Il caso

E se Parigi spegnesse la Tour Eiffel di notte?

In Francia se ne sta parlando per sensibilizzare la popolazione a consumare di meno, considerando la penuria di gas russo e i timori di un inverno al freddo
Marcello Pelizzari
12.07.2022 20:00

Spegnere la Tour Eiffel. Ogni notte, per risparmiare energia. La questione, a Parigi e in Francia, è più che mai attuale. Di più, è legata a doppio filo al contesto storico e alla necessità, espressa dal governo, di abbassare i consumi onde evitare una penuria di gas e, quindi, elettricità il prossimo inverno. L’ombra russa da un lato, il panico dall’altro.

A parlarne, dentro e fuori i confini aziendali, è Électricité de France, il maggior distributore di energia nell’Esagono. Il quotidiano economico La Tribune, in particolare, cita una fonte dell’azienda. Spegnere la Tour Eiffel e altri monumenti della capitale «avrebbe soprattutto un valore simbolico ed esemplare». Di sicuro, la popolazione non rimarrebbe indifferente e, forse, aprirebbe gli occhi sulla necessità di rallentare in termini di consumi. E questo, beh, nonostante la Tour Eiffel – di suo – non mangi quantità esagerate di energia: il suo consumo annuo di energia, stimato in 6,7 gigawattora, è paragonabile a quello di una città di 3 mila abitanti circa. L’illuminazione notturna, leggiamo, rappresenta solo il 4% della bolletta energetica annuale del monumento.

Che cosa dice la città?

La città di Parigi, contattata proprio da La Tribune, non ha specificato al momento se l’opzione sia sul tavolo oppure no. Ha detto, però, che discussioni e riflessioni circa un aggiornamento del piano Climate Air Energy sono in corso, complici la guerra in Ucraina e le conseguenze sulla sicurezza energetica. Il piano, ricordiamo, in linea generale intende dimezzare il consumo di energia entro il 2050.

Al di là delle posizioni ufficiali, comunque, spegnere la Tour Eiffel avrebbe il merito, appunto, di risvegliare la sensibilità dei francesi e ben si accompagnerebbe alla richiesta formulata dal governo per l’inizio dell’anno scolastico: siate parchi nei consumi. Uno schiaffo alla rinomata grandeur verrebbe da dire.

Analogamente, il ministro per la Transizione energetica Agnès Pannier-Runacher ha avviato diversi gruppi di lavoro con amministrazione e imprese nella speranza di arrivare a piani d’azione concreti e, ancora, di ridurre i consumi energetici del 10% entro due anni rispetto ai volumi registrati nel 2019, l’ultimo anno prima della pandemia.

Il gas e la luce

Il quadro, d’altronde, è chiaro. La Francia forse sta meglio della Germania, fortemente dipendente dal gas russo, eppure soffre e soffrirà. Come tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea, prigionieri di Gazprom e di forniture sempre più scarse. Siccome la guerra in Ucraina difficilmente finirà presto, la sfida degli europei è una soltanto: immagazzinare oggi per evitare carenze domani. Di qui, come detto, la necessità di evitare follie o, meglio, consumi eccessivi. E l’idea di spegnere la Tour Eiffel di notte. Fra i possibili usi del gas, infatti, c’è pure l’alimentazione delle centrali termoelettriche.

L'esempio della Germania

L’inverno, dunque, si preannuncia piuttosto teso tant’è che EDF, Engie e Total Energies, i tre colossi dell’energia, hanno pubblicato una rubrica sul Journal du Dimanche. Chiedendo, senza mezzi termini, di consumare meno.

EDF, di suo, non ha ancora lanciato campagne particolari a differenza di ciò che sta succedendo nella vicina Germania, dove i vari attori economici sono oramai in clima battagliero da settimane. Avevamo parlato, ad esempio, della possibilità di introdurre limiti di velocità temporanei sulle mitiche autobahnen, le autostrade tedesche dove in tempi normali si sfrecciava a tutta birra. Ma si parla altresì di eliminare l’acqua calda di notte in alcune abitazioni, di limitare il riscaldamento in casa a 20 gradi e di spegnere i semafori sempre nelle ore notturne.

La Francia, ora, potrebbe rivivere qualcosa di simile alla «chasse au gaspi», la caccia ai rifiuti messa in atto nel 1973 in piena crisi petrolifera. Il governo, allora, varò misure pesanti: limiti di velocità sulle strade, riduzione del traffico aereo, interruzione dei programmi tv dopo le 23. Di fronte a simili scenari, beh, spegnere la Tour Eiffel sembra il minore dei mali.

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