Aviazione

Ecco l'aereo cinese che sfida l'Occidente

Il C919, con nove anni di ritardo, ha finalmente ricevuto l'autorizzazione per volare in Cina: con questo modello a medio-raggio Pechino intende fare concorrenza ad Airbus e Boeing
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Marcello Pelizzari
30.09.2022 19:00

Eccoci. Ci siamo, o quasi. Dopo cinque anni dal suo primo volo, il Comac C919, definito «l’aereo cinese» dalla stampa occidentale, vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Rivale annunciato dell’Airbus A320 NEO e del Boeing 737 MAX, il velivolo ha ricevuto la necessaria certificazione dalle autorità di Pechino. Sì, potrà iniziare la sua attività commerciale.

Di che cosa stiamo parlando

La costruzione della parte frontale dell’aereo, realizzato dalla Commercial Aircraft Corporation of China, cominciò nel settembre del 2009. Tanto, tantissimo tempo fa. A fine anno, i primi esemplari verranno consegnati alla China Eastern Airlines, partner e azionista di Air France-KLM. Il vettore cinese aveva piazzato 20 ordini del modello, comincerà il servizio con i C919 nel primo trimestre del 2023. Con un ritardo di nove anni rispetto al calendario stilato da Pechino nel 2009.

Con una capacità di 168 passeggeri e un raggio di 5.555 chilometri, il C919 è l’aereo di linea più grande mai costruito in Cina. Finora, il Dragone aveva messo assieme – non senza difficoltà – l’ARJ21, un aeroplano regionale di 70 posti. Niente, insomma, con cui cercare di rivaleggiare con i costruttori occidentali, la brasiliana Embraer inclusa.

Gli ordini

La Cina, intesa come compagnie aeree, sembra credere molto nelle potenzialità di questo modello, sebbene non abbia ancora ricevuto il nullaosta dai regolatori americani ed europei e, ancora, necessiti di un’ulteriore autorizzazione per avviare la produzione di massa. Impicci, leggiamo, che non hanno impedito all’azienda di ricevere qualcosa come 815 comande da parte di 28 vettori differenti.

Un amore, va da sé, che nasce da lontano, forse anche un po’ comandato dal governo. Nel 2010, ad esempio, le tre principali compagnie del Paese avevano affermato, in coro, che avrebbero sostenuto senza esitazioni il progetto. Pechino, d’altronde, con il Comac intende elevarsi a potenza mondiale a livello aeronautico e, soprattutto, diventare indipendente rispetto ai costruttori occidentali. Una notizia, questa, che potrebbe interessare la Russia, alle prese con una situazione fra l’allarmante e l’imbarazzante nei propri cieli: vi dice nulla la cannibalizzazione avviata da Aeroflot e altri attori? Ecco.

C'è comunque molto Occidente

La Cina, dunque, vuole giocare assieme ai grandi. Il C919 si posiziona nel settore, strapieno, dei velivoli a medio raggio. Un mercato che rappresenta oltre il 70% delle vendite di aerei con oltre 100 posti e, dicevamo, dominato dall’A320 NEO e dal 737 MAX. Nel 2014, il presidente cinese Xi Jinping aveva affermato che, senza un suo aereo, la Cina si sarebbe trovata «alla mercè degli altri».

Il problema, se vogliamo, è che il C919 – nel tentativo di arrivare prima sul mercato – è stato «riempito» di tecnologie occidentali, procurate da ditte specializzate come Honeywell o Zodiac. Anche i motori sono targati CFM International, la finale di Safran e General Electric. Il motivo? A differenza dell’ARJ21, questo aereo ha sì una forte connotazione cinese ma punta, con forza, al mercato straniero. Difficile, se non impossibile, visto l’attuale contesto geopolitico e le accuse di Washington a Pechino, rea di non intervenire a gamba tesa sulla Russia.

L'esempio di Embraer

Airbus e Boeing, ovviamente, guardano e guarderanno con attenzione al neonato rivale. Secondo gli analisti, tuttavia, ci vorranno anni, se non di più, perché la Cina diventi un attore maggiore dell’industria. La certificazione negli Stati Uniti, in particolare, sembra lontana ora come ora. Anche perché la Cina non ha ancora dato il suo okay al ritorno del 737 MAX nei propri cieli.

Tradotto, all’inizio il C919 sarà vendibile e spendibile solo nel vasto, vastissimo mercato interno cinese. Embraer, all’epoca, parliamo dei favolosi anni Ottanta, quelli di Gordon Gekko e del turbocapitalismo, prese letteralmente il volo grazie a un’unica, grossa comanda di una linea aerea estera. Potrebbe succedere lo stesso con la Cina. Il condizionale, ad ogni modo, è d’obbligo.

Sul lungo raggio con la Russia

Parlavamo della Russia. Detto del C919, Comac sta lavorando altresì con il conglomerato UAC, creato nel 2006 da Vladimir Putin per raggruppare tutte le aziende aeronautiche e aerospaziali russe, come Sukhoi, Irkut e Tupolev, su un aereo a lungo raggio, un widebody da 250-350 posti: il CRAIC CR929, la cui messa in servizio è pianificata per il 2027. La sfida all’Occidente, fra mille difficoltà, è insomma lanciata. Ma la Cina saprà vincerla?

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