Aviazione

Ecco gli aerei russi, ma faranno in tempo a sostituire gli Airbus e i Boeing?

Sta facendo discutere una maxi-comanda per 238 velivoli della società statale di leasing GTLK: la Russia si farà davvero trovare pronta?
Vladimir Putin sta osservando da vicino, metaforicamente parlando, lo sviluppo della produzione locale di aeromobili. © ALEXANDER KAZAKOV/SPUTNIK/KREMLI
Marcello Pelizzari
07.09.2024 15:14

Lo sappiamo: la Russia ha bisogno di aerei. Un bisogno, per certi versi, disperato considerando, da un lato, le sanzioni occidentali varate in seguito all'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte dell'esercito di Mosca e, dall'altro, le conseguenti sanzioni che hanno colpito (anche) il settore dell'aviazione commerciale. La ri-nazionalizzazione dei tanti, tantissimi Airbus e Boeing in dotazione alle compagnie aeree russe ha permesso, quantomeno, di mantenere rotte e servizi. Ma, senza un'uscita certa del Paese dall'attuale regime di restrizioni, è evidente che la sola soluzione possibile passerà solo e soltanto dalla produzione di velivoli made in Russia.

Ecco, appunto: come stanno andando le cose su questo fronte? Bene ma non benissimo, anzi piuttosto male verrebbe da dire. Eppure, il settore in queste settimane sta mostrando un ottimismo che potremmo definire invidiabile. A Vladivostok, scrivono i media russi, ripresi dal portale specializzato aeroTELEGRAPH, la società statale di leasing GTLK ha suscitato un certo scalpore al Forumo economico orientale, il cui obiettivo è promuovere gli investimenti nell'Estremo Oriente russo. GTLK, nello specifico, ha piazzato un maxi-ordine al consorzio aeronautico United Aircraft Corporation, consorzio controllato dal conglomerato Rostec e nel quale sono confluiti tutti i marchi storici dell'aviazione russo-sovietica: MiG, Sukhoi, Tupolev, Ilyushin, Irkut, Yakovlev. L'ordine comprende qualcosa come 238 aerei, di cui 132 Superjet 100, 41 Tupolev Tu-214 e 65 Ilyushin Il-114-300. 

La mossa, evidentemente, segue una certa logica. Le sanzioni e l'impossibilità, per i vettori russi, di ricorrere a nuovi aerei o pezzi di ricambio di fabbricazione occidentale come detto lasciano aperta una sola opzione: la produzione di velivoli al 100% russi. Nella migliore delle ipotesi, infatti, secondo gli esperti dal 2030 in avanti (quasi) nessun Airbus o Boeing volerà in Russia. GTLK dovrebbe ricevere i primi apparecchi nel 2027 mentre l'intero ordine verrà completato entro il 2032. Sui clienti, cioè le compagnie, che beneficeranno di questa «pioggia» di aerei – al momento – poco o nulla è filtrato. È probabile che fra i clienti vi siano vettori attivi proprio nell'Estremo Oriente russo, come Iraero e Aurora Airlines. 

Quello appena annunciato da GTLK, leggiamo, è il secondo ordine più grande arrivato a United Aircraft Corporation. Aeroflot, la compagnia di bandiera russa, in precedenza aveva ordinato addirittura 339 aerei. Detto delle comande, si pone altresì la questione delle certificazioni. Ovvero, le autorità non hanno ancora dato il nullaosta ad alcuni modelli per cominciare il servizio commerciale. Secondo i piani, l'Ilyushin Il-114-300, un turboelica da 60 passeggeri, otterrà presto la certificazione e verrà lanciato sul mercato nel 2026. Discorso diametralmente opposto per il Tupolev Tu-214, di cui avevamo parlato qui e qui: la produzione di questo aereo, in realtà, non è mai stata interrotta ma, semplicemente, aveva subito dei forti rallentamenti nel corso degli anni. Complici le sanzioni, le autorità del Paese hanno deciso di rituffarsi nel passato e di accelerare, di nuovo, la produzione. United Aircraft Corporation, al riguardo, prevede di costruire 115 Tu-214 entro il 2030, con la nuova versione che dovrebbe ricevere le approvazioni del caso nel 2025. Il «nuovo» Superjet 100, con motori russi, secondo le stime otterrà la certificazione nel corso dell'anno prossimo per entrare in servizio nel 2026. 

Concludendo, la Russia si è lanciata in una corsa contro il tempo per sostituire la sua flotta commerciale, composta al momento quasi esclusivamente da velivoli di fabbricazione occidentale. La domanda, arrivati sin qui, sorge spontanea: che cosa succederebbe se uno o più velivoli di quelli citati non dovesse venire certificato?