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Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, Tel Aviv avrebbe bombardato aeroporti, radar, depositi di armi e munizioni e centri di ricerca militare siriani – Sono 104 i giornalisti uccisi in tutto il mondo nel 2024: più della metà a Gaza– TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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22:24
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Hezbollah: «I nuovi leader della Siria respingano l'occupazione israeliana»
Il movimento armato libanese Hezbollah, che per anni ha combattuto accanto alle forze dell'ex presidente siriano Bashar al Assad, auspica che la nuova leadership siriana respinga «l'occupazione israeliana».
«Speriamo di vedere la Siria stabilizzarsi e posizionarsi fermamente contro l'occupazione israeliana, e che impedisca le ingerenze straniere nei suoi affari», ha dichiarato il gruppo filo-iraniano in un comunicato.
21:25
21:25
Sono 480 i raid aerei sulla Siria avvenuti nelle ultime 48 ore
Sono complessivamente 480 i raid aerei compiuti da Israele su obiettivi militari nelle ultime 48 ore in Siria, tra cui batterie antiaeree, aeroporti, siti di produzione di armi, depositi di armi, strutture militari. Lo riferisce l'Idf aggiungendo di aver distrutto «la maggior parte delle scorte di armi strategiche in Siria».
La Marina israeliana ha inoltre preso di mira due strutture della Marina siriana, «distruggendo 15 navi», aggiunge l'esercito israeliano in un comunicato su Telegram.
20:32
20:32
Profanata la tomba-mausoleo dell'ex presidente Hafez Assad
È stata profanata la tomba-mausoleo dell'ex presidente siriano Hafez al Assad, fondatore del regime dissoltosi domenica scorsa dopo 54 anni e padre del raìs ora in esilio a Mosca Bashar al Assad, rimasto al potere per un quarto di secolo.
Miliziani anti-governativi sono giunti nella cittadina natale degli Assad, Qurdaha, sulle montagne a est di Latakia. E hanno profanato la tomba, senza trovare i resti di Assad padre. Altri miliziani erano arrivati in precedenza al mausoleo, affermando di non voler profanare la tomba perché «la nostra religione ce lo vieta».
20:22
20:22
In Siria esecuzioni sommarie contro esponenti del regime
Video shock provenienti da varie città siriane mostrano esecuzioni sommarie condotte da non meglio precisati uomini armati contro presunti autori di massacri di civili compiuti per conto del deposto regime di Bashar al Assad.
I video, verificati come autentici e che l'ANSA ha potuto visionare, sono stati girati oggi a Idlib, nella zona di Hama e in quella di Damasco. Mostrano fucilazioni di uomini in ginocchio, spari alla tempia, raffiche di mitra contro corpi a terra. Un filmato mostra i corpi di tre uomini senza vita trascinati da un'auto per le strade di Idlib mentre la folla inferocita prende a calci i corpi straziati.
In un altro video, girato nella località di Rabia, a ovest di Hama, due uomini, accusati di aver commesso crimini «contro i siriani» sono circondati da uomini armati e in divisa. Urlano addosso ai due l'accusa di essere «maiali alawiti», in riferimento alla comunità alawita, branca dello sciismo a cui appartengono gli Assad e i clan rimasti al potere più di mezzo secolo. Seguono raffiche di spari di arma da fuoco.
Un altro filmato mostra un uomo armato arrendersi e alzare le mani, ma viene buttato a terra con un calcio allo stomaco, circondato e ucciso sul posto. A Homs una sfilata di auto e di persone attende di vedere l'uccisione pubblica di Abu Ibrahim, descritto come «il principale agente di sicurezza» a Bab Amro, quartiere della città che per primo si era rivoltato nel 2011 e che era stato raso al suolo dalla sanguinosa repressione governativa.
19:57
19:57
Attacco terroristico vicino a Tel Aviv, investito un giovane
Un automobilista si è scagliato con il suo mezzo contro un pedone, un ragazzo di 21 anni, a Bnei Brak, vicino Tel Aviv cercando poi di fuggire: la polizia ha dichiarato che si tratta di un attacco terroristico. Gli agenti hanno immediatamente arrestato il conducente, un arabo-israeliano sui vent'anni, residente a Zemar Shasharon.
