Clima

El Niño fa paura: si teme un'ondata di caldo senza precedenti

L'Organizzazione meteorologica mondiale lancia l'allarme: «Il mondo si prepari a limitarne gli impatti sulla salute delle persone, sugli ecosistemi e sulle economie»
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Red. Online
04.07.2023 14:45

El Niño è tornato e fa paura: potrebbe infatti portare ad un’ondata di caldo senza precedenti. È l’allarme lanciato dall'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) delle Nazioni Unite, che ha avvisato i governi delle aree interessate dall'evento climatico di prepararsi a condizioni meteorologiche estreme. Il fenomeno atmosferico di riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale si verifica in media fra i 2 e i 7 anni, e dura fra i 9 e i 12 mesi. L’ultimo grande evento si era avuto nel 2016, ad oggi l'anno più caldo mai registrato. Il nuovo El Niño va ad aggiungersi al crescente impatto del riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas a effetto serra.

Secondo gli esperti, il riscaldamento globale potrebbe potenziare gli effetti di El Niño, con condizioni meteorologiche estreme e nuovi possibili record di temperatura sulla terraferma e nei mari. «Il suo arrivo aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani», ha detto il segretario generale della OMM, Petteri Taalas. El Niño generalmente porta all’aumento delle precipitazioni in Sudamerica, nel sud degli Stati Uniti, nel Corno d'Africa e in Asia centrale. Causa inoltre gravi siccità in Australia, Indonesia, parti dell'Asia meridionale, America centrale e nord del Sudamerica. Per la OMM è importante che i governi nel mondo si preparino «a limitare gli impatti sulla nostra salute, gli ecosistemi e le economie. Avvisi tempestivi e azioni preventive verso gli eventi meteorologici estremi associati con questo grande fenomeno climatico sono vitali per salvare vite e mezzi di sostentamento».

Negli ultimi mesi sono già state registrate temperature record in diverse parti del globo terrestre. Nel Regno Unito, ad esempio, il record di temperatura media di giugno è stato battuto di quasi un grado e un'ondata di caldo senza precedenti ha colpito i mari del Paese. Anche il ghiaccio marino intorno all'Antartide ha raggiunto livelli ai minimi storici. Ma il fenomeno si sta facendo sentire in diverse zone del pianeta, spiega il Guardian: in diverse città messicane è stato recentemente battuto il record dei giorni più caldi di sempre e il Texas sta vivendo una delle sue peggiori ondate di caldo. Lo stesso vale per la Cina, dove più di 20 città hanno registrato nuovi picchi. In Europa, nella città austriaca di Oberndorf è stata raggiunta una temperatura notturna insolitamente alta: 36,1°. A Saravan, in Iran, la scorsa settimana, la temperatura ha toccato i 45°, in quello che è stato uno dei giorni più caldi mai registrati, a un'altitudine di oltre 1.000 metri. Alcuni ricercatori climatici sostengono che El Niño potrebbe portare il 2023 a diventare l'anno più caldo mai registrato, anche se le temperature più elevate legate al fenomeno atmosferico dovrebbero verificarsi nel 2024.

L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha recentemente fatto sapere che, a causa di El Niño e dell'aumento delle temperature, potrebbe crescere la diffusione di malattie virali come  dengue, zika e chikungunya 

Il fenomeno opposto a El Niño, cioè il raffreddamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, viene detto La Niña, ed è terminato all'inizio del 2023.