Francia

Eric Ciotti propone un accordo con Rassemblement National aprendo una crisi a destra

Il presidente dei Républicains è uscito allo scoperto in vista delle legislative, beccandosi però del «traditore» da molti esponenti di spicco del suo partito oltre a vari inviti ad andarsene o a dimettersi
© Sarah Meyssonnier
Red. Online
11.06.2024 19:30

Sì, bisogna allearsi con Rassemblement National in vista delle legislative francesi oramai imminenti. Eric Ciotti, presidente dei Républicains, partito di centrodestra, a volte tendente alla destra, di ispirazione conservatrice e neogollista, ha creato scalpore (e polemiche) oggi con le sue parole. «Abbiamo bisogno di un'alleanza con Rassemblement National e con i suoi candidati» ha spiegato il deputato delle Alpi Marittime al telegiornale di TF1 delle 13. Auspicando, appunto, «un'alleanza a destra con tutti coloro che si ritrovano nelle idee di destra e nei valori di destra». Parole, queste, che in un certo senso hanno fatto seguito ai propositi di Jordan Bardella, presidente di Rassemblement National. Il quale, intervenendo a RTL, stamane aveva detto: «Siamo pronti a governare, anche con i Repubblicani». E che stasera ha confermato in televisione l'«accordo» fra il suo partito e la destra moderata. L'accordo riguarda – ha detto – «diverse decine di deputati Républicains» che saranno «investiti» o «sostenuti» dal RN.

Ciotti, che internamente al suo partito ha generato un vero e proprio caos, ha parlato di tre blocchi contrapposti in vista dell'appuntamento elettorale, annunciato da Emmanuel Macron dopo aver sciolto l'Assemblea Nazionale in seguito al risultato ottenuto dalla sua lista alle Europee. Un'alleanza «contro natura» con France Insoumise a sinistra, un blocco macronista al centro, che agli occhi di Ciotti ha portato il Paese a essere più violento e insicuro, e un blocco di destra. A suo dire, Rassemblement National, da solo, è troppo debole per opporsi agli altri due blocchi. Di qui la necessità, per il partito di estrema destra, di trovare un largo consenso. Ciotti, in questo senso, ha colto la palla al balzo. Scrivendo, a suo modo, la storia dal momento che, dovesse concretizzarsi, si tratterebbe della prima intesa con un partito di estrema destra in Francia. 

Il presidente dei Républicains ha sottolineato come molti esponenti del suo partito «vogliano questo accordo». Dopo il suo annuncio, tuttavia, molti dirigenti della formazione neogollista hanno tuonato contro Ciotti e rifiutato, categoricamente, l'accordo. «A volte siamo convincenti, a volte no, ma non tradiamo mai» ha detto Laurent Wauquiez, già presidente dei Républicains. Gérard Larcher, presidente del Senato, ha assicurato che «non appoggerà mai un accordo con Rassemblement National». Bruno Retailleau, capogruppo dei Républicains in Senato, si è spinto oltre. Accusando il leader del partito di «slealtà» e di aver «mentito». Il suo omologo all'Assemblea Nazionale, Olivier Marleix, ha invece detto che Ciotti dovrebbe dimettersi. Florence Mosalini-Portelli, vice-presidente dei Républicains, ha chiesto che Ciotti venga addirittura escluso dal partito. «Andremo ad analizzare lo statuto di questo partito. Forse riusciremo, finalmente, a ribaltare un po' la situazione. Penso che sia possibile convincerlo ad andarsene se non dovesse andarsene da solo».

Ciotti, dal canto suo, a TF1 ha ribadito di voler rimanere al suo posto. La crisi apertasi fra i Républicains ha spinto lo schieramento presidenziale a muoversi. Nel tentativo di convincere i neogollisti a unirsi a quello che Ciotti aveva definito blocco macronista. Fronte Républicains, solo il presidente dei giovani, Guilhem Carayon, l'eurodeputata Céline Imart e la deputata Christelle d'Intorni hanno parlato a favore dell'accordo proposto da Ciotti. Marine Le Pen, dal canto suo, ha salutato la scelta del presidente dei Républicains definendola «coraggiosa» e parlando di un grande, se non grandissimo «senso di responsabilità» da parte di Ciotti. L'augurio, espresso da Le Pen, è che «un numero significativo» di rappresentanti dei Républicains segua Ciotti.  

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