Il racconto

Ero senza energie, ma il deserto del Sahara ora è alle mie spalle

Quando ero ancora in Marocco e stavo per entrare in Mauritania non avevo aspettative, o per essere più sinceri diciamo che la mia testa era già un po' più a sud, in Senegal: che errore
Alessandro Brönnimann
Alessandro Brönnimann
18.01.2025 21:15

Quarto capitolo

Rao, 16 gennaio 2025. Sono andato da un sarto a farmi aggiustare una camicia, mentre tornavo a casa mi sono fermato da un calzolaio a fare due chiacchiere, ho bevuto un tè, poi uno yogurt, poi ho comprato un'anguria e ho passato un'altra ora seduto su uno sgabello a parlare con chi passava e aveva voglia di scambiare due chiacchiere. Doveva essere una cosa veloce ma per finire ha preso un pomeriggio. Va bene così. Ho finito di attraversare la Mauritania, ho il deserto del Sahara alle mie spalle, posso concedermi un po' di meritato relax.

Quando ero ancora in Marocco e stavo per entrare in Mauritania non avevo aspettative, o per essere più sinceri diciamo che la mia testa era già un po' più a sud, in Senegal. Avevo semplicemente voglia di pedalare quegli ultimi 800 chilometri di deserto. Puntualmente, questa terra mi ha ricordato che stavo facendo un errore. In questo tipo di viaggio non esistono chilometri regalati, neutri o secondari, figuriamoci dei Paesi interi. Pensare troppo avanti non serve a nulla se non a rendere più difficile le giornate che si vorrebbero in qualche modo saltare.

E infatti abbiamo dovuto imparare la lezione: al terzo giorno di viaggio in Mauritania mi ritrovo con Fabian al tavolo di un ristorante, senza più alcuna energia a discutere sul da farsi. Entrambi eravamo a livello mentale stanchissimi. La monotonia del paesaggio, il vento, e la nostra scarsa motivazione stavano presentando il conto. Ne parliamo per due ore: inizialmente, pensiamo a fare autostop, poi torniamo sui nostri passi, non è così che bisogna affrontare i problemi. Non era previsto che attraversare il Sahara fosse facile, sempre piacevole o sempre stimolante, accettare che alle volte potesse essere stancante e difficile era l'unica cosa che potevamo fare e sulla quale avevamo controllo. Il fatto che un viaggio non sia sempre divertente è una pillola difficile da mandare giù, ma andava fatto.

Alla fine l'abbiamo pedalata tutta, e a dir la verità sono rimasto anche piacevolmente sorpreso da questo Paese da cui, ingiustamente, non mi aspettavo niente. Questo è anche stato l'ultimo Paese attraverso il quale ho pedalato in compagnia di Fabian e Thomas, due persone a cui devo tanto e che ho ringraziato abbracciandoli a lungo prima di salutarli. Ognuno ha dei programmi differenti e nonostante abbia legato molto con loro è giusto che ognuno, ora, riprenda la sua strada. Cari compagni di avventura, anche a voi sono grato e non vedo l'ora che le nostre strade si incrocino nuovamente da qualche parte nel mondo.

A voi che mi leggete, invece, dico per il supporto, ogni tanto ricevo qualche messaggio e fa estremamente piacere. Per chi ancora non lo sapesse potete trovarmi anche su Instagram, mentre se volete potete supportarmi in questa avventura con delle donazioni tramite il mio profilo Ko-fi. Alla prossima.

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