Sud-est asiatico

Filippine, esplosione durante la messa: ecco che cosa sappiamo

Almeno quattro morti e decine di ferite in una deflagrazione avvenuta questa mattina nella palestra dell'Università statale di Mindanao, dove si stava tenendo una celebrazione religiosa – Le autorità sulla pista di un attentato terroristico
©Provincial Government of Lanao D
Red. Online
03.12.2023 09:00

Quattro persone sono state uccise questa mattina in un'esplosione avvenuta nella palestra dell'Università statale di Mindanao, Filippine, dove si stava tenendo una messa cattolica. Secondo un primo bilancio stilato dalle autorità locali, citate da BBC e Al Jazeera, il numero di feriti è al momento di 50: la maggior parte – secondo quanto riferito ai media dal comandante maggiore regionale Gabriel Viray III – è stata trasportata in ospedale per il trattamento di ferite «perlopiù lievi». Ma sarebbero almeno due le persone in pericolo di morte. 

Le cause

Accorse sul luogo, le truppe dell'esercito filippino e la polizia hanno immediatamente circondato l'area, isolandola, conducendo un'indagine iniziale sulle telecamere di sicurezza. L'obiettivo? Individuare i responsabili dell'attacco. Lo stesso Viray, infatti, ha definito l'esplosione «un attacco terroristico». «In questo momento siamo in stato di massima allerta e le nostre truppe rimangono vigili mentre stiamo determinando il movente e identificando gli autori per accertare realmente chi c'è dietro», ha detto Viray. Posti di blocco sono stati istituiti in tutta la città di Marawi, dove ha sede l'Università.

L'isola di Mindanao, la seconda più grande delle Filippine, si trova all'estremo sud del Paese ed è stata a lungo un focolaio di insurrezione contro il governo. Non solo. Sebbene le Filippine siano prevalentemente cattoliche, Mindanao ospita una consistente popolazione musulmana. È proprio in questa regione che trovano rifugio diversi gruppi violenti legati allo Stato islamico, come Abu Sayyaf. Nel 2017, militanti affiliati all'ISIS avevano assediato Marawi per cinque mesi: le violenze avevano costretto più di 350.000 residenti a fuggire dalla città e dalle aree circostanti prima che il governo liberasse la zona.

L'esplosione odierna a Marawi segue l'uccisione di 11 combattenti islamisti in un'operazione militare avvenuta venerdì a Maguindanao del Sur, a 200 km di distanza.

Le reazioni

Il presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos Jr., ha condannato l'attentato «senza senso», e l'ha attribuito a «terroristi stranieri». «Condanno nel modo più fermo possibile gli atti senza senso e odiosi perpetrati da terroristi stranieri presso la Mindanao State University e le comunità di Marawi questa domenica mattina presto», ha dichiarato il presidente Marcos in una nota.

La direzione dell'ateneo si è detta «profondamente rattristata e sconvolta» dalla violenza «insensata e orribile», una violenza - ha dichiarato - «che non ha posto in una società civile, ed è particolarmente ripugnante in un istituto di istruzione superiore come questo», ha aggiunto. Ha poi espresso solidarietà «con la nostra comunità cristiana e con tutte le persone colpite da questa tragedia».

Nel campus è stato schierato ulteriore personale di sicurezza e tutte le attività accademiche saranno sospese fino a nuovo avviso.