Kazakistan.
Il 10 ottobre Mosca aveva colpito le città ucraine con 84 missili da crociera. Una risposta, chiara, al camion bomba esploso sul ponte di Kerch, collegamento (ma anche simbolo) fra la Russia e la Crimea, annessa nel 2014. Da allora, come detto, Mosca ha preferito ricorrere ai droni kamikaze iraniani per colpire, nello specifico, la rete elettrica ucraina e, ancora, obiettivi civili. L’Ucraina, dal canto suo, non appare affatto intimidita dalle azioni russe: starebbe addirittura ultimando un suo drone, da affiancare a quelli già consegnati dagli Stati Uniti.
La fonte del Telegraph ha rifiutato di fornire cifre. Non si sa, insomma, quanti missili abbia usato sin qui la Russia. Quello che si sa, per contro, è che Mosca sta cercando in un qualche modo di ottimizzare le scorte rimaste. Ovvero, ricorrere ad armi meno precise nella speranza di ottenere un effetto simile.
La domanda, a questo punto, è capire se l’Iran continuerà a sostenere la Russia consegnandole altri droni. Finora, sembra che Teheran ne abbia dati un centinaio a Mosca. Altri droni e, per dirla con il funzionario, «ulteriori tipi di armi». E qui, beh, il pensiero va nuovamente ai missili.
La smentita di Teheran
L'Iran, dal canto suo, proprio oggi ha tuttavia smentito di aver inviato droni alla Russia e si è detto pronto a discutere con Kiev quanto affermato finora a proposito del coinvolgimento, nel conflitto ucraino, di Teheran. Affermazioni che l'Iran ha giudicato «senza fondamento» e «basate su false informazioni».
«L'Iran è pronto al negoziato e al dialogo con l'Ucraina per risolvere queste accuse», ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, in un comunicato. «Le affermazioni secondo cui la Repubblica islamica invia armi, tra cui droni da combattimento, per essere usati nella guerra in Ucraina sono false», ha aggiunto.
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, a tal proposito, ha invece proposto al presidente Volodymyr Zelensky di rompere le relazioni diplomatiche con l'Iran dopo gli attacchi russi sulle città ucraine.
I russi? Senza sottufficiali
Il funzionario, fra le altre cose, ha pure rivelato che migliaia di nuove reclute russe – chiamate in fretta e furia dal Cremlino nell’ambito della mobilitazione speciale – sono state inviate «rapidamente» in prima linea. Molti uomini sono già stati feriti o, come abbiamo scritto, uccisi. Il problema nel problema, al riguardo, sarebbe la mancanza, definita «sempre più critica», di sottufficiali in grado di guidare queste truppe.
Attualmente, secondo le stime nell’esercito russo ci sono 100 soldati per un ufficiale. Il rapporto, nelle forze occidentali, è invece di 30 soldati per un ufficiale.