Ecco il «meglio» della politica italiana
Nella vita di tutti i giorni, F. abita nel Nord Italia. Assieme alla sua fidanzata, disegna carte da gioco e libri per bambini. Una vita normale, insomma. Il motivo per cui lo abbiamo contattato, tuttavia, è un altro. Dal marzo scorso, infatti, F. è sbarcato su Twitter (e in seconda battuta su Instagram) con un account particolare. Si chiama Crazy Ass Moments in Italian Politics e, banalmente, raccoglie i momenti più esilaranti della politica italiana. In piena campagna elettorale, beh, i numeri e il seguito sono da capogiro: i follower hanno superato quota 52 mila, mentre alcuni protagonisti della scena – come Licia Ronzulli, senatrice – intervengono addirittura nella discussione. Roba da matti, già.
«Un giorno di marzo – racconta F. – navigando su Twitter ho scoperto Crazy Ass Moments in American Politics, un fantastico raccoglitore di momenti folli della politica statunitense. Subito dopo, ho scoperto che stavano nascendo attorno a esso tante pagine-clone legate ad altri Paesi. Nessuno, però, fino a quel momento aveva aperto una pagina italiana».
Ed eccoci qui…
«Non appena me ne sono accorto ho
esclamato: ma come? Proprio noi che siamo il Paese della politica folle per
eccellenza. Così, memore di tutte le cose pazze a cui avevo assistito in
trentaquattro anni di vita, ho deciso di aprire io un account, di investirci il
mio tempo senza sapere né se avrei avuto successo né se avrei avuto il tempo
fisico per gestirlo al meglio, diviso come sono tra la famiglia e il lavoro.
Sono felice di dire che la cosa ha avuto un successo ben oltre le mie
aspettative, anche se certe sere arrivo a letto completamente esausto.
Particolarmente ora che la campagna elettorale è in pieno fervore».
Inizialmente,
l’account proponeva una sorta di raccolta di grandi classici televisivi, come
la famosa sedia «pulita» da Berlusconi quando era ospite di Travaglio e
Santoro. La caduta del governo Draghi, per contro, vi ha trasformati in un
raccoglitore di crazy ass moments legati all’attualità e alla campagna
elettorale. Il materiale, in ogni caso, non manca. Giusto?
«Assolutamente. All’inizio passavo molto tempo alla ricerca di materiale da
proporre, spesso rovistando nel passato sia recente sia remoto del nostro Paese,
grazie alle puntate di Blob e soprattutto ai fantastici seguaci dell’account che
mi inondavano, e mi inondano, di fatti divertenti che avevo dimenticato o che
non conoscevo affatto. Con caduta del governo Draghi e con l’inizio della
campagna elettorale, beh, è scoppiato il pandemonio, tant’è che sono arrivato
al punto di non programmare più i post come facevo prima. Al contrario, mi
siedo e aspetto solo che gli argomenti arrivino da me: è solo questione di
tempo. Per fare un esempio, quando Letta ha postato il meme sulla pasta alla
carbonara erano le 8 e 45 del mattino, non avevo ancora bevuto il caffè, e già
avevo trovato qualcosa da postare per la mattinata. Per tacere di quando, tutti
insieme, il primo settembre, i politici italiani hanno deciso di sbarcare su
TikTok. Non riuscivo più a tener loro testa. E pensare che speravo di passare un’estate
di pace e tranquillità».
In questo senso, lo
sbarco di quasi tutti i leader politici su TikTok ha già permesso di
estrapolare contenuti fra il grottesco e il surreale. Come giudicare questa
svolta «giovane» della politica italiana?
«Delle,
passami il termine, cringiate totali che non smuoveranno un voto o,
peggio, otterranno l’effetto contrario. Per esempio, quante persone, guardando
Renzi che diceva ‘io sono quello di First Reaction Shock’, non hanno alzato
istintivamente gli occhi al cielo? Sono tutti dei pesci fuor d’acqua, su
TikTok, incluso Salvini che quel social probabilmente lo gestisce meglio di
tutti. Credo accadrà una delle due cose: o i politici lasceranno perdere TikTok
quando si accorgeranno che la fatica supera il guadagno, oppure lo useranno all’interno
di una strategia a lungo termine, nella speranza che un minorenne di oggi
diventi un elettore di domani. Intanto, però, tra le barzellette di Berlusconi,
i monologhi urlati di Sgarbi e Salvini che manda i baci alle mucche, le perle
non mancano. E siamo solo all’inizio».
