Ecco l'aereo del futuro targato NASA e Boeing
L’accoppiata, sulle prime, è di quelle vincenti. Da una parte la NASA, dall’altra Boeing. L’obiettivo? Lavorare, insieme, al progetto Sustainable Flight Demonstrator. Tradotto: costruire e testare un aereo a corridoio singolo, entro la fine del decennio, che riduca le emissioni stando a un comunicato dell’Agenzia spaziale statunitense.
Sin dal principio, recita la nota, la NASA «ha osato andare più lontano, più veloce, più in alto» per dirla con l’amministratore delegato Bill Nelson. E ancora: l’aviazione «è nel nostro DNA». La partnership, dunque, dovrebbe permettere agli aerei di domani di essere più efficienti in termine di consumo di carburante, con chiari vantaggi per l’ambiente, l’industria dell’aviazione commerciale e, in ultima istanza, per i passeggeri.
Se il prototipo che hanno in mente NASA e Boeing dovesse funzionare, leggiamo, la produzione su larga scala e, quindi, la messa in commercio di aerei innovativi potrebbero avvenire già negli anni Trenta.
Gli obiettivi dell'amministrazione Biden
Il primo volo di prova dovrebbe tenersi nel 2028. Nelle intenzioni di NASA e Boeing, questo nuovo aereo dovrebbe conquistare circa il 50% del mercato commerciale. Il fatto che il prototipo sia a corridoio singolo – o a fusoliera stretta, con 5-6 posti per fila – non è casuale. Le compagnie aeree, oggi, si affidano in gran parte ad aeromobili a corridoio singolo. Aeromobili che, da soli, rappresentano quasi la metà delle emissioni del trasporto aereo in tutto il mondo, secondo la NASA.
Il progetto, soprattutto, va nella direzione degli obiettivi climatici fissati dall’amministrazione Biden, con gli Stati Uniti che intendono raggiungere la neutralità carbonica nel campo dell’aviazione entro il 2050. Boeing, a tal proposito, stima che la domanda per il suo nuovo aereo possa toccare le 40 mila unità fra il 2035 e il 2050.
Minore resistenza
Il progetto cui stanno lavorando i due colossi statunitensi potrebbe ridurre il consumo di carburante e le emissioni fino al 30% rispetto ai velivoli più efficienti di oggi. Come? Grazie al Transonic Truss-Braced Wing concept, che si basa su ali allungate e sottili stabilizzate da montanti diagonali che connettono le ali alla fusoliera. Così, beh, la resistenza è minore. Ma le ali, chiarisce la NASA, non saranno le sole novità che permetteranno una vera e propria transizione verso l’aviazione green.
«Il Transonic Truss-Braced Wing è il tipo di concetto e investimento trasformativo di cui avremo bisogno per affrontare le sfide del futuro» ha ribadito Bob Pearce della NASA.
I vantaggi di un’ala del genere sono noti da tempo. Ma, per poter arrivare all’idea di un prototipo, prima bisognava fare progressi a livello di costruzione e materiali.
Partner storico
La partnership, detto degli aspetti tecnologici, ha pure una valenza economica. Assieme, NASA e Boeing potranno assumersi maggiori rischi. «Questo è un aereo sperimentale» ha ribadito Pearce. L’obiettivo nell’obiettivo è fare in modo che una tecnologia ad alto rischio, oggi, possa diventare di uso comune domani».
A stabilire oneri e onori del matrimonio è il Funded Space Act Agreement, con la joint venture che potrà contare fra le altre cose su competenze e strutture tecniche della NASA oltre a 425 milioni di dollari che l’Agenzia verserà per i prossimi sette anni. Boeing e i suoi partner, invece, interverranno con 725 milioni di dollari.
Todd Citron, Chief Technology Officer di Boeing, si è detto onorato di poter continuare a collaborare con la NASA. Continuare, sì, dal momento che Boeing è un appaltatore aerospaziale di lunga data nonché storico partner per i progetti della NASA, tra cui la ISS e la missione lunare Apollo.