«Evitate di sorvolare la Russia»: l'avviso che ha fatto arrabbiare Mosca
Sorvolare la Russia è un problema. A maggior ragione dopo quanto accaduto al volo J2 8243 di Azerbaijan Airlines. L’aereo, un Embraer E190, lo scorso dicembre era stato colpito dalla contraerea russa e, per questo motivo, aveva deviato dal suo tragitto (da Baku a Grozny) finendo per schiantarsi in Kazakistan nel tentativo di effettuare un atterraggio di emergenza.
Venerdì, l’Agenzia dell’Unione Europea per la sicurezza aerea (EASA) ha diramato un bollettino riguardante lo spazio aereo russo. Nella nota, viene appunto spiegato che – con il perdurare della guerra in Ucraina – i sorvoli della Russia sono «ad alto rischio». L’EASA, ancora, teme che «gli aerei civili siano involontariamente presi di mira nello spazio aereo della Federazione Russa a causa di possibili carenze di coordinamento civile-militare e di potenziali errori di identificazione».
Di conseguenza, l’Agenzia ha rinnovato l’invito a non utilizzare lo spazio aereo russo occidentale. Quello «europeo», per intenderci. Una non notizia, sì per sé, dal momento che questa porzione di cielo da tempo è chiusa ai vettori occidentali (una contromisura decisa dal Cremlino in risposta alle sanzioni internazionali nei confronti di Mosca). Parliamo, tuttavia, di uno spazio utilizzato – non senza polemiche, visto che ne traggono un vantaggio competitivo enorme nei collegamenti fra Europa ed Estremo Oriente – dalle compagnie cinesi, emiratine e turche. Ed è a loro, in sostanza, che l’avviso si rivolge. Così, non a caso, l’EASA: «È importante notare che nessuna compagnia aerea dell’UE attualmente vola verso, da o sopra lo spazio aereo della Federazione Russa. Tuttavia, un certo numero di vettori di Paesi terzi continua a farlo, nonostante i rischi legati alla guerra».
Il presidente azero, Ilham Aliyev, aveva spiegato che lo schianto dell’Embraer della compagnia di bandiera – costato la vita a 38 persone – era stato preceduto e provocato dalle attività della contraerea russa sopra Grozny. Dove il volo, come noto, sarebbe dovuto atterrare. La Russia aveva dichiarato che i suoi sistemi di difesa erano in effetti attivi per respingere un attacco di fronti ucraini, mentre in un secondo momento il presidente Vladimir Putin aveva ammesso in parte le responsabilità di Mosca parlando di «tragico errore». Questa commistione fra operazioni civili e militari è proprio ciò che spaventa l’EASA. Quanto successo sopra i cieli di Grozny, insomma, potrebbe ripetersi. In Cecenia come altrove in Russia. Anche sopra gli scali maggiori del Paese. «La maggior parte degli incidenti si è verificata in uno spazio aereo non chiuso» si legge nella nota. Nonostante, appunto, l’incedere di attività militari. «Questo rappresenta un rischio elevato per le operazioni di volo, come dimostrato dall’incidente che ha coinvolto il volo 8243 di Azerbaijan Airlines del 25 dicembre 2024».
L’Agenzia federale per il trasporto aereo, Rosaviatsiya, ha etichettato il bollettino dell’EASA come una continuazione della politica sanzionatoria, secondo quanto riferisce il canale Telegram specializzato Aviatorshina. Secondo un rappresentante dell’Agenzia, le raccomandazioni della controparte europea punterebbero, in realtà, a una riduzione dei voli in transito attraverso la Federazione Russa da parte delle compagnie aeree cinesi. Negli scorsi mesi, in questo senso, molti vettori dell’Unione avevano chiesto a Bruxelles di intervenire. L’EASA, stando all’esponente di Rosaviatsiya, punterebbe dunque solo e soltanto a «riconquistare il vantaggio competitivo perso» dalle sue compagnie. Di qui la definizione di «sicurezza selettiva» applicata da Bruxelles.