Ecco come Bologna metterà in sicurezza la Torre della Garisenda

Le Due Torri, come vengono comunemente identificate, sono uno dei simboli, se non il simbolo, di Bologna. Entrambe pendenti, si trovano nel cuore della città. All'incrocio tra le vie che portavano alle cinque porte dell'antica cerchia di mura «dei torresotti». I nomi di Asinelli, la maggiore, e Garisenda, la minore, deriverebbero dalle famiglie a cui tradizionalmente se ne attribuisce la costruzione, fra il 1109 e il 1119. La Torre della Garisenda, nelle ultime settimane, ha guadagnato i riflettori di mezzo mondo poiché necessita di lavori urgenti. Il rischio, infatti, è che la struttura possa crollare.
Lo scorso fine settimana, la città ha presentato un progetto di 4,3 milioni di euro per, citiamo, puntellare la Torre. Allargando il campo, l'insieme degli interventi costerà 20 milioni di euro mentre la definitiva messa in sicurezza dell'opera, secondo il sindaco, richiederà almeno 10 anni. Un intervento, appunto, necessario. Anche perché Bologna non può permettersi di perdere un (doppio) simbolo che, negli anni, ha ispirato pittori e poeti.
Come la Torre di Pisa
L'Italia, va detto, ha una certa esperienza con monumenti pendenti. Uno su tutti: la Torre di Pisa, che da secoli domina il panorama della città toscana standosene tutta storta. Il motivo? Il terreno su cui poggia ha ceduto subito dopo la sua costruzione, con i lavori che iniziarono il 9 agosto del 1173. Il mese scorso, l'area circostante la Torre della Garisenda è stata isolata a causa delle crescenti preoccupazioni degli esperti. La Garisenda, per la cronaca, è inclinata di 4 gradi. Quella di Pisa si «ferma» a 3,9 gradi.
«Credo che spenderemo non meno di 20 milioni di euro, forse di più, per restaurare e consolidare la Torre», ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore, citato dall'agenzia di stampa ANSA, in una conferenza stampa presso il Comune di Bologna. «Per la torre di Pisa ci sono voluti 10 anni per l'intervento e il progetto di restauro. Non abbiamo motivo di dire che ci metteremo meno», ha aggiunto.
La Garisenda è una delle 24 torri medievali ancora presenti, oggi, in città. Misura 48 metri ed è affiancata da quella degli Asinelli, alta poco più del doppio (97 metri). La Torre è citata anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri, quando il poeta si trova nel «Pozzo dei giganti», dove si trovano coloro che sono stati puniti per essersi opposti a Dio. Una lapide murata sul lato orientale della Garisenda riporta, non a caso, i versi del XXXI canto dell’Inferno: Dante, all’inizio del nono cerchio, incontra il gigante Anteo al quale Virgilio si era rivolto pregandolo di deporre lui e Dante sulla superficie ghiacciata del Cocito. Ecco, l’immagine di Anteo che si china sui due poeti richiama a Dante proprio la Garisenda che produce, in chi la osserva dal lato della pendenza, uno strano effetto ottico. La similitudine è frutto di un ricordo personale e conferma, di fatto, il soggiorno dantesco a Bologna. Anche Charles Dickens ha citato la Torre nel suo Impressioni d'Italia e lo stesso ha fatto Johann Wolfgang Goethe in Viaggio in Italia. Della serie: impossibile resistere al suo fascino.
L'allerta
L'Agenzia di protezione civile italiana, riguardo alla Garisenda, ha emesso un'allerta gialla per l'area intorno alle Due Torri. Significa che il complesso è sotto osservazione, ma anche che – almeno nell'immediato – non sussistono rischi per le persone. Altrimenti, sarebbero stati emessi livelli di allerta più elevati, come l'arancione o il rosso. Lepore, a inizio mese, ha spiegato che la Torre della Garisenda ha iniziato a inclinarsi sin dalla sua costruzione. E che, da allora, «è sempre stata una preoccupazione». Il sindaco, nel frattempo, ha chiesto al governo italiano di presentare una petizione affinché le Due Torri diventino patrimonio UNESCO.
Detto che la Garisenda ha guadagnato la luce dei riflettori nelle ultime settimane, in realtà i lavori di rinforzo di entrambe le strutture stanno andando avanti dagli anni Novanta. Venendo al presente, i lavori preliminari sulla Garisenda, quelli di puntellamento, comprenderanno la creazione di un'area di contenimento per prevenire eventuali danni alle strutture vicine o ai passanti a causa di un «possibile crollo», ha dichiarato il Comune in un comunicato. A garantire la sorveglianza del sito saranno le telecamere.
Il sito della Garisenda era stato provvisoriamente chiuso lo scorso ottobre, dopo che alcuni sensori avevano rilevato dei cambiamenti nell'inclinazione della Torre. Le successive ispezioni avevano rivelato un deterioramento della base. Di qui la necessità di intervenire. Il Consiglio comunale aveva spiegato che, oltre a contenere i detriti che potrebbero cadere, i lavori di puntellamento in fase di realizzazione proteggeranno gli edifici circostanti e le persone in caso di crollo.
Il team
D'accordo, ma chi – concretamente – sta mettendo e metterà mano all'opera? Nel team coordinato dall’ingegnera Raffaela Bruni troviamo fra gli altri l’ex rettore dell’Università Alma Mater Studiorum, Francesco Ubertini, professore ordinario di Scienza delle costruzioni presso la Scuola di Ingegneria e Architettura. Ubertini è pure direttore del Dipartimento di Ingegneria delle Strutture, dei Trasporti, delle Acque, del Rilevamento, del Territorio e del Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali, nonché presidente di CINECA, Consorzio Interuniversitario e presidente di IFAB, International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development. Nel team, hanno spiegato i media italiani, c'è anche Massimo Majowiecki, professore di Ingegneria Strutturale a Bologna, che con lo studio di progettazione strutturale da lui fondato si era occupato altresì della copertura di Piazza Italia alla Fiera di Milano, della copertura del Palazzo dello Sport di Atene, dello Stadio delle Alpi di Torino e della copertura dello Stadio Olimpico di Roma. Lavorerà di concerto con Nunziante Squeglia, del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa, docente di Geotecnica e del corso su Pali di fondazione, occupatosi a suo tempo del progetto di Salvaguardia e Stabilizzazione della Torre di Pisa.
È interessante notare, concludendo, come originariamente l'altezza della Torre della Garisenda fosse di 60 metri. Altezza che, dopo che la struttura iniziò a pendere, venne per forza di cose abbassata.