In un video pubblicato da Ynet, si vede il conducente dell'auto deviare dalla sua corsia e accelerare fino al punto di colpire il giovane. Bnei Brak è una cittadina abitata da ebrei ortodossi.
18:43
18:43
Trovato morto nel carcere di Sednaya un celebre attivista siriano
I social media sono stati inondati di tributi ed espressioni di dolore da parte di attivisti per i diritti umani e della diaspora siriana dopo che un famoso attivista siriano, Mazen al-Hamada, torturato sotto il governo di Bashar al-Assad, è stato oggi trovato morto nella famigerata prigione di Sednaya, tristemente nota come 'mattatoio umano'.
Lo riferisce il portale di notizie Middle East Eye, sottolineando che il corpo di al Hamada è stato trovato con segni visibili di tortura e ripercorrendo la sua odissea iniziata durante i primi anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, quando venne arrestato più volte.
Dopo il suo rilascio nel 2014, Hamada ottenne l'asilo politico nei Paesi Bassi e decise di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti del governo e sulle brutali tattiche utilizzate nelle prigioni del regime di Bashar al Assad. Per anni ha viaggiato attraverso l'Europa e gli Stati Uniti, raccontando gli orrori a cui ha assistito e che ha sopportato. Ha descritto gli abusi sessuali, stupri e scosse elettriche che ha dovuto subire, e come nelle prigioni venne appeso al soffitto con catene che gli hanno lasciato solchi nei polsi. E ancora, di essere stato picchiato e torturato dalle guardie che gli hanno rotto le costole saltandogli addosso e bruciato la pelle con mozziconi di sigaretta.
Il Guardian lo descrive con gli occhi infossati e il volto tormentato e ricorda le sue lacrime mentre descriveva la profondità degli orrori che aveva vissuto, che lo hanno reso un simbolo dei crimini commessi dal regime di Assad contro coloro che si erano espressi contro di lui. Nel 2020 era tornato in Siria nel 2020, per motivi sconosciuti, affermando aver avuto garanzie che non era nella lista dei ricercati del governo, ma venne in realtà arrestato e non si erano avute più sue notizie, era tra le tante persone formalmente scomparse, fino ad oggi.
«La foto del suo corpo torturato è sufficiente a scatenare mille rivoluzioni. Rimarrà per sempre uno degli eroi più coraggiosi della Siria», ha scritto un utente su X, come riporta Mee. «Mazen, ti abbiamo deluso tutti. Mazen, mi dispiace tanto, mi dispiace tanto che questo mondo sia così sporco. Mi dispiace che i tuoi occhi non abbiano mai smesso di lacrimare per tutti questi anni», ha scritto Celine Kasem, un'attivista siriana, su X. E ancora: «Sebbene la voce di Mazen al-Hamada sia stata messa a tacere, egli è ancora oggi testimone della brutalità del regime. I suoi occhi sottolineano ogni parola che ha detto», ha scritto ancora un altro utente.
18:42
18:42
Israele ha eliminato l'80% delle capacità militari siriane
L'operazione portata avanti da Israele in Siria ha danneggiato circa l'80 per cento delle capacità strategiche militari siriane ed è avvenuta dopo anni in cui ha raccolto informazioni: «Si è trattato effettivamente di un attacco pianificato da anni», hanno riferito le fonti militari israeliane a Channel 12.
L'Idf ha agito per garantire che l'equipaggiamento militare strategico non finisse nelle mani sbagliate. Gli organi israeliani che continuano ad operare in Siria sono il Comando nord, responsabile della missione nel sud del Paese e del cuscinetto al confine, l'aeronautica e l'intelligence.
18:25
18:25
«Israele ha distrutto 320 obiettivi in Siria con 350 caccia»
«Oggi l'Idf ha completato la parte strategica centrale dell'operazione Hats Bashan (Fionda di Beshan) iniziata nella notte tra sabato e domenica, con la consapevolezza che il regime di Assad stava cadendo.
Centinaia di obiettivi strategici siriani sono stati attaccati nell'operazione e le forze di sicurezza continuano ad operare nella zona cuscinetto». Lo hanno riferito fonti militari a Channel 12. Nell'ambito dell'operazione, 350 caccia dell'Iaf hanno effettuato attacchi in tutta la Siria e distrutto 320 obiettivi strategici: aerei, missili terra-aria, terra-mare, Scud da crociera, navi militari e carri armati, riporta l'emittente.
