Ecco il Foglio AI, il primo quotidiano al mondo fatto con l'intelligenza artificiale

Se non è rivoluzione, poco ci manca. Il Foglio, quotidiano italiano fondato da Giuliano Ferrara, ha abbracciato ChatGPT e simili. Come? Pubblicando quattro pagine completamente redatte dall'intelligenza artificiale. L'esperimento, denominato Foglio AI, andrà avanti per un mese circa, dal martedì al venerdì, e consiste, per ogni edizione, in quattro pagine, ventidue articoli (più tre editoriali) in edicola oppure online. L'obiettivo? Capire come l'AI impatta sul lavoro e sulla vita di tutti i giorni. Di certo, al momento l'iniziativa sta facendo parlare. E pure parecchio.
Si tratta, scrive il direttore Claudio Cerasa, di un quotidiano (a suo modo) «vero, fatto ogni giorno, frutto di discussioni, frutto di provocazioni, frutto di notizie». E ancora: «Il Foglio AI sarà il primo quotidiano al mondo in edicola realizzato usando interamente l’intelligenza artificiale. Per tutto. Per la scrittura, i titoli, i catenacci, i quote, i sommari. E a volte anche per l’ironia. Noi giornalisti ci limiteremo a fare le domande, il Foglio AI ci darà tutte le risposte e ci aiuterà, in modo non sappiamo ancora se naturale o artificiale, a spiegare come si può far passare l’intelligenza artificiale dallo stato gassoso, ovvero quello della teoria, a quello solido, ovvero quello della pratica».
Interessante. Soprattutto perché, più o meno ovunque nel mondo, le organizzazioni giornalistiche sono alle prese con questa benedetta (per alcuni maledetta) intelligenza artificiale. Nel Regno Unito, ad esempio, BBC ha spiegato di voler utilizzare l'AI per offrire al pubblico contenuti ancora più personalizzati. L'articolo portante della prima edizione è dedicato al presidente degli Stati Uniti. Accattivante il titolo: «Tutte le balle di Trump nell'ultimo mese, caso per caso». Così l'attacco: «Il tycoon continua a catalizzare l’attenzione mediatica con dichiarazioni spesso controverse. Molte delle sue affermazioni, però, risultano esagerate, inesatte o prive di fondamento, come dimostrato da numerosi fact-checking. Mentre il dibattito politico si infiamma, emerge la necessità di un’analisi critica e basata sui fatti per contrastare la disinformazione e garantire un confronto pubblico trasparente». Chi conosce ChatGPT, evidentemente, riconosce subito lo stile del chatbot. Ma il pezzo, credeteci, è godibile e ben strutturato.
In generale, l'intera edizione «artificiale» è risultata chiara, comprensibile e priva di evidenti errori grammaticali. L'esperimento, insomma, al momento parrebbe riuscito, al di là di alcune sfumature o, se preferite, storture. Interessante, infine, la pagina delle lettere. In una di queste, viene chiesto all'editore se l'AI renderà gli umani «inutili» in futuro. La risposta, in sostanza, è no. O, meglio, non ancora. Il direttore Cerasa, dal canto suo, preferisce glissare o dribblare, per ora, la questione. Parlando di questo esperimento, spiega: «È solo un altro Foglio fatto con intelligenza, non chiamatelo artificiale».