Ecco perché Donald Trump è stato incriminato
L'ex presidente Donald Trump è stato incriminato martedì in relazione ai suoi sforzi per ribaltare il risultato delle elezioni del 2020, comprese le sue azioni relative all'assalto al Campidoglio, a Washington, il 6 gennaio 2021.
Trump, che rimane il principale candidato repubblicano alla corsa per le presidenziali del 2024, sta affrontando accuse penali in due casi federali, dopo essere stato incriminato a giugno per la presunta cattiva gestione di documenti riservati nel suo resort di Mar-a-Lago una volta lasciata la Casa Bianca. Inoltre, sta affrontando accuse locali a New York e, forse, potrebbe affrontarne anche in Georgia.
In quest'ultimo caso, Trump è stato accusato di quattro capi d'accusa federali: associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni degli Stati Uniti; cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale; ostruzione e tentativo di ostruzione di un procedimento ufficiale; cospirazione per privare un cittadino dei diritti garantiti dalla Costituzione degli Stati Uniti.
L'accusa, di 45 pagine, sostiene che Trump «era determinato a rimanere al potere» nonostante avesse perso. E ancora: Trump «ha diffuso bugie sul fatto che ci fossero stati brogli determinanti per l'esito delle elezioni e che lui avesse effettivamente vinto», si legge nell'atto di accusa. «Queste affermazioni erano false e l'imputato sapeva che erano false».
In una dichiarazione rilasciata martedì, il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha definito le accuse «false». «L'illegalità di queste persecuzioni contro il presidente Trump e i suoi sostenitori ricorda la Germania nazista degli anni '30, l'ex Unione Sovietica e altri regimi autoritari e dittatoriali», ha dichiarato Cheung.
Il consigliere speciale Jack Smith era stato nominato l'anno scorso per indagare sul ruolo di Trump nella rivolta del 6 gennaio 2021 e sui suoi sforzi per sovvertire le elezioni del 2020. L'indagine è stata di ampia portata; l'accusa include una ripartizione per Stato del presunto piano di Trump per ribaltare le sue sconfitte in Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Include anche un piano più ampio dei suoi alleati di riunire gruppi di falsi elettori in tutto il Paese. L'accusa sostiene che Trump aveva sei «cospiratori» che lo hanno aiutato nei suoi «sforzi criminali» per rovesciare il risultato delle elezioni. Non sono stati identificati per nome. Dettaglio di non poco conto: in caso di condanna, Trump rischia fino a 20 anni di carcere.
Per mesi, i testimoni sono stati citati in giudizio e hanno testimoniato davanti al Gran Giurì di Washington. L'elenco comprende ex collaboratori di Trump, funzionari elettorali di tutto il Paese e l'ex vicepresidente Mike Pence, che ha cercato, senza riuscirci, di evitare di testimoniare. A metà luglio Trump aveva dichiarato di aver ricevuto una lettera che lo informava di essere un obiettivo dell'indagine.
Nel frattempo, nel caso dei documenti riservati, un giudice federale ha fissato la data del processo al 20 maggio 2024 in Florida.