Il fatto che l’account
sia in lingua inglese automaticamente vi permette di veicolare le particolarità
(eufemismo) della politica italiana all’estero. Che idea dovrebbe farsi uno
straniero dell’Italia guardando i tweet di Crazy Ass Moments in Italian
Politics?
«Credo che gli stranieri nutrano una
grande ammirazione per l'Italia, ammirazione che nasce anche dal mistero e dall’incomprensione
verso molte logiche di questo Paese. Forse la più grande di queste
incomprensioni è l’enorme soglia di tolleranza che gli italiani hanno nei
confronti di comportamenti, quelli dei loro politici, che in altri Paesi
verrebbero al contrario difficilmente tollerati. Aveva forse ragione Pasolini,
nel sostenere che l’Italia sarebbe stata plasmata dalla televisione: dal
momento che lo spettacolo ha iniziato a intrecciarsi alla politica, e
viceversa, la politica è diventata spettacolo, la buffonata ha iniziato a
diventare non più una cosa estranea all’esercizio politico, ma una strategia
complementare allo stesso. Personalmente non so quale idea possa farsi uno
straniero vedendo i miei post ma, vi dirò, a un finlandese che di recente si è
scandalizzato per i balli di Sanna Marin direi: vieni, amico mio, lascia che ti
mostri un vero scandalo politico».
È corretto, vista la
situazione attuale, affermare che le risate garantite da questo account aiutano
tanto a sdrammatizzare quanto a riflettere?
«Sono dell’idea che la risata serva a imprimere nella memoria collettiva dei
fatti che altrimenti da molti verrebbero ignorati, soprattutto chi la politica
non la segue assiduamente. Io non seguo il calcio, ma i fatti curiosi riguardo
il calcio, per esempio, mi appassionano moltissimo: questo account segue la
stessa logica, ovvero declinare in chiave ironica argomenti che a molti spesso
non interessano. Aggiungiamo poi che io non faccio satira fine a sé stessa, per
quello ci sono ottime pagine come Lercio, Il Grande Flagello o Padanian
Shitposting, che consiglio di seguire. Io illustro dei fatti veri, e questi
fatti in un idealissimo Paese normale, quello che tutti gli italiani hanno in
mente, non accadrebbero, o quantomeno non sarebbero la normalità. Se è vero
che, come spesso si dice, gli italiani hanno la memoria corta, la mia speranza
attraverso questo format è non solo imprimere a fondo nella mente i fatti che
presento, ma di abbassare la soglia di tolleranza alle stupidaggini di cui
parlavo prima, perché è giusto che si alzi invece la pretesa di serietà. Sono
un idealista, credo che l’Italia meriti serietà e vorrei vivere in un Paese
serio e fiero».
Detto degli argomenti
che vengono segnalati o, semplicemente, sono troppo folli per non essere
citati, quali criteri vengono adottati per pubblicare qualcosa?
«Dietro a tutto ciò c’è una persona armata di cellulare e curiosità, nulla più.
Pertanto, l’unico criterio di selezione è: mi fa ridere? È una cosa fuori di
testa?. Se la risposta è sì, viene pubblicata. Ciò che pubblico può essere una
cosa curiosa, come il deputato Corvisieri che aveva fatto una crociata contro
Goldrake; una cosa bizzarra, come Mastella che dà il suo numero di cellulare a
tutta Italia; o, spingendoci più in là, una cosa al limite della decenza, come
chi parla di ‘pulizie etniche contro i culattoni’, o chi agita spigole e fette
di mortadella in Parlamento. Spesso perfino postare un vecchio manifesto del
PSI o della DC crea curiosità, perché in passato c’era una cura dei dettagli
nella propaganda politica che oggi si è persa. La parola d’ordine, in ogni
caso, è stuzzicare la curiosità e colpire l’attenzione degli utenti».
Ultimissima curiosità: per chi voterà Crazy Ass Moments in Italian Politics il prossimo 25 settembre? «Il mio account è neutrale, perché colpisce indifferentemente sinistra e destra; quindi, in onore di questa neutralità non posso dire per chi voterò. Però, confesso, se votassi nel collegio Lazio 1 e mi trovassi sulla scheda il Partito della Follia Creativa del Dottor Seduction, sarei quasi tentato di mettergli una bella X sopra. Con uno così in Parlamento potremmo raggiungere vette inimmaginabili».