«Se il nuovo regime in Siria permetterà all'Iran di tornare a stabilirsi o permetterà il trasferimento di armi a Hezbollah, risponderemo con forza e gli faremo pagare un prezzo pesante. Siamo intenzionati a fare tutto il necessario per garantire la nostra sicurezza. In questo contesto, ho autorizzato l'aviazione a bombardare capacità militari strategiche lasciate dall'esercito siriano, affinché non finiscano nelle mani dei jihadisti», lo dichiara il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una nota diffusa dal suo ufficio.
Parlando dal ministero della Difesa a Tel Aviv, il primo ministro ha aggiunto: «Vogliamo avere relazioni con il nuovo regime siriano. Ma se questo regime permetterà all'Iran di tornare a stabilirsi in Siria, o permetterà il trasferimento di armi iraniane o qualsiasi altra arma a Hezbollah, o se ci attaccherà, risponderemo con forza e gli faremo pagare un prezzo pesante. Ciò che è accaduto al precedente regime accadrà anche a questo». Netanyahu ha affermato che ciò che sta facendo Israele «è simile a ciò che fece la Royal Air Force britannica quando bombardò la Marina del regime di Vichy che collaborava con i nazisti, per impedire che finisse proprio nelle mani dei nazisti».
18:14
18:14
Netanyahu: «Ho autorizzato a bombardare armi siriane»
«Se il nuovo regime in Siria permetterà all'Iran di tornare a stabilirsi o permetterà il trasferimento di armi a Hezbollah, risponderemo con forza e gli faremo pagare un prezzo pesante. Siamo intenzionati a fare tutto il necessario per garantire la nostra sicurezza. In questo contesto, ho autorizzato l'aviazione a bombardare capacità militari strategiche lasciate dall'esercito siriano, affinché non finiscano nelle mani dei jihadisti», lo dichiara il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una nota diffusa dal suo ufficio.
Parlando dal ministero della Difesa a Tel Aviv, il primo ministro ha aggiunto: «Vogliamo avere relazioni con il nuovo regime siriano. Ma se questo regime permetterà all'Iran di tornare a stabilirsi in Siria, o permetterà il trasferimento di armi iraniane o qualsiasi altra arma a Hezbollah, o se ci attaccherà, risponderemo con forza e gli faremo pagare un prezzo pesante. Ciò che è accaduto al precedente regime accadrà anche a questo». Netanyahu ha affermato che ciò che sta facendo Israele «è simile a ciò che fece la Royal Air Force britannica quando bombardò la Marina del regime di Vichy che collaborava con i nazisti, per impedire che finisse proprio nelle mani dei nazisti».
17:52
17:52
Incontro tra il capo dello Shin Bet e il capo dell'intelligence egiziana
Il capo dello Shin Bet Ronan Bar ha incontrato oggi al Cairo il capo dell'intelligence egiziana Hassan Rashad e alti ufficiali dell'esercito egiziano. Lo riferisce Walla.
La visita, prevista qualche settimana fa, non è avvenuta nell'ambito dei negoziati sul rilascio degli ostaggi, bensì sulla questione della sicurezza al confine tra Egitto e Striscia di Gaza, ossia sul controllo del Corridoio Filadelfia. La delicata questione entra inevitabilmente nei negoziati anche con Hamas.
«Questa visita è stata molto importante, ma questa non è la delegazione che dovrebbe discutere i dettagli dell'accordo per la liberazione dei sequestrati e il cessate il fuoco a Gaza», ha detto una fonte a conoscenza dei dettagli. In Israele intanto, riferisce il sito di notizie, c'è un cauto ottimismo riguardo alla possibilità di riuscita dell'accordo per la liberazione degli ostaggi. Si tratta di un accordo parziale in base al quale verranno rilasciate donne, uomini di età superiore ai 50 anni e rapiti in gravi condizioni mediche. «Fino a poco tempo fa, il punto di partenza era che Hamas non voleva un accordo, ora sembra che le cose stiano cambiando, che Hamas potrebbe aver cambiato idea. C'è la possibilità di raggiungere un accordo nel prossimo mese», ha detto un funzionario israeliano.
