Elon Musk e Donald Trump insieme per il nuovo test di Starship
Sesto test in volo senza equipaggio per Starship, la nave spaziale progettata dalla SpaceX di Elon Musk per essere completamente e rapidamente riutilizzabile e destinata alle future missioni verso la Luna e Marte.
Il grande razzo alto 121 metri e spinto da 33 motori Raptor è decollato da Boca Chica, nel sud del Texas. Dalla stazione spaziale ISS in volo sugli Stati Uniti, gli astronauti fotografavano il lancio. Il razzo è il più grande mai costruito, ed è «atterrato» nell'Oceano Indiano un'ora dopo.
Ma non tutto è andato secondo i piani. Dopo la separazione, il primo stadio Super Heavy ha iniziato la discesa verso la rampa di lancio per tentare il recupero. Il direttore di volo lo ha guidato verso le acque del Golfo del Messico dove è ammarato in sicurezza. Una volta raggiunta l’altezza massima di 192 chilometri, l’astronave ha iniziato la discesa affrontando il collaudo della struttura: è entrato in un corridoio di rientro con un angolo maggiore al passato. Lo scopo era quello di sottoporre l’intero veicolo e le superfici di controllo a uno stress più elevato raccogliendo dati preziosi. SpaceX ha interrotto il tentativo di catturare Starship tra i bracci della sua base di lancio, optando invece per un ammaraggio nell'oceano. La navicella è «atterrata» intatta, nonostante avesse perso parte del materiale protettivo che ricopriva il razzo propulsore durante la discesa.
All’interno del razzo una telecamera trasmetteva l’immagine di una banana collegata a un filo: l’unico carico utile messo a bordo e l’ennesima trovata di Elon Musk. Che, e questa è una novità, ha assistito alla nuova avventura con accanto il presidente eletto Donald Trump. Uno stretto rapporto che, secondo le previsioni, avrà effetti sulla futura strategia spaziale.
L’obiettivo di Musk è la creazione del primo servizio privato per raggiungere la Luna e Marte e stabilire colonie permanenti su quei pianeti. Se le certificazioni della NASA verranno ottenute, Starship farà parte della missione Artemis III, la prima in più di mezzo secolo che riporterà un equipaggio sulla superficie lunare, prevista per il 2026.