17:16
17:16
In fuga 54 soldati giustiziati dall'Isis in Siria
Il gruppo jihadista dello Stato Islamico ha giustiziato 54 soldati in fuga nel deserto centrale della Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I 54 soldati sono stati catturati nel deserto della provincia di Homs da jihadisti dell'Isis mentre erano «in fuga durante la caduta del regime di Bashar al-Assad», ha riferito l'osservatorio precisando che l'Isis li ha giustiziati.
16:14
16:14
«Il nuovo governo in Siria rispetti le minoranze»
I leader del G7 sono disposti a sostenere un nuovo governo siriano se il processo di transizione rispetterà le minoranze. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando una bozza del comunicato del G7 che si riunirà nei prossimi giorni.
Il G7 «spera che tutti i gruppi di opposizione che cercano di avere un ruolo nel governo della Siria dimostreranno il loro impegno per i diritti di tutti i siriani», si legge nel comunicato.
09:29
09:29
Operazioni israeliane in Siria: Teheran critica il silenzio dell'Occidente
Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato la violazione del diritto internazionale da parte di Israele per l'incursione militare nella zona cuscinetto del Golan al confine siriano.
Teheran ha anche criticato il silenzio e l'inazione dei Paesi occidentali, che sostengono Israele, nei confronti della chiara violazione della Carta delle Nazioni Unite da parte di Tel Aviv.
«Il Consiglio di sicurezza dell'ONU - ha detto ancora il portavoce, Esmaeil Baghaei, citato dall'agenzia Isna - dovrebbe reagire immediatamente alla mossa, per porre fine all'aggressione del regime israeliano e costringere (Israele) a risponderne».
«L'azione israeliana indica un approccio egemonico e aggressivo del suo regime e viola le leggi internazionali», ha aggiunto.
07:09
07:09
Il punto alle 7.00
Forti esplosioni sono state udite, questa mattina, a Damasco, riporta un giornalista dell'agenzia di stampa Afp. Israele «ha distrutto i principali siti militari in Siria» lanciando circa 250 attacchi dalla caduta del presidente Bashar al-Assad, ha riportato la ong Osservatorio siriano per i diritti umani.
Secondo la ong - che ha sede nel Regno Unito e si avvale di una vasta rete di fonti in tutta la Siria - Israele ha bombardato aeroporti, radar, depositi di armi e munizioni e centri di ricerca militare, e ha danneggiato le navi della Marina siriana attaccando un'unità di difesa aerea vicino al grande porto di Latakia, nel nord-ovest del Paese.
Il leader dei ribelli islamisti siriani, intanto, ha reso noto oggi che le nuove autorità del Paese pubblicheranno una lista «che include i nomi degli ufficiali più anziani coinvolti nella tortura del popolo siriano».
«Offriremo ricompense a chiunque fornisca informazioni su alti ufficiali dell'esercito e della sicurezza coinvolti in crimini di guerra», ha scritto su Telegram Abu Mohammed al-Jolani - che ora usa il suo vero nome Ahmed al-Sharaa - aggiungendo che chiederanno il ritorno di coloro che sono fuggiti dal Paese.
Pubblicato, nel frattempo, il rapporto della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ). Almeno 104 giornalisti sono stati uccisi in tutto il mondo nel 2024, più della metà dei quali a Gaza secondo IFJ, che parla di «un anno particolarmente mortale».
Dopo i 129 morti del 2023, «il 2024 è uno dei peggiori anni di sempre», ha commentato Anthony Bellanger, segretario generale dell'IFJ - che ha sede a Bruxelles - denunciando «il massacro che sta avvenendo sotto gli occhi di tutto il mondo in Palestina».
Secondo l'IFJ, nel quest'anno sono stati uccisi 55 professionisti dei media palestinesi. «Dall'inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, il numero di giornalisti palestinesi uccisi è salito ad almeno 138», rendendo questo territorio «uno dei più pericolosi nella storia del giornalismo moderno, dopo l'Iraq, le Filippine e il Messico», sottolinea la Federazione. «Molti giornalisti vengono presi di mira deliberatamente», ha aggiunto Bellanger. Dopo il Medio Oriente, la seconda area più pericolosa per i giornalisti è l'Asia-Pacifico, con 20 morti, tra cui sei assassinii in Pakistan, cinque in Bangladesh e tre in India. In Europa, «la guerra in Ucraina ha fatto ancora vittime nel continente, con quattro giornalisti uccisi nel 2024, rispetto ai 13 del 2022 e ai quattro del 2023».